di Luca Capponi
Era il lontano 6 marzo 1992 e un giovane Dario Faini era tra gli spettatori del PalaEvangelisti di Perugia. Sul palco c’era lui, Claudio Baglioni, uno dei suoi idoli incontrastati. Allora come oggi: «Nel corso del tempo l’ho seguito in oltre 70 concerti, so a memoria ogni nota, ogni parola, ogni passaggio dei suoi brani in maniera viscerale: ho imparato da lui a scrivere canzoni, gli devo tantissimo».
Chi conosce bene Dario garantisce che è tutto vero. L’uomo dell’elettronica, l’uomo di Dardust e David Bowie, l’uomo dei record e dei dischi d’oro coi pezzi scritti per Fedez, Elisa e Thegiornalisti, era iscritto al fan club di Baglioni. E tra qualche ora, a distanza di ben 27 anni, il cerchio del destino si chiuderà. I due infatti si ritroveranno sullo stesso palco, quello del Festival di Sanremo che prende il via martedì 5 febbraio: il cantante di “Piccolo grande amore” nelle vesti di direttore artistico, mentre Faini sarà il primo ascolano nella storia a salire all’Ariston come maestro d’orchestra, dirigendo la band degli Ex-Otago su “E’ solo una canzone” e l’emergente Mahmood su “Soldi”, per cui ha composto la musica insieme a Charlie Charles.
«Sono emozionato ma tranquillo -racconta Faini- poiché abbiamo fatto tante prove con gli artisti. La resa dell’Ariston a livello audio è ottima, sono molto contento. Sicuramente c’è un margine imprevisto dovuto alla diretta tv, devo ancora prendere la misure con ciò che accadrà. Ritengo Sanremo un passaggio importante e molto formativo ma paradossalmente noto più emozione in chi mi sta vicino. Sono comunque orgoglioso di essere il primo piceno a rivestire questo ruolo».
Per il Nostro, comunque, non si tratta della prima volta in Riviera, dato che sono ormai anni che scrive brani in concorso al festival. Una lista divenuta via via più lunga (solo per citarne alcuni: Francesco Renga, Cristiano De Andrè, Giusy Ferreri, Annalisa) e che vede adesso aggiungersi il giovane talento italo-egiziano Mahmood. «Lui è uno di quelli che in Italia sta contaminando il pop con varie influenze, colori esotici, trap, urban, cantautorato; un personaggio interessante oltre che davvero talentuoso. -va avanti Faini- Insieme avevamo già scritto “Nero bali” per Elodie e “Rivoluzione” per Marco Mengoni. “Soldi” è un crossover innovativo, un brano molto particolare in cui si trovano influenze mediorientali a cui ho innestato un impianto più orchestrale, ne è venuto fuori un mix molto interessante pieno di contrasti. Sicuramente non un brano sanremese, ma proprio per questo si farà notare».
E poi c’è il lato off stage di Sanremo, un tourbillon che avvolge con la sua velocità schizzata, evento mediatico senza pari che alcuni chiamano “carrozzone”. «Credo -continua- che la giornata tipo sarà molto leggera e che tutto si concentrerà a ridosso dell’esibizione serale, quindi si arriva mezzora prima nei camerini, poi c’è la preparazione e l’esibizione, dopodiché il ritorno in hotel. Sanremo è come un grande parco giochi dove si incontrano tutti gli addetti ai lavori, artisti, ospiti; sarà per me occasione di ritrovare tanti amici, conoscere nuove persone, una settimana sicuramente molto carica a livello emozionale. Ricordo di esserci stato altre volte come autore ed è stata tanto dispendiosa per quanto riguarda le relazioni. A maggior ragione questo Sanremo lo sarà ancor di più».
Insomma, Faini ha scelto il modo migliore per presentarsi al cospetto di uno dei suoi principali riferimenti musicali. Anche se, in realtà, non si tratterà del primo incontro. «Sì -conclude sorridendo- Baglioni l’ho conosciuto in varie occasioni; una volta nel backstage di un suo live, a cui ero andato con Annalisa, ho avuto modo di parlarci per un quarto d’ora ma senza presentarmi bene. In occasione del suo ultimo tour, due mesi fa al Forum di Assago, il maestro Roberto Rossi della Sony mi ha fatto il regalo di portarmi da Claudio a farmelo conoscere per l’ennesima volta, subito dopo le prove. Mi ha meravigliato tantissimo dicendomi che mi conosceva già e scherzando mi ha detto “ma quante canzoni scrivi al giorno?”. Non vedo l’ora di rivederlo alle prove». Invece il pubblico di Dario Dardust Faini, soprattutto quello ascolano, non vede l’ora di (ri)vedere lui sul palco dell’Ariston, quel ragazzo nato a Piagge che di strada per arrivare a Sanremo ne ha fatta. E pure tanta.
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