Ascoli, un’altra multa: dopo la birra all’assistente, i “Borghetti” al portiere
SERIE B - Il giudice sportivo affibbia 5.000 euro: 3.000 per il lancio di piccoli oggetti verso il portiere avversario e 2.000 perchè dopo il gol del 3-2 allo scadere non si trovava più un pallone. Per Addae e Ganz vacanze prolungate di una settimana
La sciarpata della curva sud in occasione di Ascoli-Crotone (Foto Edo)
di Andrea Ferretti
L’Ascoli Calcio è in vacanza. Tutte le squadre sono in vacanza. I giudici, anche quelli sportivi, non ci vanno mai. Quello della Serie B ha infatti multato la società bianconera. Un conto da 5.000 euro, così suddiviso: 3.000 euro “per avere suoi sostenitori, al 40° del secondo tempo lanciato in direzione del portiere della squadra avversaria due oggetti di piccole dimensioni” e 2.000 euro “perchè a seguito della realizzazione di una rete al 50° del secondo termpo risultavano indisponibili i palloni assegnati ai raccattapalle”.
Fa bene il giudice ad applicare il regolamento. Peccato per la multa, ma in un momento così positivo – coinciso con la vittoria sul Crotone, la festa di Capodanno e una classifica dove i punti di ritardo dalla zona playoff sono solo due – non fanno soffrire più di tanto il cassiere di Corso Vittorio. Certo è che i tifosi della curva sud alla prossima faranno piovere il… conto al portiere avversario di turno.
Dopo il “liquido” della precedente partita, ecco ora i “piccoli oggetti”. L’altra volta il “liquido” non era acqua, ma una pinta di birra da 0,50 (lanciata da un bicchiere rigorosamente di plastica, che ha costretto l’assistente dell’arbitro, almeno fino all’intervallo, a correre su e giù maleodorante lungo la linea bianca. Stavolta i contenitori (vuoti?) di “Borghetti”.
A proposito dei palloni scomparsi, oggi è una faccenda che fa notizia e che costa pure salato alle casse dei club. Una volta, invece, soprattutto in alcuni campi del centro-sud, ad un certo punto – dipendeva ovviamente dal risultato – non solo sparivano i palloni, ma anche i raccattapalle. E l’arbitro faceva recuperare il tempo perso per cercare un nuovo pallone? Forse. Non c’erano infatti i tabelloni luminosi, e gli arbitri facevano il pressapoco totale. Ma erano gli stessi anni in cui ancora non esistevano i cartellini. Quando un arbitro ammoniva un giocatore glielo diceva a voce. E quando lo cacciava dal campo al massimo gli indicava il sottopassaggio col dito.
Sempre il giudice sportivo, ma questo si sapeva, ha squalificato per un turno Ganz (espulso dopo il gol per la seconda ammonizione) e Addae (ammonito, era in diffida). Per loro due la sosta di campionato sarà più lunga di una settimana rispetto ai compagni. Al prossimo giallo, stessa sorte per Ardemagni e Laverone.