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Restart, aumento di capitale
Sì del Consiglio d’Amministrazione:
si passa da 12,5 a 35 milioni

ASCOLI - Quella appena deliberata è una immissione massiccia di liquidità. Tra quindici giorni il voto dell'assemblea dei soci, poi la firma della convenzione Carbon, insieme al Comune. La bonifica dell’area sembra aver imboccato la discesa che, dopo la rimozione di tonnellate e tonnellate di terra inquinata e la copertura con calcestruzzo della vasca di prima pioggia (il punto più “avvelenato”), porterà alla creazione di “Ascoli 21”, il nuovo e moderno quartiere cittadino
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Battista Faraotti e Franco Gaspari, socio di maggioranza e presidente di Restart (Foto Sandro Perozzi)

di Adriano Cespi

Da 12,5 milioni a 35 milioni di euro. E’ un’immissione massiccia di liquidità quella deliberata, nella tarda serata di ieri, dal Consiglio d’amministrazione della Restart. Un corposo aumento di capitale (pari al 180% di quello iniziale) che verrà sottoposto, tra una quindicina di giorni, all’approvazione dell’assemblea dei soci: Fainplast, che fa capo a Battista Faraotti, socio di maggioranza; Fondazione Cassa di Risparmio; Fb Holding di Francesco Bellini, ex presidente dell’Ascoli Picchio; Consorzio Genera, che rappresenta diverse imprese ascolane; Julia Service di Carmela Danese; e, infine, M3G. Un sì importante quello del Cda Restart, che, però, per diventare definitivo, deve attendere quello determinante dei soci. E così, dopo tanti anni di strada in salita, la bonifica dell’area Carbon sembra aver imboccato, finalmente, la discesa, quella che porterà, dopo la rimozione di tonnellate e tonnellate di terra inquinata e la copertura con calcestruzzo della vasca di prima pioggia (il punto più “avvelenato”), alla creazione di “Ascoli 21”, il nuovo e moderno quartiere cittadino.

E 27 ettari di terreno, finora abbandonato tra vecchie strutture industriali dismesse, strade incatramate, e 850mila metri cubi di acciaio arrugginito, torneranno a vivere attraverso un piano di riqualificazione all’insegna della modernità e dell’ecosostenibilità: 9 ettari saranno destinati a zona abitativa residenziale, pari a 350.000 metri cubi di area edificabile dove sorgeranno moderne palazzine per 1.500-2.000 appartamenti; altri 9 ettari vedranno la nascita di un Parco urbano ( «il più grande delle Marche» come sottolineato a Cronache Picene dall’assessore comunale all’Urbanistica, Luigi Lattanzi), fatto di verde attrezzato, piste ciclabili, percorsi pedonali, aree giochi per bambini e spazi per anziani, panchine, punti luce, tutto naturalmente di moderna concezione architettonica; e, infine, 9 ettari a polo tecnologico, dove si andranno a concentrare i migliori cervelli per partorire progetti industriali e start-up innovative. Questo però fino a ieri.

Da oggi, infatti, o meglio da quando verrà firmata da Comune e Restart la convenzione Carbon (subito dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci dell’aumento di capitale e, quindi, molto probabilmente, tra fine febbraio e primi di marzo), la parte destinata a polo tecnologico cambierà volto, naturalmente col benestare dell’amministrazione comunale. E trasformarsi in polo scolastico o, comunque, in un’area sulla quale le future amministrazione comunali potranno realizzarci progetti pubblici. Questo perché senza aspettare la fine dell’intervento di bonifica (costo dell’operazione 35 milioni di euro), che dovrebbe durare almeno 5 anni, la Fainplast, socio di maggioranza di Restart, ha optato per la nascita immediata del polo tecnologico e, dunque, per il suo trasferimento all’interno dell’ex fabbrica Haemonetics, acquisita, tempo fa, dallo stesso Faraotti.

 

 

 


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