Buone notizie dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini dopo il nono censimento autunnale del camoscio appenninico. I risultati dei due sondaggi realizzati il 25 ed il 31 ottobre scorsi ha infatti sancito che la popolazione del raro animale è in crescita rispetto al passato, quando ha rischiato seriamente di scomparire. A fronte di 31 individui rilasciati tra il 2008 e il 2014, 77 sono i camosci osservati nella prima giornata, mentre il 31 ottobre ne sono stati schedati 88. Non finisce qui, però, perché la stima complessiva, basata sul monitoraggio effettuato durante l’anno anche tramite video-trappole, è di circa 150 individui, per lo più concentrati sull’area del Monte Bove dove, evidentemente, il camoscio ha trovato un habitat idoneo.
Il censimento è stato effettuato dai tecnici faunisti con la collaborazione del Reparto Carabinieri del Parco e la partecipazione di volontari (11 nella prima sessione e 15 nella seconda), ed ha assunto un significato particolare per la ripresa delle attività nel territorio del parco, anch’esso duramente colpito dallo sciame sismico di due anni fa. L’attività rientra nel progetto di interesse comunitario per la conservazione dei mammiferi dell’Appennino centrale, realizzato in collaborazione con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nell’ambito della direttiva “biodiversità” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
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