di Renato Pierantozzi
«Penso che soltanto da noi servono tre autorizzazioni per investire nella zona industriale: Comune, Piceno Consind e Autorità di Bacino con quest’ultima che ora sta bloccando le prayiche. Mentre prima si è costruito da Arquata fino a Porto d’Ascoli». E’ stata questa la considerazione dell’imprenditore Battista Faraotti durante la tavola rotonda moderata dal giornalista e presidente di Cronache Picene Franco De Marco. «Nel settore della plastica -ha continuato Faraotti- l’Italia non è più produttore della materia prima che dobbiamo importare dall’estero da cui siamo dipendente. Nonostante ciò siamo competitivi grazie alla tecnologia e alla produttività elevatissima. Anche sulle infrastrutture abbiamo un aeroporto traballante e per viaggi veloci bisogna ricorrere ai voli privati, ma non tutti possono farlo. Anche sul trasporto ferroviario non ci sono snodi che raggiungono le aziende: nel nostro caso arrivano 80 autotreni al giorno, mentre con la ferrovia potremmo risparmiare il 7/8%. Ci stiamo lavorando». faraotti ha parlato anche di Restart.
«Dopo 8 anni -dice sempre l’imprenditore- si inizia a vedere la luce, ma poi si appanna. Serve un coraggio da leoni per resistere visto che gli impianti fermi costano comunque. Anche il finanziamento ministeriale per la bonifica della discarica interna che ha determinato la multa da 800.000 euro all’anno dell’Europa all’Italia è fermo perché manca ancora la firma del funzionario regionale responsabile». Sulla situazione del settore edilizio è intervenuto il presidente dei costruttori piceni Massimo Ubaldi. «In nove anni -dice- il comparto regionale è passato da 950 imprese iscritte a 300 con il quasi dimezzamento delle ore lavorate. Per una pratica servono 29 conferenze dei servizi. La ricostruzione? C’è grande speranza da parte delle imprese ma ancora non si vede». Sulla situazione del comparto energetico ha parlato il presidente del Consorzi Energia Piceno, Renzo Maria De Santis. «Il costo della produzione di un megawatt di energia elettrica -dice- in Italia è più caro di 20 euro rispetto agli altri Paesi. Per non parlare del gas eppure si voleva bloccare il gasdotto Tap. Il Piano regionale aveva previsto tante mini centrali in grado di far diminuire i costi con la trigenerazione. La stessa Enel ha attuato nel Piceno un piano di 7/8 milioni per ammodernare la rete di distribuzione che era mal distribuita ed obsoleta e pesantemente danneggiata dagli eventi atmosferici».
LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati