di Luca Capponi
Un esempio lampante, in una situazione peraltro di difficile approccio: l’aggregato composto da 17 unità a Balzo di Montegallo. Progetto da quasi 3 milioni di euro approvato e finanziato in 7 mesi, lavori partiti un mese fa e, ad oggi, già al 20% di avanzamento. Vale a dire una settimana di anticipo rispetto ai tempi prefissati, stimati in un anno e mezzo circa. Se la ricostruzione viaggiasse a regime, i tempi sarebbero simili a questi. Ma probabilmente anche minori. Invece le percentuali parlano chiaro: 2,5% di ricostruzione privata effettuata, mentre a livello pubblico siamo sul 7-8% . Di questo passo, un passo da lumaca, per arrivare non tanto al 100%, ma almeno all’80-90%, occorrerebbero decenni. Tempi titanici.
Le stime fornite sono quelle del Collegio Geometri di Ascoli, che attraverso il suo presidente Leo Crocetti, affiancato dal segretario Marilena Romanelli e dal tesoriere Adriano Tirabassi, non esita a definire la situazione «preoccupante, aggravata da leggi poco specifiche, burocrazia, pratiche da evadere in 365 giorni di media nei casi di danni più gravi e da tante altre criticità finora mai affrontate adeguatamente».
Insomma, un quadro che parla di una partenza evidentemente a rilento. «Ma abbiamo fiducia nel nuovo commissario Piero Farabollini, finalmente un tecnico, uno di noi, che ha già dimostrato di voler recepire i rilievi presentati da tutti i tecnici impegnati nella ricostruzione» continua Crocetti. «Alleggerire il carico di documenti da presentare per le pratiche è fondamentale, ma anche ridurre le ordinanze o quanto meno semplificarle; ad oggi ne sono state emesse 69, e sfido chiunque a sostenere che siano leggibili, ci sono notevoli difficoltà per la loro interpretazione, difficoltà che poi si traducono in stalli burocratici».
«In una delle ultime riunioni -continua Crocetti- Farabollini ha annunciato la creazione di tavolo tecnico territoriale che gli farà da braccio destro nel cratere, composto da 10 tecnici, di cui 4 provenienti dalle Marche; non dimentichiamo che la nostra regione è quella che ha subito più danni, con una stima del 63% del totale e 42.265 immobili da sistemare. Ad oggi, la richiesta di contributo è arrivata per 1.172, non è possibile andare avanti di questo passo».
Tra i problemi spicca anche il problema dei compensi per i geometri impegnati, che nonostante abbiano iniziato a lavorare già da due anni, per la maggior parte, prenderanno la loro retribuzione quando inizieranno i lavori, fungendo praticamente da…banche umane. «Fatichiamo a trovare personale, questa è la verità, anche per questo motivo. Da gennaio, ribadisco, urge un cambio di marcia, altrimenti rischiamo di ritrovarci con tanti territori a rischio desertificazione perenne. Anche la piattaforma Mude, dove carichiamo i progetti, ha bisogno di snellimento; basta sbagliare di un centesimo che si blocca per 15-20 giorni, deve essere velocizzata» specifica il presidente.
Infine, l’appello per i tecnici che al 31 dicembre rischiano di dover abbandonare gli uffici per via della scadenza contrattuale. Ad oggi quelli impegnati nel cratere sono 1.199, tra ingegneri, gemoetri, geologi e altre figure professionali. «Abbiamo protestato fortemente, è assurdo, senza una proroga o un nuovo contratto gli uffici resteranno sgombri ed i tempi si allungheranno ancora. -conclude Crocetti- Farabollini ci ha assicurato che anche a questo aspetto verrà posto rimedio, sarebbe assurdo perdere tanti giovani che in questi due anni si sono formati e conoscono il mestiere, sfioreremmo la paralisi»
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