di Adriano Cespi
“Eppur si muove”. E, alla fine, il progetto Carbon si è mosso. E’ saltato giù dal tavolo burocratico dove era rimasto bloccato per otto anni e si è messo a correre spedito verso la definitiva realizzazione. Con l’operazione di bonifica pronta a partire.
LA CONVENZIONE COMUNE-RESTART – Spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, Luigi Lattanzi: «Entro il prossimo mese di gennaio sarà siglata la tanto attesa convenzione tra Comune e Restart. Dopodiché la società potrà finalmente far partire i lavori di bonifica dell’intera area». E saranno cinque anni di lavori, di scrostatura del terreno, di asportazione profonda della massa inquinata, di rimozione di quei vecchi capannoni, un tempo contenitori di lavoro e speranze per tanti ascolani, oggi ricordo di un’archeologia industriale d’inizio 900. “Eppur si muove”, dunque. Ed a piccoli passi, tra il fastidio del privato, portato verso scelte rapide, e la lentezza della macchina pubblica, fatta di rimpalli di competenze e di lunghi iter burocratici da completare, la nuova “Ascoli 21”, come è stata chiamata, comincia a delinearsi. L’ultimo tassello di questo interminabile puzzle politico-amministrativo è stato piazzato il 10 dicembre scorso, con l’approvazione in giunta della convenzione attuativa dell’intervento. «Siamo stati accusati di eccessiva lentezza – sottolinea Lattanzi – ma bisogna capire che davanti ci siamo trovati un’operazione articolata, e nel contempo pericolosa per la salute pubblica, che necessitava di studi approfonditi e di atti complessi. Basti pensare che il progetto di bonifica e di riqualificazione è dovuto passare sotto la lente d’ingrandimento dell’Arpam, dell’Asur, della Provincia e, perfino, dell’Istituto nazionale d’igiene ambientale, per capire di cosa sto parlando. Alla fine però, con volontà e caparbietà, siamo riusciti a portare a casa tutti quei ‘sì’ procedurali obbligatori allo sblocco della pratica e al rilancio dell’area».
ASCOLI 21, ECCO COME SARA’ IL NUOVO QUARTIERE – Ventisette ettari di territorio cittadino, a ridosso del centro storico, cambieranno, quindi, aspetto. E, come per il complesso Falk di Sesto San Giovanni, la vecchia Stalingrado italiana, come veniva definita un tempo, anche per l’area Carbon il piano di riqualificazione sarà all’insegna della modernità e dell’ecosostenibilità. Con una piccola differenza: mentre lì i capannoni dismessi diventeranno parte integrante della nuova cittadella commerciale, qui gli 850.000 metri cubi di acciaio arrugginito saranno completamente rimossi per lasciare spazio a 350.000 metri cubi di zona abitativa residenziale che darà vita a nuove e moderne palazzine («non più alte di quattro piani» precisa Lattanzi) per 1.500-2.000 appartamenti. «Costruito sul costruito – avverte l’assessore – nessuna occupazione di suolo pubblico in più se non quello già occupato dagli scheletri industriali. Qualcuno potrà obiettare che con la crisi immobiliare che c’è oggi pensare a nuove case ad Ascoli è quantomeno ardito. Intanto, l’intervento di bonifica durerà cinque anni e quindi di bisogno abitativo se ne riparlerà in un prossimo futuro, anche se ritengo giusto essere ottimisti. Poi sarà introdotta la formula del social housing, ovvero un accordo tra venditore e potenziale acquirente che si basa sulla possibilità di avere l’appartamento in affitto per cinque anni, senza obbligo di acquisto, con la possibilità, allo scadere del quinto anno, di poterlo comprare trasformando la cifra complessiva sborsata per l’affitto in acconto. E, comunque, una variante al Piano particolareggiato dell’area, qualora richiesta dal proprietario, la si può studiare in qualsiasi momento. Come si può studiare, qualora dovesse verificarsi, una riduzione di superficie abitativa direttamente proporzionale ad un eventuale intervento economico di un qualsiasi ente pubblico». Non solo case, però. Nei 27 ettari di nuovo quartiere che si svilupperà all’ex Carbon, infatti, 9 saranno destinati, appunto, ad appartamenti; altri 9 a Parco urbano («il più grande delle Marche» sottolinea l’assessore), fatto di verde, piste ciclabili e percorsi pedonali, aree giochi per bambini e spazi per anziani, panchine, punti luce, tutto naturalmente di moderna concezione architettonica; e 9 a polo tecnologico, dove si andranno a concentrare i migliori cervelli per partorire progetti industriali e start-up innovative.
LATTANZI GARANTISCE: «AREA BONIFICATA NELLA MASSIMA SICUREZZA» – Ma ci sono dubbi che scatenano timori e creano allarme. E sollevano interrogativi: in cosa consiste questa bonifica? Il desorbitore, quella sorta d’inceneritore che sarà realizzato nell’area Carbon e che dovrà bruciare tutta la terra inquinata rimossa, è sicuro? La sua ciminiera garantisce il perfetto filtraggio dei fumi? E, ancora, la vasca di prima pioggia, che copre il punto più “avvelenato” e che sarà tombata con calcestruzzo, è sicura? «Ma stiamo scherzando? – rassicura deciso l’assessore Lattanzi – ripeto che il progetto di bonifica, ma anche quello di riqualificazione, sono passati sotto la lente d’ingrandimento di diversi enti pubblici come Arpam, Asur, Provincia, Istituto nazionale d’igiene ambientale, il cui lavoro è esclusivamente quello di valutare rischi e pericoli. Ebbene, tutti questi enti hanno dato l’ok al tipo d’intervento certificando, quindi, il livello massimo di sicurezza per l’ambiente e la salute pubblica».