di Adriano Cespi
Due sindaci sul piede di guerra. Contro un unico nemico: la discarica di Relluce. Sara Moreschini, primo cittadino di Appignano, e Mauro Bochicchio alla guida di Castel di Lama, della settima vasca non vogliono neppure sentir parlare. E il loro dissenso, dopo averlo già espresso il 28 dicembre scorso, votando “no” alle ulteriori 8 tonnellate di rifiuti da smaltire tra i sormonti della quinta vasca, lo ribadiscono anche adesso, bacchettando l’assessore all’Ambiente del Comune di Ascoli, Luigi Lattanzi, che proprio ieri su “Cronache Picene” aveva sollecitato la Provincia a dare parere favorevole alla costruzione del nuovo invaso «prima che tra 4, 5 mesi, a discarica ormai esaurita, riesploda l’emergenza».
«Non se ne parla nemmeno – attacca la Moreschini – sono trent’anni anni che Appignano sopporta la puzza d’immondizia che arriva dalla discarica. I cittadini sono stanchi di tutto ciò. Sarebbe ora che questi carichi ambientali comincino ad essere redistribuiti su tutto il territorio provinciale e non solo sul nostro; questo, tecnicamente, viene definito fattore di pressione. Tra l’altro le tecnologie utilizzate a Relluce per abbattere questi miasmi non sono nemmeno all’avanguardia, anzi sono decisamente antiquate».
Emissioni odorigene, dunque, ma non solo. La Moreschini rilancia, infatti, gli allarmi frane e inquinamento del sottosuolo. «La discarica – spiega il sindaco – insiste su un versante collinare di natura argillosa che presenta una forte instabilità di pendio e, quindi, soggetto a movimenti franosi. Figuriamoci il livello di vulnerabilità che presenta, ora, l’intera area con quell’enorme massa di rifiuti accatastata. Vi faccio notare che quello che dico è tutto agli atti della Provincia. Come è agli atti la mancata copertura, il famoso capping, delle vasche piene: la 3 la 4 e la 5, che si sarebbe dovuta completare entro lo scorso ottobre, come tempo limite. E adesso che si pensa di fare? Di costruire un nuovo invaso! Ribadisco, non lo permetteremo. Vorrei ricordare – continua il sindaco – che già una precedente sesta vasca era stata bocciata dall’Arpam per una serie di gravi problematiche ambientali che andavano dall’inquinamento delle acque sotterranee al rischio smottamento. Ora viene rilanciata questa settima sulla quale, però, insiste un ulteriore forte vincolo ambientale e di salute rappresentato dalla presenza di una struttura sanitaria, dal 2011 convenzionata con la Regione, che si occupa del recupero di persone tossicodipendenti. Contro questo nuovo scempio gridiamo basta! E qualora dovesse essere approvato il progetto presenteremo immediatamente un ricorso al Tar di natura ambientale e legato al fattore di pressione».
Quale l’alternativa? Come ovviare alla necessità di dover, comunque, smaltire le immondizie prodotte? «Oggi il territorio differenzia il 65% delle immondizie – puntualizza la Moreschini -. Siamo ancora a livelli bassi e dovremmo raggiungere almeno l’80, se non addirittura il 90%. Per questo ad Appignano ci stiamo apprestando ad introdurre la “raccolta spinta” sulla quale poi fissare una “tariffa puntuale” di Tassa rifiuti, come prevede, da qualche mese, il piano regionale. Si tratta cioè di un nuovo sistema di raccolta che manderebbe in pensione sacchetti e buste a favore di piccoli secchielli personali, mastelli il termine tecnico, collegati a dei chip nominativi in base ai quali si potrà controllare il reale livello di rifiuto prodotto da ogni famiglia. L’obiettivo è quello di ridurre al massimo la produzione di immondizie non riciclabili, quelle appunto destinate in discarica, che, essendo talmente poche, si potrebbero smaltire facilmente ovunque. E qui potrebbe essere riammodernato l’impianto di Spinetoli per arrivare al massimo del riciclo. Ma non solo, la novità importante introdotta da questo nuovo sistema sarebbe quella della tariffa ribassata della Tassa rifiuti. In sostanza, chi meno indifferenziata produce meno paga, chi, invece, non rispetta le regole, e non si comporta da cittadino virtuoso, paga una multa».
Una dura opposizione a Relluce e alla nuova settima vasca quella della Moreschini. A cui si aggiunge anche il “niet” del sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio: «La cosa grave – sottolinea il primo cittadino – è che abbiamo una Provincia che non decide e non emette provvedimenti definitivi. E nel frattempo Ascoli servizi comunali, gestore della discarica, deposita della documentazione, ritengo per ottenere il procedimento autorizzativo sulla settimana vasca. E, visto che l’operazione è stata effettuata prima di Natale, la risposta dovrebbe arrivare tra un mesetto. Comunque, staremo a vedere come andranno le cose. Poi decideremo come comportarci. Se, ad esempio, qualora ci fossero gli estremi, ricorrere al Tar. Una cosa è certa, noi a questo nuovo invaso diciamo No. E aggiungo – chiosa Bochicchio – che dopo trent’anni anni di discarica davanti casa, sarebbe finalmente ora, visto che non è mai stato fatto, di individuare sul territorio provinciale siti alternativi dove andare a costruire questi nuovi invasi, che magari costerebbero alla collettività anche di meno».
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