Tre anni e dieci mesi è la condanna inflitta dalla Corte Belga a Ismail H’Maidat, il 23enne ex calciatore dell’Ascoli accusato di rapina a mano armata. H’Maidat, che ha doppia cittadinanza belga e marocchina, era stato arrestato lo scorso marzo poiché ritenuto uno dei membri della banda che aveva messo a segno una serie di rapine in Belgio: nel mirino supermercati, distributori di benzina e altri negozi. Rapine che hanno fruttato un bottino di circa tre milioni di euro. Ora la condanna a 46 mesi di carcere che, di fatto, mettono fine alla carriera che a un certo punto sembrava lanciatissima per il giovane talento approdato al Brescia, in B, dopo un lungo peregrinare nelle giovanili di diversi club europei.
Con l’Ascoli H’Maidat non è mai sceso in campo, ma per sei mesi ha fatto parte dell’Ascoli Picchio, esattamente dal 3 febbraio 2016 (il giorno in cui venne presentato dalla società) al 30 giugno 2016. L’allenatore era Mangia, e di quella squadra restano solo Lanni, Addae e Carpani. H’Maidat arrivò ad Ascoli in prestito dalla Roma che aveva acquistato questo talentuoso trequartista dal Brescia tenendolo sei mesi a Trigoria senza mai impiegarlo. Con le “rondinelle” aveva invece disputato due campionati di B collezionando una quarantina di presenze. Si era messo in grande evidenza tanto che può vantare anche una presenza nella Nazionale del Marocco.
Andò via da Ascoli dove gli era stata assegnata la maglia numero 18, quella lasciata da Caturano che al mercato di gennaio era passato al Lecce. Maglia che ha indossato solo per le foto di rito al suo arrivo e altre otto volte quando andò in panchina al “Del Duca” contro Latina, Como, Modena, Avellino e Cagliari, e in trasferta a Pescara, Crotone e Perugia. A fine stagione tornò alla Roma che lo girò in prestito al Vicenza (zero presenze), poi nella B portoghese (8 presenze e 1 gol nell’Olhanense) e quindi nella B belga (Westerlo). La condanna è arrivata a sei mesi dall’arresto. Di M’Haidat calciatore, insomma, si può parlare solo al passato.
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