di Andrea Ferretti
Meno di dieci secondi e Lecce-Ascoli rischia di trasformarsi in tragedia. Incredibile, ma è proprio così. Pronti e via, palla alta verso Beretta che salta insieme a Scavone. I due impattano con il capo e l’esterno sinistro leccese (30anni, di Bolzano, cartellino del Parma) piomba a terra battendo violentemente la testa sul terreno di gioco. Il giocatore perde i sensi, è panico, tutti si sbracciano, affiorano nella mente le tragedie che sono accadute sui campi di calcio. Poi le prima notizie rassicuranti: il ragazzo è vigile. Arriva l’ambulanza (con leggerissimo ritardo), anche i giocatori dell’Ascoli corrono a spostare i cartelloni pubblicitari per permettere l’ingresso dell’automezzo sul terreno di gioco. Silenzio e proccupazione in campo, nelle panchine, sugli spalti.
Alla fine l’ambulanza corre verso l’ospedale di Lecce. La partita si ferma, l’arbitro Baroni non sa che fare. Qualcuno gli stende un cellulare, parla con i suoi dirigenti (sicuramente il presidente della Lega di B, Balata, e forse anche il designatore Morganti). Si attendono notizie dall’ospedale, in un primo momento sembra ci sia un’interruzione di quindici minuti, poi alla fine l’arbitro decide di sospenderla definitivamente. Le squadre tornano negli spogliatoi in attesa di conoscere l’esito degli esami cui Scavone viene sottoposto all’ospedale di Lecce. Il rinvio ufficialmente è “a data da destinarsi”, e non di un solo giorno come sembrava in un primo momento.
LECCE (4-3-1-2): Vigorito; Venuti, Lucioni, Meccariello, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis, Scavone; Mancosu; Palombi, La Mantia. A disposizione: Bleve, Milli, Cosenza, Fiamozzi, Riccardi, Bovo, Marino, Arrigoni, Avantaggiato, Haye, Tabanelli, Tumminello. Allenatore: Liverani.
ASCOLI (4-3-1-2): Milinkovic-Savic; Valentini, Brosco, Padella, D’Elia; Frattesi, Casarini, Cavion; Ninkovic; Ciciretti, Beretta. A disposizione: Lanni, Bacci, Scevola, Quaranta, Rubin, Addae, Baldini, Chajia, Ganz, Beretta. Allenatore: Vivarini.
Arbitro: Baroni di Firenze (assistenti Opromolla di Salerno e Di Gioia di Foligno, quarto ufficiale Paterna di Teramo).
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