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Ascoli, il dg Lovato: «Piedi a terra
ma consapevoli di essere in grado
di poter fare qualcosa di grande»

SERIE B - Il direttore generale bianconero alla vigilia della delicata partita con il Padova, e dopo l'uno-due con Verona e Benevento che ha cancellato le ombre del passato riportando entusiasmo nell'ambiente. «La nuova proprietà è entrata in punta di piedi ma anche con grande impeto puntando sull'ascolanità e sul rispetto per una storia che abbiamo tutti il dovere di onorare. Spero che sabato venga tanta gente allo stadio, soprattutto i bambini perchè sono loro che dovranno garantire la continuità di questo sentimento comune. Abbiamo fatto tanto con la riapertura della curva nord e la copertura della tribuna centrale. Speriamo ci riconsegnino la tribuna est a gennaio, ma non dipende da noi»
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Gianni Lovato, 56 anni, direttore generale dell’Ascoli Calcio

di Andrea Ferretti

Nel pieno della festa, a parlare è Gianni Lovato, direttore generale dell’Ascoli Calcio, che ha ricoperto lo stesso ruolo anche nella precedente gestione, quella iniziata con il rilevamento di un fallimento e proseguita con l’immediata risalita dalla C alla B. Negli ultimi anni, nessuno come lui può conoscere gli umori della piazza bianconera. Detto di uno che è nato, cresciuto e lavorato a lungo a Torino, aggiunge maggior prestigio al suo lavoro e al suo impegno verso i colori bianconeri. E’ un Lovato a 360 gradi, proprio nel cuore del 120°. Un direttore generale che fa da collante tra società (il patron Pulcinelli, il presidente Tosti, il socio Ciccoianni) e la squadra (il ds Tesoro, mister Vivarini). Un dirigente che sta vivendo giorni in cui l’entusiasmo va di pari passo con le parole d’ordine “tenere i piedi a terra perchè il pericolo è sempre dietro l’angolo”. Almeno per ora, lui ci sta riuscendo perfettamente.

«Con la precedente proprietà abbiamo vissuto momenti di grande entusiasmo – dice Lovato riavvolgendo il nastro – con una promozione in B al primo tentativo. Oggi però si percepisce qualcosa di diverso. La città, la gente, stanno apprezzando il lavoro svolto da questa proprietà che, sembrerà strano, è entrata in punta di piedi ma anche con grande impeto. Alla base di tutto c’è l’ascolanità e la dimostrazione sono il presidente Giuliano Tosti, ascolano e tifoso doc, e Gianluca Ciccoianni, socio anche lui ascolano. L’impeto è dato invece dalla voglia di fare qualcosa di grande. A parte la festa del 120°, non va dimenticato quanto è stato fatto per lo stadio dove è stata riaperta la curva nord ai nostri tifosi e coperta la tribuna centrale. Ma tutto questo – aggiunge – è possibile solo grazie a una comunione di intenti, finora tangibile in ogni circostanza. Intenti che, ne sono certo, si esplicitino sabato allo stadio. Ascoli-Padova è un’occasione speciale, non solo per i tifosi, per celebrare quello che ha rappresentato l’Ascoli Calcio in questa città e nel territorio. La presenza al Del Duca significa onorare i 120 anni di storia. Noi siamo venuti incontro ai più giovani con prezzi speciali per i biglietti di curva nord (dopo poche ore ne è già stato venduto un migliaio, ndr), perchè sono i bambini che dovranno garantire la continuità di questo sentimento comune. Come società, nessuno escluso, stiamo facendo il massimo sforzo per coltivare questo sentimento. Poi sta a me e al ds Tesoro trasferirlo alla squadra».

Lovato con il patron Pulcinelli (Foto Edo)

Il 120° cade proprio nei giorni del doppio successo sulle big Verona e Benevento. Il modo migliore, da parte di Vivarini e giocatori, di onorare l’anniversario di uno dei club più longevi del calcio italiano. «Le due vittorie – continua Lovato – sono state un segnale che abbiamo voluto dare a tutti: l’Ascoli c’è e può fare belle cose. Quest’anno è un campionato particolare perchè con 19 squadre il confine tra chi fa male e chi fa benissimo è molto stretto. Noi vogliamo stare in una zona tranquilla della classifica, per ora, ma anche avere qualche ambizione. Siamo partiti in forte ritardo sulla tabella di marcia, con diverse difficoltà dettate anche dal profondo rinnovamento che è stato attuato. Per questo dobbiamo essere grati a Vivarini che con la rosa che aveva a disposizione, dopo la sconfitta di Perugia, è stato bravo a cambiare modulo. A parte quella gara, abbiamo “sprecato” solo Livorno, perchè a Foggia pur perdendo non abbiamo fatto male. Ce la possiamo giocare con tutti, come dimostrato contro Verona e Benevento, ma ogni partita sappiamo bene che ha una storia a sè. Se guardiamo le ultime due vittorie, dico che stiamo facendo sopra ogni aspettativa. Ma se analizziamo il cammino fatto fin qui, dico che ci sono i presupposti per sperare bene».

Il ds Tesoro, l’allenatore Vivarini, il presidente Tosti e il dg Lovato

Con il direttore generale, che ha preso parte alle varie assemblee di Lega, non si può non affrontare il tema relativo al caos estivo, protrattosi fino a pochi giorni fa, sul format del campionato di B. «Si è parlato molto, anzi troppo, ma la situazione ormai si è normalizzata. Sia però ben chiaro che il calcio in Italia non è solo la Serie A. Considerando le contribuzioni che arrivano alle società di B, ventidue squadre sono troppe. Del resto vediamo quello che accade a fine stagione quando molte società boccheggiano e alla fine, come capitato questa estate, il numero delle squadre si riduce da solo».

Il discorso scivola poi sullo stadio. Sembrano essere trascorsi secoli – ma sono solo pochi mesi – dal “vi smonto la curva” che anche gli ultras più incalliti hanno dimenticato, o almeno finto di farlo. L’aria è cambiata e quella che si respira è assai diversa. «Lo stadio comincia ad avere un’altra faccia – dice Lovato – con la nord riaperta, la sud già esaurita per sabato, la copertura della tribuna centrale. Resta la tribuna est, e vederla così non è proprio il massimo, non rende giustizia e onore alla squadra e ai tifosi anche solo quando durante le partite viene inquadrata dalle telecamere. Non dipende da noi, il Comune dovrebbe restituircela a gennaio. Se la tabella di marcia verrà rispettata, poi starà a noi inventarci qualcosa per riempirla con i tifosi, penso ad esempio a dei mini abbonamenti. Vedremo».

Lovato è stato dg anche con Bellini

Poi Lovato passa alla squadra, in particolare al mister. «Vivarini è bravo, prepara la partita studiando l’avversario in maniera meticolosa. Il gol di Ninkovic a Benevento non è frutto del caso. Lui, ad esempio, aveva raccomandato di cercare subito il corridoio centrale quando il Benevento ripartiva perchè sapeva che l’avversario in quei casi allargava i centrali difensivi. L’aspetto fondamentale è comunque la mentalità vincente. E, nello stesso tempo, non sedersi sugli allori perchè due partite su un totale di trentasei non sono nulla. Il Padova? Venderà cara la pelle, soprattutto ora che ha cambiato allenatore. Livorno ci insegna che non c’è nulla di scontato. La nostra squadra è un gruppo serio, costruito dal ds Tesoro, con ottimi giocatori e persone di valore. Con partite ravvicinate c’è stato modo di impiegare anche chi magari era stato un pò sacrificato e, nello stesso tempo, far respirare chi aveva speso di più. Questo significa che Vivarini e il suo staff stanno lavorando molto bene».


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