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Cas sospeso a chi rifiuta l’alloggio
I sindaci: «Giusto così»

IL CASO - Dopo il provvedimento preso dal primo cittadino di Comunanza nei confronti degli sfollati che avevano detto no alla casa Erap, parlano Bochicchio di Castel di Lama e Leoni di Roccafluvione, due tra i comuni che hanno stipulato l'atto per gli immobili dell'Ente Regionale per l'Abitazione Pubblica
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di Maria Nerina Galiè 

Ha suscitato non poco scalpore il caso della sospensione del contributo per l’autonoma sistemazione, da parte del sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni, ai terremotati che hanno rifiutato gli appartamenti acquistati dall’Erap (leggi l’articolo). Dodici soluzioni abitative alternative a Cas e Sae per altrettante famiglie, sette delle quali hanno detto “no”, pur essendo assegnatarie per esplicito consenso o con la tecnica del silenzio assenso. Così si leggeva nel telegramma inviato dal sindaco ad ottobre 2017 a coloro che, in base a precisi criteri di selezione, avevano diritto all’alloggio e ai quali si chiedeva la sottoscrizione della conferma: «La non presentazione equivale ad accettazione. L’accettazione e la rinuncia comportano la cessazione di tutte le forme assistenziali previste in normativa (Cas)».

Gli appartamenti Erap di Comunanza

Ma cosa è accaduto in altri Comuni piceni? Insieme ai 12 alloggi per Comunanza, lo scorso 20 novembre l’Erap ha stipulato atti per 9 immobili a Roccafluvione e, circa una settimana prima, 10 a Castel di Lama (altri 5 sono in procinto di essere perfezionati). Numeri rilevanti rispetto ai 2 alloggi destinati ad Acquasanta, 2 a Colli del Tronto, 3 a Folignano, 5 a Maltignano, 1 a Monsampolo, 4 a Offida, 1 a Rotella e 2 a Venarotta.

Il sindaco di Castel di Lama Bochicchio (foto Vagnoni)

Sia Francesco Leoni, sindaco di Roccafluvione, che Mauro Bochicchio di Castel di Lama, dicono che i cittadini hanno accolto con entusiasmo i nuovi appartamenti e attendono con ansia la consegna delle chiavi. Concordano sul fatto che di fronte ad un rifiuto a ridosso della consegna, avrebbero provveduto a bloccare il Cas, come ha fatto Cesaroni. In merito alla modalità di assegnazione, entrambi sostengono di aver preteso la firma. «Al contrario di come ha fatto il collega di Comunanza -precisa Leoni- per noi la mancata risposta equivaleva a rinuncia». «C’è stata una famiglia che ha provato a tirarsi indietro -racconta Bochicchio- perché, avendo in casa un portatore di handicap, temeva di incorrere in ostacoli e disagi. Nella nuova palazzina però abbiamo verificato che non ci sono barriere architettoniche, pertanto è venuto meno il presupposto per la rinuncia. E’ caduta quindi ogni riserva ed è stata confermata quindi l’accettazione».

Leoni, primo cittadino di Roccafluvione

A Roccafluvione il Comune ha dovuto escludere uno dei nove assegnatari, presunto “furbetto”, che però è stato immediatamente rimpiazzato. «A seguito di controlli a tappeto sulla regolarità del Cas -spiega Leoni- abbiamo scovato sei persone che lo percepivano indebitamente. Uno di loro era tra quelli in graduatoria per le case dell’Erap, ma è stato subito rimosso. Pertanto è stato riaperto il bando per un posto e sono arrivate tre richieste, tanto che poco prima dell’atto ho chiesto alla Regione di poter acquisire immobili anche per loro. Purtroppo mi hanno detto di no».
A novembre 2018 a Castel di Lama sono stati erogati 92.146 euro di Cas a 124 famiglie (320 persone). A Roccafluvione 66.016 euro per 93 famiglie (195 persone).


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