A Venezia la partita di Rosseti, qui al “Del Duca” contro il Verona, è durata solo 13 minuti (Foto Edo)
di Bruno Ferretti
Un passo avanti e uno indietro. L’Ascoli non avanza in classifica come potrebbe e dovrebbe fare. La squadra di Vivarini sotto l’aspetto dei risultati appare indecifrabile. Batte una dopo l’altra Verona e Benevento, ovvero due delle squadre più forti della B, poi rovina il doppio colpo perdendo in casa col Padova, formazione di retrovia. Quindi riparte pareggiando a Pescara e superando lo Spezia, ma fallisce il possibile salto di qualità perdendo a Venezia una partita che poteva pareggiare. Al “Penzo” la squadra di Vivarini si è fatta infilare dal nuovo entrato Citro a 7 minuti dalla fine, su asssist di Litteri. Enorme la delusione dei 522 tifosi bianconeri assiepati nel settore ospiti, proprio dietro la porta dove si è consumata la sconfitta. Erano partiti da Ascoli con un carico di speranze, ma sono svanite quando ormai, con la squadra ridotta nuovamente in dieci, sembrava fatta. Un risultato positivo a Venezia avrebbe consentito all’Ascoli di aprire nuove prospettive di classifica. E invece è tutto rinviato.
Ninkovic nella palestra del “Picchio Village”
A Venezia ha inciso moltissimo l’assenza dello squalificato Ninkovic, l’elemento tecnicamente più dotato. Ma questo non basta a giustificare la sconfitta, perché l’Ascoli non può e non deve dipendere da un solo giocatore, pur bravo che sia. Con tutto il rispetto che Ninkovic sicuramente merita, lui non è Messi e neppure Cristiano Ronaldo. Al “Penzo” Vivarini non ha cambiato l’assetto tattico piazzando Cavion dietro Ardemagni e Ngombo, ma l’ex Cremonese ha inciso poco. E gli attaccanti pure, rendendo agevole il pomeriggio del portiere avversario Vicario. Al posto di Laverone, sulla fascia destra, ha giocato Kupisz con risultati deludenti. Al di là delle prestazioni dei singoli, l’Ascoli ha decisamente sbagliato l’approccio se è vero che nei primi 11 minuti la squadra di Zenga ha sfiorato tre volte il gol, nell’ordine con Marsura, Di Mariano e Vrioni. I pericoli scampati hanno dato la sveglia a capitan Troiano e compagni, che sono corsi ai ripari pur non rendendosi mai pericolosi. La partita è inevitabilmente calata di tono e sembrava avviata allo 0-0. Poi l’espulsione di Rosseti, da 13 minuti subentrato a Ngombo, che ha rimediato due gialli in tre minuti. Il finale si è complicato non poco e, inevitabile, è arrivato il gol con una frittata generale della difesa e Lanni, incolpevole, a raccogliere la palla nel sacco.
Cavion ha sostituito Ninkovic, ma non è quello il suo ruolo (Foto Edo)
E’ la terza volta consecutiva che l’Ascoli chiude in inferiorità numerica, sempre per doppio giallo. A Pescara era toccato a D’Elia, con lo Spezia a Ninkovic, a Venezia è stata la volta di Rosseti. L’arbitro Di Martino di Teramo ha concesso 4 minuti di recupero che poi sono diventati 5 e poi addirittura 6. Niente da fare. I tre punti sono rimasti in laguna. In classifica l’Ascoli ha perso posizioni. Sono in arrivi due partite consecutive in casa, contro Cittadella e Brescia. Una doppia occasione propizia per riprendere la marcia interrotta.
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