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Scheletro alla foce della Ragnola
L’elenco delle persone scomparse
al setaccio di Capitaneria e Polizia

SAN BENEDETTO - La macabra scoperta è stata fatta da alcuni runnmer che stavano correndo sulla battigia. Sono le ossa di un busto. Per capire se appartengono a un uomo o una donna, bisognerà attendere l'esame autoptico e quello del dna. I resti trasportati all'obitorio, a disposizione della magistratura. Potrebbe trattarsi di una persona scomparsa chissà da quando tempo, anche a centinaia di chilometri dal luogo del ritrovamento
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Non è possibile, al momento, stabilire se lo scheletro affiorato dalle acque a San Benedetto del Tronto, sia quello di un uomo o di una donna. La macabra scoperta è avvenuta questa mattina nel tratto di spiaggia davanti alla foce del torrente Ragnola, praticamente al confine tra San Benedetto e Porto d’Ascoli.

E’ qui che le mareggiate hanno restituito il corpo, ormai ridotto a uno scheletro. I resti umani – si tratta di un busto privo di gambe – sono stati notati da un gruppo di runner che stavano correndo lungo la battigia. Immediato l’allarme dei podisti. Sul posto sono giunti personale della Capitaneria di Porto, della Polizia del locale Commissariato, Vigili urbani e anche un’ambulanza del 118.

Dopo un primo sopralluogo, è stato deciso di trasportare i resti all’obitorio presso l’ospedale “Madonna del Soccorso”, a disposizione della magistratura che ovviamente avvierà, come sempre avviene in questi casi, indagini mirate in primis a capire se quei poveri resti possono essere riconducibili a qualche persona di cui è stata denunciata la scomparsa. Ma siccome si tratta praticamente di ossa, è probabile che siano quelle di un uomo o di una donna finiti in mare (vivi o morti questo sarà impossibile stabilirlo) chissà da quando tempo.

Domani, comunque, sempre all’obitorio, verranno eseguiti gli esami autoptici con il prelievo del Dna da comparare, appunto, con quello di eventuali persone di cui non si hanno notizie da tempo. Quelli che sono affiorati alla foce della Ragnola potrebbero essere i ersti di una persona finita in mare chissà dove, con il corpo che può essere trasportato dalle correnti anche per centinaia di chilometri.

Intanto la Polizia ha cominciato a passare al setaccio, sui suoi terminali, tutti gli elenchi delle persone scomparse di cui si sono perse le tracce. Anche la Capitaneria di Porto sta facendo altrettanto, con un occhio mirato ad eventuali persone finite in Adriatico dopo essere cadute da imbarcazioni e mai ritrovate.

 

 


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