«Quanto torna a casa mio padre? E’ lui che porta i soldi a casa». E’ stata questa la domanda, espressa più volte, che la figlia dell’indiano arrestato il 24 agosto scorso a Comunanza con l’accusa di violenze e lesioni domestiche nei confronti della moglie e della stessa bambina ha rivolto durante l’incidente probatorio svoltosi in modalità “protetta” (alla presenza di una psicologa) lunedì mattina in tribunale. L’uomo, 44 anni e immigrato regolare, era finito in manette al termine dell’ennesimo litigio. E’ difeso dall’avvocato Umberto Gramenzi, mentre la figlia e la mamma dall’avvocato Alessio De Vecchis.
Era stata proprio la figlia a chiamare i Carabinieri. Durante l’incidente probatorio, alla presenza anche della mamma sono stati comunque confermati i litigi sopra le righe forse retaggio anche di quello che purtroppo avviene talvolta in India. Nella zona di Comunanza vive una nutrita comunità indiana, composta da diverse centinaia di persone che è ben inserita nel tessuto sociale della cittadina ai piedi dei Sibillini. La famiglia vive a Comunanza da molti anni e la bambina frequenta la locale scuola partecipando a numerose attività extra scolastiche insieme con i suoi coetanei. Al momento è assistita dagli assistenti sociali con il Comune e tutta la comunità locale che sta aiutando la famiglia dell’uomo ancora recluso in carcere.
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