L’ex sindaco ed attuale vice presidente del Consiglio regionale, Piero Celani, scatenato contro il “Natale ascolano”. Sotto accusa, in un post facebook al vetriolo pubblicato poco fa, ci sono in particolare gli arredi natalizi del centro storico. Il post è poi condito da una foto del salotto cittadino deserto. Già l’incipit celaniano è tutto un programma: «Renne? Slitte? Alberi di Natale? Presepi? Macchè. Niente di tutto questo. Il Natale ascolano è altro. Molto altro». Che cos’è allora? «Grandi lumache gialle e rosse -prosegue Celani- davanti all’area archeologica del palazzo dei Capitani (più piccole sulle bifore), coccodrilli (del Nilo?) nel chiostro di San Francesco, elefanti davanti alla sede della Banca dell’Adriatico. E non dimentichiamo gli animali tra i merli del loggiato in piazza del Popolo che la luce soft (molto soft) dell’illuminazione pubblica, rende non facilmente distinguibili».
Celani poi analizza anche Piazza Arringo. «Che dire poi dei giochi di luce sulla severa facciata del Giosafatti in piazza Arringo? Grandi fiocchi di neve e immagini dolomitiche: non era forse meglio qualche immagine dei nostri meravigliosi Sibillini? Il Natale credo sia altro. Molto altro. Il Natale è luce, il Natale è il suono delle zampogne, il Natale è calore.
Il Natale è tradizione. Una tradizione antica che non ha nulla di obsoleto ma si rinnova ogni anno sempre con lo stesso slancio e partecipazione. Invece, luci molto soffuse (che tristezza piazza del Popolo illuminata praticamente solo dalla luce dei negozi) e animali che nulla hanno a che fare con il Natale. Se vogliamo rilanciare il Centro Storico con queste modalità e con questi messaggi beh! Credo che ci attende ancora una lunga, lunghissima, strada. Eppure sarebbe bastato poco -conclude l’ex sindaco- Un po’ più di luce, qualche Babbo Natale, una renna, una Befana, un albero di Natale. Banale? Non credo, anche perché questo è il Natale. E’ il calore della famiglia e gli ascolani sono una grande famiglia che si ritrova attorno all’albero, al presepe, al panettone. Magari gustando un ponche al mandarino… ed allora: ma che c’azzeccano “lì ciammariche” in Piazza del Popolo?»
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