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«No alla rimozione del bancomat»
L’appello del sindaco Corbelli

MONTEMONACO - Il primo cittadino del paese montano, che sta provando a rialzarsi dopo il sisma, si rivolge a Banca Intesa San Paolo: «Perdere l'unico sportello dove prelevare contante sarebbe un duro colpo alla vivibilità del territorio, con conseguente discapito per abitanti, attività economiche e per i turisti». Il termine ultimo sarebbe quello del 15 gennaio
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«La rimozione dello sportello bancomat sarebbe un duro colpo alla vivibilità del territorio, con conseguente grave discapito per gli abitanti, per le attività economiche – che con immani sforzi stanno cercando di rialzarsi dopo il sisma – oltre che per i numerosi turisti che eleggono il piccolo paese montano a meta fissa di gite e vacanze fuori porta». A parlare è il sindaco di Montemonaco Onorato Corbelli, costretto di nuovo a farsi sentire sul delicato argomento.

Il sindaco Onorato Corbelli

«Ci troviamo di nuovo a dovere fronteggiare la spiacevole “vicenda bancomat”. -spiega- Ciclicamente il problema si ripropone con l’annosa conseguenza di rischiare di perdere quello che può essere decisamente considerato un servizio essenziale per la popolazione. Stavolta la decisione di Intesa San Paolo sembra categorica: lo sportello bancomat verrà rimosso sembra, con data ultima, il 15 gennaio. A nulla, finora, sono valse le forti rimostranze esternate dall’Amministrazione comunale; se il problema, come sembra, fosse di natura economica si è propensi a contribuire con un impegno economico pur di continuare a garantire il servizio ai concittadini».
Insomma, pur di mantenere il servizio a Montemonaco sono disposti anche a fare uno sforzo. «Ben nota infatti- prosegue Corbelli- è la collocazione geografica del nostro paese; ubicato a 1.000 metri sul livello del mare, affronta lunghi e rigidi inverni, la viabilità risulta complessa causa ghiaccio e neve ed è assolutamente impensabile costringere gli abitanti a spostarsi di circa 10 chilometri per rifornirsi di contante, cosa alquanto disagevole soprattutto per i più anziani. Vista e considerata la proroga dello stato di emergenza e per tutte le motivazioni sopra esposte, ci si appella nuovamente a Intesa San Paolo affinché riveda la sua “nefasta” decisione».


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