di Adriano Cespi
Grazie agli “strapuntini salva-rifiuti” otto tonnellate di immondizie potranno essere smaltite, dopo il sì dell’assemblea dei sindaci (contrari solo Castel di Lama, Appignano del Tronto e Castignano), nelle discariche di Relluce e Geta. Quattro, cinque mesi di tranquillità. Poi, però, sarà di nuovo emergenza. Se non verrà realizzata una nuova vasca a Relluce, come previsto dal Piano rifiuti dell’Amministrazione comunale di Ascoli.
NUOVA VASCA A RELLUCE E IL PROBLEMA INCOMPATIBILITA’ – Spiega l’assessore all’Ambiente, Luigi Lattanzi: «Il progetto c’è, la volontà pure, manca solo l’ok della Provincia. E speriamo che arrivi rapidamente in modo tale che l’invaso possa essere costruito subito, almeno prima che anche questi ultimi sormonti si riempiano definitivamente». La solita lentezza burocratica? Assolutamente no. In questo caso il problema è un altro, decisamente più complicato. A monte ci sarebbe un “niet” di natura ambientale che Palazzo San Filippo avrebbe imposto sull’opera. E tutto per la presenza di una comunità di recupero per tossicodipendenti che farebbe, appunto, da vincolo. Insomma, questa nuova vasca raccogli-rifiuti sarebbe incompatibile con la presenza in loco di questo centro di accoglienza. «Capisco il rispetto e la difesa della salute – commenta Lattanzi – ma non capisco perché questo rispetto esca fuori ad intermittenza. Se la Provincia ha dato parere favorevole, adesso, a smaltire ulteriori tonnellate di immondizie negli strapuntini di Relluce, non capisco perché non dovrebbe darlo anche dopo. Se c’è questa incompatibilità, è per sempre. E non oggi no e domani sì». Dunque, in attesa della risposta della Provincia, quello che si prospetta con Relluce esaurita e senza nuovo invaso è la spedizione fuori territorio dei rifiuti ascolani. Col conseguente aumento dei costi per lo smaltimento, derivanti dal trasporto e dal prezzo fissato dal gestore. Tutto, naturalmente, a carico della collettività. «Ed è proprio questo che noi vogliamo evitare – puntualizza Lattanzi – ma siamo legati, mani e piedi, alla realizzazione di questa nuova vasca pubblica».
RACCOLTA DIFFERENZIATA, DUE NUOVI PROGETTI – Non solo smaltimento, ma anche raccolta. Differenziata naturalmente. Anche in questo caso l’amministrazione comunale ha in serbo un progetto. O meglio due. Il primo riguarda l’attuale tipo di raccolta differenziata. «L’obiettivo – sottolinea l’assessore all’Ambiente – è quello di espandere la differenziata anche fuori capoluogo, per arrivare così ad una copertura totale dell’intero territorio, frazioni e, addirittura, case sparse comprese. Questo ci permetterebbe di superare l’attuale 65% di copertura e, dunque, di ridurre ulteriormente la produzione di rifiuti destinati in discarica. A tutto vantaggio dell’ambiente». Il secondo progetto, sul quale c’è già un indirizzo favorevole dell’Amministrazione comunale, interessa, invece, l’intero sistema della raccolta. Che resterà l’attuale, ma con una “spinta” in più. Quella del risparmio sulla Tassa rifiuti (Tari) che ogni cittadino andrà a pagare. Spiega Lattanzi: «Vorremmo fare in modo che, come avviene in altre regioni, anche ad Ascoli parta la raccolta differenziata ‘spinta’. Ovvero una suddivisione più puntuale delle immondizie a partire già dall’abitazione. Il tutto per arrivare a fissare la relativa Tari in base ai rifiuti non riciclabili messi in busta: meno immondizia non riciclabile si produce, meno si paga; più se ne produce, più si paga. Insomma, una sorta di premio nei confronti di tutti quei cittadini che si comportano in modo virtuoso, che si trasformerà, però, in punizione per chi non rispetta le regole». Ma come si riuscirà a distinguere il condomino bravo da quello meno bravo? «Attraverso una sorta di chip introdotto nella busta della non riciclabile, che è poi l’immondizia che finisce in discarica – chiarisce Lattanzi – si potrà controllare quanti rifiuti effettivamente produce ogni famiglia ascolana. Naturalmente con tanto di nominativo. E da lì, in automatico, far scattare l’ammontare Tari da pagare. Un modo credo giusto per sollecitare gli ascolani a riciclare il più possibile i rifiuti prodotti e ad abbassare, così, sempre di più la quota da spedire in discarica».
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