di Federica Nardi
«Dieci milioni di euro di fondi europei per il sisma alle piste . Vergognatevi». Così il coordinamento dei comitati Terremoto centro Italia dopo la pubblicazione della delibera di giunta regionale del 22 gennaio che assegna i fondi del Por Fesr allo sviluppo e messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili e ciclo-pedonali. Ma i fondi, sottolineano i comitati, «sono stanziati per “Prevenzione sismica e idrogeologica, miglioramento dell’efficienza energetica e sostegno alla ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma”».
Non è la prima volta che nelle Marche si dibatte sulle piste ciclabili finanziate con i fondi del sisma. Già nel 2017 Regione e sindaci avevano votato per destinare circa 5 milioni degli sms solidali arrivati dopo il sisma alla sistemazione di un percorso ciclabile. Una scelta che aveva scatenato così tante polemiche da convincere il governatore Luca Ceriscioli a ripensarci a distanza di pochi giorni. Il tema torna ora d’attualità con il nuovo provvedimento di Palazzo Raffaello. Già nel luglio del 2017, era stato segnalato lo spostamento di fondi europei – proprio per 10 milioni di euro – dal capitolo per gli interventi di messa in sicurezza sismica a quello della promozione turistica con uno specifico riferimento alle piste ciclabili. All’epoca l’assessore regionale Angelo Sciapichetti aveva commentato: «Non c’è ancora nessuna decisione ufficiale».
La decisione è arrivata quindi dopo circa un anno e mezzo, scatenando ulteriori polemiche. «Si tratta dunque di 10 milioni di euro – dice il coordinatore dei comitati Francesco Pastorella -, il doppio della cifra che la stessa Regione Marche aveva avuto il coraggio di stanziare per le piste ciclabili attingendo ai proventi degli sms solidali. Manovra sventata grazie ad una coordinata azione di protesta popolare e scovata dal coordinamento dei comitati a giugno del 2017. Hanno fatto solo danni, si mettono a litigare con governo per dettagli sulla pelle dei terremotati, ritardano ulteriormente la ricostruzione e adesso hanno la faccia tosta di utilizzare fondi destinati al sisma per le loro passeggiate in bicicletta. Abbiamo perso tutto – prosegue Pastorella -. Casa, lavoro, cari. Abbiamo perso 12mila posti di lavoro. La viabilità non è stata ripristinata. La ricostruzione è totalmente ferma. Gli artigiani e le piccole imprese non producono più. I nostri paesi si stanno desertificando e non vediamo un futuro. Anche questa decisione ci arriva come uno schiaffo alla nostra situazione, uno schiaffo alla dignità di chi ha sempre lavorato senza mai chiedere niente, con l’arroganza ed il menefreghismo di chi se ne frega di chi gli sta intorno, che sta peggio e che non vale la pena di aiutare».
Pastorella grida alla «vergogna», rivolgendosi a Luca Ceriscioli, alla vice presidente della Regione Anna Casini e agli assessori regionali Loretta Bravi e Angelo Sciapichetti, presenti al voto. «Ci appelleremo in tutte le sedi – conclude Pastorella -, e domattina stessa parleremo con il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per bloccare quest’ennesimo affronto alle drammatiche condizioni dei terremotati. Questa non passerà».
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