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Quintana, un fulmine sulla Piazzarola:
in sei abbandonano il comitato,
ma non ci sarà commissariamento

ASCOLI - Guazzabuglio nell'Arme biancorossa con le dimissioni del caposestiere Amedeo Lanciotti, del vice Alfredo Bartoli e dei consiglieri Sabatino Lori, Luca Fattori, Carlo Bartoli e Andrea Frollo. Il tentativo di "ricucire" da parte del console Luigi Morganti è andato a vuoto
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Luigi Morganti e Amedeo Lanciotti, console e caposestiere della Piazzarola, mostrano orgogliosi il premio appena consegnato al loro Sestiere

di Andrea Ferretti

Il caposestiere Amedeo Lanciotti, il suo vice Alfredo Bartoli e i consiglieri Sabatino Lori, Luca Fattori, Carlo Bartoli e Andrea Frollo. Sono le sei persone che si sono dimesse dal comitato di Sestiere della Piazzarola. Hanno rimesso il mandato al console Luigi Morganti. I motivi che avrebbero scatenato questa crisi – inaspettata, ma che covava sotto la cenere da mesi o forse sarebbe meglio dire dalle ultime elezioni – sarebbero legati anche alla gestione della scuderia (contratto da rinnovare con Nicholas Lionetti, il giovane cavaliere faentino che non è comunque mai stato messo in discussione) e anche al bilancio preventivo 2019 che per statuto viene redatto dal comitato per essere portato all’approvazione dell’assemblea dei soci. Vista la situazione a rischio il console Morganti, nel suo ruolo di super partes, aveva convocato una riunione. Avrebbe dovuto tenersi domenica 9 dicembre. Ma il tentativo di Morganti è andato a vuoto perchè, nel frattempo, sono giunte le sei dimissioni. In sette sono comunque rimasti in sella e, statuto alla mano, possono continuare a governare l’Arme biancorossa. «Non permetteremo che il Sestiere venga commissariato, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità» dice Pierluigi Messidori, ex caposestiere, che alle ultime elezioni battagliò con l’attuale (ormai ex) caposestiere Lanciotti.

Dispiace, e colpisce, che tutto ciò sia accaduto proprio nel Sestiere che ha poco più di un mese fa ricevuto, nel corso di una cerimonia al Teatro Filarmonici, il premio “correttezza e lealtà” che la Quintana ha istituito per la prima volta, su imput del comitato dei festeggiamenti patronali di Sant’Emidio, assegnandolo al Sestiere che meglio interpreta la “carta etica del quintanaro”. Il guazzabuglio giunge all’indomani anche della “Assemblea dei 100”, nel corso della quale si sono ritrovati i membri dei sei comitati e del Gruppo comunale per un sereno confronto (tanto sereno alla fine non è stato per la decisa presa di posizione di Porta Tufilla sul nuovo regolamento elettorale) fra Sestieri, Consiglio degli Anziani, Comitato degli esperti e Collegio dei probiviri.

Maggioranza e minoranza di fatto sono state, e sono, la rovina della Quintana da quando – dicembre 1990 – vennero introdotti i Comitati con le prime elezioni. In precedenza (1984) ci furono delle elezioni farsa di cui quasi nessuno venne a conoscenza, tanto che per votare bastava passare davanti la sede di un Sestiere ed essere invitati dentro per mettere delle croci su un foglio. Ma negli ultimi vent’anni le elezioni hanno prodotto anche dolorosi commissariamenti (vedi Porta Tufilla e Sant’Emidio) che hanno lasciato ferite: alcune rimarginate, alte inguaribili. La Quintana dal 1955 ha sempre funzionato esclusivamente sulla passione e sulla disponibilità di volontari i quali, per operare, non avevano bisogno di voti se non addirittura di appoggi politici. Parole come “trasparenza” e slogan come “dare voce a tutti”, che all’inizio suonavano bene, nel tempo si sono rivelate una bomba a orologeria. E le bombe, come tali, ogni tanto scoppiano.

Etica nella Quintana, alla Piazzarola il “Premio correttezza e lealtà” (Tutte le foto)


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