I bianconeri a fine partita sotto la curva sud dove c’è il “muro” bianconero
di Andrea Ferretti
Finisce pari all’Adriatico. L’Ascoli gioca bene, soffre (un rigore dubbio, parato da Lanni), va sotto di un gol, recupera, resta in dieci, stringe i denti e alla fine porta a casa un punto che vale doppio e che riconosce tutti i meriti della squadra di Vivarini. Spettacolo in campo, ma soprattutto sugli spalti dove i tifosi di casa (settemila) non sembrano proprio essere quasi quattro volte superiori a quelli giunti da Ascoli (duemila). In curva sud pare di stare al “Del Duca”.
L’Ascoli entra in campo bello carico e, dopo la consueta fase di studio, al 15′ la prima occasione è per la squadra di Vivarini. Alla prima battuta dalla bandierina scatta uno dei numerosi schemi studiati a tavolino dal mister e il suo staff. Addae si porta via due uomini e il centro rasoterra trova il piattone destro di Ardemagni. Potrebbe essere gol, ma la conclusione viene deviata da un difensore e Fiorillo riesce a smanacciarer la sfera in angolo. Trascorrono nemmeno due minuti e al 17′ quello che non t’aspetti. Machin raccoglie un diagonale e sul secondo palo centra il legno. Correndo verso Lanni, c’è un contatto tra Laverone e Mancuso: l’attaccante va a terra e Fourneau indica il dischetto. Inutili le proteste. Mancuso si occupa di calciare il penalty, ma Lanni festeggia il rientro da titolare allungandosi sulla sua destra e dicendo di no all’ex attaccante della Samb.
E’ una gara a viso aperto. Il Pescara cerca di fare il gioo ma con il pressing di Vivarini non è facile. Al 27′ Ninkovic calcia da fuori, forte e rasoterra, Fiorillo non trattiene, la palla finisce addosso ad Ardemagni e poi viene di nuovo catturata dal potiere aiutato da una buona dose di fortuna. La risposta del Pescara al 33′: diagonale di Machin, sul secondo palo Marras – buon per l’Ascoli – è in legghero ritardo. Si va da una parte all’altra senza sosta e il finale di tempo è per cuori forti. Al 37′ Ninkovic in contrpiede mette a sedere due avversari, poi il suo destro è intercettato da un difensore in disperato recupero. Al 45′ Mancuso, che sul fronte destro dell’Ascoli mette in difficoltà Laverone che non è un difensore puro, si accentra e calcia. Ma Lanni sembra avere un conto aperto con lui e gli nega la gioia del gol. Al 45′, su un cross dalla destra, Perrotta si ritrova davanti alla porta sguarnita. Colpisce di testa ma la palla va fuori: la cosa più difficile. La difesa bianconera sbanda e al 46′ (durante i sessanta secondi di recupero) Lanni miracoleggia sul colpo di testa di Memushaj a meno di un metro dalla linea. Un portiere straordinario (per chi non lo conosceva), ma per fortuna dell’Ascoli arriva il fischio di Fourneau che manda tutti al riposo.
La ripresa si apre con lo stesso copione del finale del primo tempo. Di nuovo protagonista Lanni che devia un diagonale con i piedi, ma poi nulla può al 6′ sulla rasoiata di Brugman da fuori area. Il centrocampista, non contrastato da nessuno, viene servito da Mancuso al quale la difesa concede troppo. L’Ascoli non ci sta e al 7′ Valentini va vicino al pari di testa. I bianconeri insistono e al 17′ il destro di Cavion merita miglior fortuna, ma la sua conclusione dalla distanza centra il palo. Il gol non può non arrivare. E infatti arriva. Segna Ardemagni, bomber di razza, bravissimo a raccogliere l’assist di Rosseti (in campo da pochi secondi), anticipare il difensore e poi veffare Fiorillo con un pallonetto di sinistro da posizione non facilissima. A questo punto Vivarini richiama uno stremato Frattesi e getta nella mischia Troiano che si piazza davanti alla difesa allargando Addae.
La gara cambia al 27′. D’Elia commette falllo a centrocampo: secondo giallo (esagerato) e Ascoli in dieci. Il Pescara spinge ovviamente sull’acceleratore, ma sono i bianconeri ad andare vicino al gol al 30′ con Rosseti che tenta la girata al volo: solo davanti alla porta cicca la sfera. In inferiorità numerica, l’Ascoli deve solo aspettare il triplice fischio, ma non disdegna qualche ripartenza. Non è facile contro un avversario che chiude addirittura con quattro punte per l’assalto finale. Niente da fare. Anzi, Ninkovic ha sul destro la palla della vittoria ma la sua conclusione non ha fortuna. Finisce così. Risultato giusto.
ASCOLI (4-3-1-2 ): Lanni; Laverone, Padella, Valentini, D’Elia; Cavion, Addae, Frattesi (25’st Troiano); Ninkovic; Ardemagni (33’st Kupisz), Ngombo (19’st Rosseti). A disposizione: Perucchini, Bacci, De Santis, Quaranta, Casarini, Baldini, Carpani, Parlati, Beretta. Allenatore: Vivarini.
PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Gravillon, Perrotta, Del Grosso; Memushaj Brugman Machin (42’st Cocco); Marras (31’st Del Sole), Monachello (19’st Antonucci), Mancuso. A disposizione: Kastrati, Scognamiglio, Fornasier, Elizalde, Palazzi, Farelli, Crecco, Melegoni, Ciofani. Allenatore: Pillon.
Arbitro: Fourneau di Roma (assistenti Grossi di Frosinone e Schirru di Nichelino, quarto ufficiale Volpi di Arezzo).
Reti: 6’st Brugman (P), 20’st Ardemagni (A).
Note: spettatori 9.060 di cui 5.397 paganti (2.000 provenienti da Ascoli) più 3.663 abbonati per un incasso totale di 74.828 euro. Espulso 27’st D’Elia (A) per doppia ammonizione. Ammoniti Ardemagni (A) e Gravillon (P) per reciproche scorrettezze, Perrotta (P), Brugman (P), Balzano (P) e Del Grosso (P) tutti per gioco falloso. Angoli 6-5 per l’Ascoli. Recupero 1’+5′.
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