«Ho posto la mia candidatura per iscritto a Forza Italia a Roma e nell’ultimo vertice del partito in città. Sono stato da sempre un iscritto al partito senza andare di qua e di là». Parole e musica del consigliere comunale Umberto Trenta (Forza Italia) in vista del voto amministrativo di primavera per il rinnovo di palazzo Arengo.
Trenta, quindi non torna indietro rispetto alla sua discesa in campo?
«Sono aperte anche ai movimenti civici. Riguardo a Forza Italia penso di essere l’unico iscritto da sempre ed in regola con i versamenti contributivi. Ho attraversato l’oceano di Forza Italia con regolarità amministrativa esemplare con tutti i tesorieri. La coerenza vuole che ci sia anche una coerenza contributiva volontaria. Il mio curriculum vitae è a disposizione del partito che dovrà decidere nell’ambito della contrattazione con le forze del cartello di centro destra».
Un eventuale spaccatura del centro destra non rischia però di avvantaggiare altri schieramenti?
«Non dimentichiamoci le mie dichiarazioni sulla querelle stucchevole tra celaniani-castelliani. Auspicavo l’accordo e vi dirò che ci sarà. Nessuno di noi si vorrà prendere la responsabilità di consegnare la città ad un pensiero politico diverso dal centro destra».
Anche lei quindi è pronto a fare un passo indietro?
«Ne farei anche trenta di passi indietro in caso di accordo!. Mi interessa vincere. Resto comunque il candidato più, più credibile e più simpatico e anche il più bello. Dico questo in forza della mia specchiata trasparenza»
Che cosa significa questa ultima frase?
«Inizierò a fare una screening dei candidati a sindaco e non solo. Anche le liste e i candidati saranno radiografati dal professor Trenta. Anche i nuovi candidati dovranno presentare il loro curriculum visto che la politica non è un mestiere né agenzia di collocamento per cui questi signori. Per il resto ci sono le 97 interrogazioni, gli 8 esposti alla Corte dei Conti e i 3 all’anas che ho presentato».
Che ne pensa degli altri candidati?
«Celani è un candidato credibile, il più autorevole, dopo di me, tra i vari che ci sono in campo. Alla fine comunque il documento sottoscritto, non da me, l’anno scorso che dava al sindaco Castelli al delega per scegliere il candidato si è rivelato un boomerang: uno ne premi, cento ne scontenti. Per il resto penso che Fioravanti non abbia i requisiti politici per come ha gestito la presidenza del Consiglio comunale. Silvestri ha l’esperienza giuntale dopo 20 anni da assessore ma mi dovrebbe spiegare come ha gestito la delega al personale. Non vedo poi possibile candidature di ex finiani, di assessori come quello al commercio o di professionisti troppo facebook-dipendenti».
Se il candidato sarà invece espressione di Lega o Fdi come si comporterà?
«Ne prenderò atto e se non sceglieranno me lo dovranno spiegare con chiarezza. Sono gerarchico ed obbedisco».
Quali sono i punti al centro del suo programma?
«Sono quelli della mia agenda politica, che resteranno anche da consigliere semplice comunale. Innanzitutto la revisione politica delle indicazioni del piano regolatore generala anche alla luce della frase dell’estensore che dusse che i progettisti sono killer, mentre i politici sono i mandanti. E poi il terremoto: porterò avanti i progetti Mula (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo), Cur (Codice unico ricostruzione), Fsp (Fondo strategico permanente) con equazione programmatica ENC (epicentro nucleo cratere). Inoltre mi occuperò del rapporto tra committenza, progettisti e imprese per vedere. Pubblicherò tutti gli elenchi, già pubblici, di tutti professionisti che hanno (o hanno avuto) incarichi negli enti pubblici nonché i rapporti con i gruppi imprenditoriali cittadini».
Se non sarà sindaco, a quale ruolo aspira?
«Voglio tornare a fare il presidente del Consiglio comunale, che è la più grande garanzia per il sindaco del centro destra per la mia grande capacità di gestire la cosa pubblica».
rp
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