di Adriano Cespi
La costruzione vera e propria dei parcheggi cittadini arriva con l’avvento della Seconda Repubblica, nel 1998, quando alla guida della città c’è, per la prima volta ad Ascoli, un’amministrazione di Sinistra, guidata da un sindaco del Pds (eletto, nel maggio del 1995, direttamente dal popolo): stiamo parlando della giunta Allevi. Torricella ed ex Gil, in un paio d’anni, vengono realizzati e, nel gennaio 1999, viene siglata una nuova convenzione, che modifica alcuni punti del precedente contratto firmato, nel marzo del 1995, in piena Prima Repubblica, dall’allora amministrazione Cappelli (Dc) e dal Consorzio Parcheggi Azzurri, titolare della concessione. I parcheggi vengono, dunque, inaugurati e ufficialmente aperti al pubblico, e il Centro storico (Piazza Arringo) chiuso al traffico. Per poco però, perché l’arrivo della nuova giunta di centrodestra guidata dal sindaco Celani, che ne aveva fatto un cavallo di battaglia elettorale, cancella quel provvedimento e riapre il Centro storico (Piazza Arringo) alle auto. Per poi richiuderlo, però, successivamente.
CONVENZIONE ALLEVI – ANNO 1999
Alla base della decisione politica dell’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Allevi c’è la forte volontà “di ridurre – si legge nella convenzione – la presenza veicolare possibilmente fino alla chiusura, ai non residenti, dell’accesso al centro storico”. Chiusura, relativa a Piazza Arringo, che avvenne, ma che fu subito cancellata dalla successiva amministrazione di centrodestra (Forza Italia, Alleanza Nazionale e pezzi dell’ex Democrazia Cristiana) che ne aveva fatto un cavallo di battaglia elettorale (per poi ripensarci e chiuderla, definitivamente, qualche tempo dopo). Come detto, la giunta Allevi modificò alcuni punti della precedente convenzione, inserendone dei nuovi. Viene stabilito, così, che, proprio per facilitare la sosta all’interno dei due nuovi park, “i parcheggi a pagamento in superficie nel centro storico – recita la convenzione – fossero con tariffazione superiore a quella di Torricella ed ex Gil e che la viabilità nel centro storico favorisse il convogliamento dei flussi veicolari ai due parcheggi”. Inoltre, e questo è un punto importante, “è convenuto – si legge ancora nel contratto – l’ampliamento a 24 mesi del periodo di 2 mesi (previsto dalla precedente convenzione Cappelli, ndr) per la chiusura dei parcheggi di superficie a pagamento al fine di consentire un adeguato monitoraggio della domanda di sosta a seguito dell’entrata in funzione di Torricella ed ex Gil e dell’attuazione del piano traffico”.
Le modifiche però non terminano. Eccone, infatti, un’altra, sostanziale: la gestione dei 400 spazi di sosta a pagamento previsti nel centro storico (quelli con le strisce blu, per intenderci), che l’amministrazione Cappelli affidava alla Parcheggi Azzurri “qualora non fossero stati soppressi entro due mesi dall’inizio della gestione dei due parcheggi”, vengono, invece, “concessi – con la convenzione Allevi – dalla Parcheggi Azzurri al Comune”. Con tariffe da 1500 lire per ogni 30 minuti di sosta. Ma arriviamo all’articolo più importante della convenzione Allevi del gennaio 1999, che rappresenta una sorta di clausola paracadute per entrambi gli attori (Consorzio e Comune), e cioè il numero 5, che così recita: “Nel caso di permanenza dei parcheggi di superficie a pagamento nel centro storico e qualora il concessionario consegua un ricavo di gestione inferiore a quanto previsto nei piani economici fissati, l’Amministrazione comunale è tenuta a reintegrare il concessionario del minor ricavo conseguito sino al raggiungimento del ricavo mensile previsto nei piani economici finanziari, attingendo, esclusivamente, dalla somma introitata dal Comune per la gestione dei parcheggi di superficie”. Ma, attenzione, ecco il punto saliente: “La somma da reintegrare non potrà, comunque, superare quella introitata dal Comune per la gestione dei parcheggi di superficie a pagamento da intendersi come somma versata dai gestori dei parcheggi nelle casse comunali o, in caso di gestione diretta del Comune, al netto delle spese di gestione”. E viene anche istituito un Osservatorio (Parcheggi Azzurri-Commissione comunale) per monitorare l’intera situazione.
CONVENZIONE CELANI – ANNO 2002
Il sindaco Piero Celani, alla guida di una giunta di centrodestra (Forza Italia, Alleanza Nazionale e pezzi dell’ex Democrazia Cristiana) vince le elezioni e, nel giugno del 1999, si insedia a Palazzo Arengo. Tutto cambia, almeno per qualche tempo, e la chiusura del Centro storico viene cancellata, con le auto che tornano, così, a transitare per Piazza Arringo. Per poco, però. Successivamente, infatti, la giunta Celani, farà retromarcia, e chiuderà, stavolta, sì, definitivamente, Piazza Arringo alle auto. Ma torniamo ai contratti. Passano tre anni circa e tra ricorsi al Tar della Parcheggi Azzurri, stime su un’eventuale acquisizione da parte del Comune dei due parcheggi che fissano il valore delle opere tra i 16 e i 18 miliardi delle vecchie lire, e cambi di gestione, al Consorzio Parcheggi Azzurri subentra la multinazionale Saba (viene estinto il ricorso al Tar presentato dal Consorzio), l’amministrazione Celani, nel 2002, decide di modificare la convenzione. Ed i parcheggi a raso (strisce blu) dal Comune passano, di nuovo, in mano al privato. “Il Concessionario (la Saba, ndr) – si legge nella convenzione Celani – si impegna a gestire la sosta di superficie all’interno del territorio comunale come identificato dal piano allegato…”. Piano, che fissa alcuni paletti. Ad esempio da parte del Concessionario “c’è un canone inziale – si legge – differenziato da corrispondere, dal terzo anno, per la gestione dei posti auto in superficie”. Canone a favore del Comune, naturalmente, che va dai “20,66 euro a posto auto per il Centro storico (esclusivi), ai 15,49 euro per posto auto in Centro storico (misti), fino ai 3,62 euro per posto auto nelle Zone limitrofe”. Canone che aumenta “a partire dal 10° anno”. E che viene così fissato: “103,29 euro a posto auto in Centro storico (esclusivi), 77,47 euro a posto auto in Centro storico (misti), 18,08 euro a posto auto Zone limitrofe”. Per quanto riguarda, invece, le tariffe orarie il piano predisposto stabilisce: “Porta Torricella, 0,50 euro l’ora (fase avviamento), 0, 50 euro l’ora (fase a regime); Ex Gil, 1 euro l’ora (fase avviamento) , 1,30 euro (fase a regime); Parcheggi a raso Centro storico e Zone limitrofe, 5 tariffe: (tariffa 1), 1,20 euro l’ora (fase avviamento), 1,35 euro l’ora (fase a regime); (tariffa 2), 1,20 euro l’ora (avviamento), 1,35 euro l’ora (a regime); (tariffa 3), 1 euro l’ora (avviamento), 1,20 euro l’ora (a regime); (tariffa 4), 0,80 euro l’ora (avviamento), 1,05 euro l’ora (a regime); (tariffa 5), 0,60 euro l’ora (avviamento), 0,90 euro l’ora (a regime); Parcheggi Esterni a sosta lunga, 1,30 euro (avviamento), 1,50 euro (a regime) al giorno”. Un altro punto inserito in convenzione dall’amministrazione Celani è quello che “impegna il Comune ad intraprendere tutte le azioni necessarie a favorire il trasferimento degli uffici Asl nei locali dell’ex Gil, entro 3 anni dalla sottoscrizione del presente atto (la convenzione appunto, ndr)”. C’è poi una riduzione della durata complessiva del rapporto e la gestione di tutti i parcheggi “da 40 anni scende a 35 anni”. Viene inserito anche un articolo che prevede che “Il Comune entro 10 anni dalla stipula della convenzione può rilevare la quota della Società Concessionaria o della Società proprietaria dei parcheggi ex Gil e Porta Torricella sulla base del piano economico e finanziario valido alla data in cui l’Amministrazione comunale eserciterà tale facoltà”.
Arriviamo, così, al punto più controverso, l’articolo 9 della convenzione Celani, quello che dà il via alle polemiche politiche e lascia spazio a diverse interpretazioni. “L’esercizio della gestione del servizio oggetto del presente contratto – si legge – deve essere ispirato al principio di continua collaborazione fra le parti contrattuali di modo che ogni provvedimento della Pubblica amministrazione concedente, che possa incidere sull’assetto logistico e sul relativo equilibrio economico-finanziario, dovrà preventivamente essere comunicato all’altra parte (…). Qualora nel corso del rapporto contrattuale dovessero modificarsi gli elementi che hanno determinato l’attuale equilibrio economico-finanziario del rapporto stesso, le parti si impegnano a concordare una rimodulazione delle clausole contrattuali per ripristinare l’equilibrio compromesso (…). Dal 2° mese successivo alla data di comunicazione (del venir meno del predetto equilibrio) sorgerà l’obbligo del relativo ripristino attraverso una compensazione di posti auto o per equivalente”. Ed è proprio questa frase “compensazione di posti auto o per equivalente” che spalanca dubbi, sviluppa doppie interpretazioni, e crea scontri politici. E che qualcuno dovrebbe spiegare.
SECONDA PARTE (FINE)
Parcheggi, una faccenda travagliata Le convenzioni: da Ciccanti a Cappelli e da Allevi a Celani
Ascoli, Matteucci diffida la Saba: «Fuori i conti dei parcheggi o salta la convenzione»
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