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Cagnolino o gattino,
un nuovo amico in casa

FOCUS - Con il veterinario, dottor Massimiliano Piermarini, parliamo dell'arrivo a casa di un nuovo cagnolino o gattino. Le prime cure e le prime attenzioni necessarie a favorire il corretto inserimento dell'animale nel nuovo ambiente (prima parte)
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In questo articolo parleremo dell’arrivo a casa di un nuovo cagnolino o gattino, concentrandoci sulle prime cure e le prime attenzioni necessarie a favorire il corretto inserimento dell’animale nel nuovo ambiente.

Il veterinario, dottor Massimiliano Piermarini

Similitudini e differenze tra cagnolino e gattino

Per iniziare analizziamo brevemente in cosa sono simili e in cosa differiscono da piccoli il cane e il gatto, in modo da sapere cosa aspettarci dall’uno e dall’altro.

Similitudini: sia il cagnolino che il gattino provengono spesso da una cucciolata con più fratelli e sorelle, quindi saranno abituati alla compagnia e al gioco; inoltre, come tutti i Mammiferi, avranno anche un forte rapporto con la madre. Noteremo in entrambe un’alternanza tra fasi di gioco scatenate e fasi di riposo e sonno profondo, del tutto normali a questa età. Entrambe le specie sono poi accomunate da una spiccata curiosità verso l’ambiente circostante.

Differenze: le differenze più evidenti dipendono da una più rapida maturazione del gattino rispetto al cagnolino. Il gattino intorno ai 45 giorni è praticamente già svezzato autonomamente dalla madre e mangia cibi solidi, mentre il cagnolino viene di solito svezzato intorno a 60 giorni (età a cui solitamente avviene l’adozione da parte di una “famiglia umana”), con l’iniziale introduzione di cibi morbidi e poi via via più complessi. Anche l’apprendimento dei comportamenti “da adulto” è più veloce nel gatto: è frequente infatti vedere gattini che appena entrati in casa a 45-50 giorni imparano in un attimo a fare i bisogni nella lettiera, mentre nel cagnolino la comprensione del comportamento da noi desiderato (traversina, tappetino igienico, in passeggiata, in giardino…) spesso non avviene prima dei 3-4 mesi di vita. Il gattino solitamente apprezzerà la compagnia ma si adatterà anche a restare un po’ da solo, poiché da adulto la sua natura sarà quella di un animale tendenzialmente indipendente, mentre il cagnolino, per la sua natura di animale da branco, sarà più sensibile alla solitudine e spesso potrà sembrare “appiccicoso” (termine non tecnico ma che rende bene l’idea).

“Vitto e alloggio”

Sarà la prima preoccupazione all’arrivo del nostro amico: cosa gli do da mangiare? Dove lo metto? La risposta a queste domande non è scontata come sembra, dipendendo molto dal precedente sistema di allevamento dell’animale e dal futuro per lui previsto.

Alimentazione

Qualsiasi siano la specie e la razza del nostro amico una corretta alimentazione sarà fondamentale per il suo adattamento alla nuova casa e per il suo sviluppo psico-fisico; l’alimentazione del cucciolo è un tema molto vasto e che esula dagli scopi di questo articolo, nel quale ci limiteremo a dare delle importanti indicazioni per favorire l’ingresso dell’animale nella nuova vita domestica.

La prima cosa da fare sarà informarsi presso l’allevatore (inteso come la persona che ci ha ceduto l’animale) riguardo le abitudini alimentari del piccolo: è stato allattato dalla madre o col biberon? E’ già totalmente svezzato o beve ancora il latte? Se già mangia cibi solidi, cosa mangia di preciso? Crocchette, umido, cibo casalingo? Porremo tutte queste domande non per semplice curiosità ma perché nei primi giorni sarà opportuno proseguire con il regime alimentare già conosciuto dall’animale: qualora non si seguisse tale semplice ma fondamentale regola si incorrerebbe quasi certamente in conseguenze spiacevoli, che possono andare dalla mancata accettazione del nuovo cibo fino allo sviluppo di sindromi gastroenteriche con vomito e diarrea, sempre molto debilitanti per animali così giovani. Allo stesso tempo dovremo avere in mente come nutriremo in futuro l’animale (mangime secco, scatolette…), chiedendo anche il parere fondamentale del veterinario riguardo alle esigenze nutrizionali della specie e della razza in questione.

Ottenute queste informazioni organizzeremo l’alimentazione in più fasi:

1) nei primi 3-5 giorni somministreremo lo stesso tipo di alimento dato prima dell’adozione (spesso l’allevatore ci aiuterà dandoci un po’ del mangime da lui utilizzato);

2) passati i primi 3-5 giorni inizieremo ad inserire l’alimento che utilizzeremo in seguito, inizialmente in piccole percentuali e poi via via ad aumentare, diminuendo contemporaneamente la quantità del vecchio alimento. Per favorire l’accettazione sarà bene mescolare i due alimenti nello stesso pasto;

3) dopo 7-15 giorni la sostituzione sarà completa e potremo iniziare ad utilizzare solo il nuovo alimento.

Sarà anche importante il numero di pasti giornalieri, che nel cucciolo è bene che siano almeno tre per non concentrare tutta la razione del giorno in un unico pasto pesante.

Sistemazione

In genere sarà bene inserire l’animale fin da subito nel luogo che sarà a lui destinato: in casa se sarà un cane o gatto casalingo, in giardino se dovrà stare all’aperto e così via.

Cosa fare in casa: dovremo fornire un luogo di riposo definito (es. materassino, tappetino, cuccetta, brandina…), situato in una zona tranquilla ma non isolata della casa; dovremo mettere a disposizione acqua fresca a volontà, e nello stesso posto serviremo anche i pasti giornalieri; nel caso del gattino metteremo in casa una o più lettiere in sabbia, che il felino imparerà ad utilizzare in breve tempo; nel caso del cagnolino potremmo fornire una traversina per i bisogni, anche se non tutti i cani ne apprendono efficacemente l’utilizzo e pertanto sarà bene anche prevedere delle uscite all’esterno per i bisogni.

Cosa fare all’aperto: gli accorgimenti generali da usare all’esterno sono bene o male gli stessi adottati in casa (area di riposo, area di alimentazione con acqua a disposizione…), con un occhio di riguardo alla resistenza alle intemperie dei ricoveri (cucce, gabbie, tettoie…) e ponendo attenzione alla sicurezza di reti perimetrali e cancelli; meno problematica sarà la definizione delle aree dove fare i bisogni, poiché di solito all’aperto l’animale trova da solo un posto che ritiene idoneo; feci e urine andranno comunque rimosse frequentemente per scongiurare pericoli igienico-sanitari.

Inoltre è importante, sia in casa che all’aperto, eliminare o rendere inaccessibili tutti i potenziali pericoli che potrebbero stimolare la curiosità di un animale giovane: cavi elettrici, detersivi, prodotti da giardino, sacchi della spazzatura andranno dunque allontanati e situati fuori dalla portata del nostro nuovo amico.

Controlli sanitari

Quando si adotta un animale è opportuno programmare in tempi rapidi una visita dal veterinario, sia per valutare lo stato generale del piccolo sia per iniziare le profilassi antiparassitarie e vaccinali necessarie. Non entreremo qui nel dettaglio dei vari protocolli, la cui valutazione spetta al veterinario curante in base alla visita clinica, mentre daremo delle informazioni generiche sugli interventi effettuati più frequentemente.

Sverminazione: si tratta della somministrazione di prodotti contro i parassiti interni (detti comunemente “vermi”); è necessaria poiché spesso i cuccioli sono affetti da infestazioni tipiche dell’età giovanile, trasmesse dalla madre o contratte dall’ambiente. In genere si effettua tramite interventi multipli, con tempistiche specifiche in base al prodotto utilizzato.

Antiparassitario esterno: consiste nell’applicazione di sostanze repellenti e/o tossiche per i parassiti esterni (pulci, zecche, pidocchi…), ma sicure per i nostri animali. E’ un intervento che spesso si rende necessario quando l’animale è infestato da questi parassiti, soprattutto nella stagione calda e nel caso di cucciolate cresciute all’aperto.

Vaccinazioni: la vaccinazione consiste nella somministrazione di presidi medici, detti appunto vaccini, che stimolano il sistema immunitario a produrre preventivamente anticorpi contro certe malattie. Sono fondamentali per la prevenzione di malattie infettive gravi ed anche mortali, che soprattutto in età giovanile possono causare gravi danni all’animale. La vaccinazione di base si esegue generalmente in due o tre interventi, detti richiami, distanziati di circa 3-4 settimane l’uno dall’altro; è importante rispettare la molteplicità degli interventi e non fermarsi solo al primo, perché la ripetizione del vaccino consente di instaurare una memoria immunitaria più potente e duratura.

Microchip: il microchip è un transponder che viene inoculato sottocute, caratterizzato da un codice univoco di identificazione. Tale codice, al momento dell’iscrizione dell’animale all’Anagrafe Nazionale, viene associato al nome del proprietario, cosicché leggendo il codice del trasponder con un apposito lettore è possibile risalire al proprietario e al suo indirizzo di residenza. E’ obbligatorio nei cani, mentre nei gatti è facoltativo: diventa tuttavia obbligatorio in tutte e due le specie qualora si debba fare il passaporto per portare l’animale all’estero. Per legge il microchip dovrebbe essere stato inoculato al cane già prima della cessione al nuovo proprietario, e in tal caso il veterinario lo leggerà e provvederà a verificare che il passaggio di proprietà sia stato registrato correttamente; qualora invece esso sia assente il veterinario ne inoculerà uno e lo registrerà direttamente a nome del nuovo proprietario.

(fine prima parte)

 

 


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