di Franco De Marco
Teatro dei Filarmonici, bello bellissimo, acustica ottima che consente di ascoltare la musica con una piacevolezza estrema. Ma i servizi tecnici, e l’arredamento, a distanza di 8 mesi dall’inaugurazione ufficiale (era il 20 maggio 2018) lasciano ancora a desiderare. E’ indispensabile che il Comune, dopo i tanti milioni spesi per il restauro durato 20 anni, provveda al più presto. Se ne è avuta una dimostrazione ulteriore mercoledì sera 30 gennaio durante il bellissimo concerto “Brahms Doppio- Beethoven 8” dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, ben diretta dal maestro Alessandro Caldario, soliste le sorelle lettoni Kristine (violino) e Margarita (violoncello) Balamas, per il il ciclo sinfonico organizzato dalla Società Filarmonica Ascolana. E’ scattato l’allarme durante l’intervallo, perché qualcuno aveva probabilmente acceso una sigaretta nei camerini, ed è dovuta trascorrere quasi un’ora prima che l’impianto fosse spento e riattivato. Per di più spettatori infreddoliti a causa del cattivo funzionamento del riscaldamento.
Già sono stati finanziati i lavori di messa in sicurezza per 400.000 euro in modo da consentire la piena funzionalità del palcoscenico che dovrebbe abbassarsi (sino al pavimento) e alzarsi (allargando la piattaforma) in maniera tale da essere multiuso. Oggi invece il palcoscenico è bloccato e solo quando saranno effettuati i lavori per rendere accessibile la porta antincendio potrà avere la totale agibilità. Ma non è solo questo, come detto.
L’episodio di mercoledì sera è emblematico. Prima di spegnere l’allarme e fare le verifiche di sicurezza è passata quasi un’ora tra il disappunto degli organizzatori e con alcuni spettatori infreddoliti che hanno lasciato la sala perdendosi la seconda parte del concerto (solo Beethoven con taglio inevitabile, vista l’ora tarda, del brano di Fabio Vacchi). Le bocchette della platea emanavano aria fredda sin dall’inizio. Anche sul palcoscenico tirava un’aria da brividi per i poveri orchestrali. Il sabato precedente, durante il concerto con i cantanti coreani che seguono i corsi presso l’Istituto Musicale “Gaspare Spontini”, la caldaia è andata in blocco e tutti sono stati al freddo. Insomma l’impianto di riscaldamento deve essere aggiustato.
Ma non è finita. E’ evidente ad occhio nudo che il Teatro dei Filarmonici debba essere ritoccato in alcuni particolari per renderlo gradevole e funzionale pienamente. L’ingresso, a nostro modesto avviso, andrebbe adeguatamente arredato, anche per la biglietteria e il guardaroba come si fa normalmente nei teatri, e non è ammissibile una semplice porta a vetri con spifferi inevitabili dall’esterno che penetrano in platea. E il delizioso foyer del piano superiore dovrà continuare ad essere un deserto? Anche qui un po’ di arredamento, un bar, è chiedere troppo? Almeno un distributore d’acqua, alcuni tavolini, qualche sedia, ci vorrebbero. Insomma manca sicuramente qualche ritocco per rendere fruibile appieno il teatro. Dovranno passare altri 20 anni? No. Intanto, e questo è molto positivo, il Teatro dei Filarmonici è subito entrato nelle abitudini dei cittadini come luogo ideale, esempio, per musica e prosa sperimentale. Sia la gestione tecnica sia la programmazione è stata finalmente formalizzata dal Comune all’Amat fino a giugno prossimo quando si dovrebbe insediare la nuova Giunta comunale e decidere definitivamente come gestire, come utilizzare e come completare questo gioiello architettonico.
Scatta l’allarme antincendio e il concerto viene “tagliato” nel gelo del teatro Filarmonici
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