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Più fondi per le famiglie affidatarie:
il contributo passa da 410 a 600 euro

SAN BENEDETTO - L'assessore Emanuela Carboni: «Permetterà ad incentivare l’affido ed al Comune di risparmiare una bella cifra perché la Regione Marche prevede un rimborso in tal senso per un importo del 90%, rispetto al 45% del 2018. Al tavolo Anci del Welfare presenteremo la proposta che sia il Governo a farsi carico totalmente di questo costo al posto dell' ente»
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di Benedetto Marinangeli

E’ stato approvato questa mattina dalla Giunta comunale l’aumento, a partire dal 2019,  del contributo mensile del Comune per gli interventi in favore dei minori temporaneamente allontanati dalla propria famiglia passerà da euro 410 a 600 euro. Una importante novità che permetterà alle famiglie affidatarie di prendersi di cura del minore in maniera migliore ed incisiva, garantendo allo stesso un più adeguato mantenimento. «Una decisione di rilievo –afferma l’assessore ai Servizi Sociali Emanuela Carboni– che permetterà, oltre ad incentivare l’affido, al Comune di risparmiare una bella cifra perché la Regione Marche prevede un rimborso in tal senso per un importo del 90%, rispetto al 45% del 2018. Lo scorso anno abbiamo speso circa 900mila euro per i minori negli istituti ed ora l’innalzamento del contributo ci permetterà un abbattimento dei costi. Un ringraziamento particolare va alle dottoresse Irene Pettinari e Daniela Danieli dell’ ufficio minori e alla dottoressa Simona Marconi direttore dell’ Ambito Territoriale Sociale 21 che svolgono un lavoro complicato che richiede grande professionalità. Un grazie va anche alle consigliere Mariadele Girolami e Brunilde Crescenzi. Inoltre al prossimo tavolo nazionale Anci sul Welfare cui San Benedetto fa parte, metteremo sul tavolo la proposta che sia il Governo a farsi carico totalmente di questo costo per l’ente. Ad oggi, infatti, la quota che Roma versa è di 45 euro a bambino affidatario».

«Queste notizie –afferma Pino Manzoni, presidente dell’ associazione Famiglie Affidatarie- fanno capire che la politica sta cambiando. Salutiamo con favore la delibera approvata dal Comune di San Benedetto e siamo pronti a collaborare affinchè la logica dell’ affido venga sempre più applicata».

«Ad oggi –aggiunge il direttore dell’Ambito sociale 21, Simona Marconi– le famiglie affidatarie sono circa venti e le comunità convenzionate in territorio provinciale sono tre: Casa Lella a Grottammare, La Navicella ad Ascoli e Santa Gemma a San Benedetto. E’ bene coinvolgere un maggior numero di famiglie. Quando c’è un affido è prevista la cura non solo del bambino ma anche della famiglia di origine per far sì che si abbia un importante sostegno psicologico per tutte le parti interessate».

L’assessore Emanuela Carboni

Gli interventi in favore dei minorenni allontanati temporaneamente dalla loro famiglia di origine garantiscono al minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, o l’affidamento ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno.

Ove ciò non sia possibile, si prevede l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare (per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso la suddetta tipologia di comunità). L’affido familiare, pertanto, è un intervento che si prefigge di garantire al minore, la cui famiglia di origine si trovi nella temporanea incapacità o impossibilità di prendersi cura di lui, le cure e gli affetti necessari e pertanto esso è uno strumento preventivo in situazioni non necessariamente di patologia familiare o sociale già conclamata, sia riparativo in situazioni di crisi già manifesta.

Il Comune di San Benedetto del Tronto, nel rispetto dei diritti dell’infanzia, garantisce al minore di vivere e crescere nell’ambito della propria famiglia. A tale scopo, attua tramite il Servizio Sociale Professionale tutti gli interventi necessari al fine di sostenere la famiglia nello svolgimento del ruolo educativo-assistenziale nell’interesse del minore, attraverso la predisposizione di un progetto di sostegno delle capacità genitoriali.

«L’Amministrazione Comunale – sottolinea ancora l’assessore alle Politiche Sociali Emanuela Carboni – nel caso in cui tutti gli interventi di aiuto e sostegno attivati non abbiano portato ad un miglioramento e il minore continui ad essere temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo alla sua crescita, educazione ed istruzione, privilegia, promuove e sostiene l’affidamento familiare, riconoscendone l’alto valore di solidarietà e crescita civile della comunità. Negli anni, purtroppo, il trend ha subito un evidente peggioramento a livello numerico, sia in termini di affidi, sia di minori inseriti in comunità che, tra l’altro, hanno un costo ingente per tutte le amministrazioni comunali. Anche per tale motivo si è deciso di aumentare il contributo affidi, in modo da invogliare più famiglie ad intraprendere tale percorso».

I DATI

In effetti, basti analizzare l’ultimo quinquennio riferito agli affidi familiari e si nota immediatamente come si sia passati da 11 famiglie affidatarie nell’anno 2015 alle 19 attuali. I minori in affido sono passati dai 14 del 2015 ai 25 attuali con esborso quasi raddoppiato per l’amministrazione comunale che nel 2018 ha superato i centomila euro. Esborso, pur tuttavia, che viene in parte rimborsato dalla Regione Marche in base al valore del contributo stabilito dai Comuni. Ed anche in tale ottica rientra l’aumento deciso dall’Amministrazione comunale dato che, qualora il contributo mensile dato alle famiglie sia pari o superiore all’80% del “parametro base di riferimento” (nel 2019 pari ad € 650,94) corrispondente alla tipologia di intervento attuato, la Regione copre il 90% dei costi sostenuti dal Comune stesso (con l’attuale tariffa si sarebbe invece ottenuto un rimborso pari al 45% del costo sostenuto dal Comune). Un operazione quindi che da un lato fa bene alle famiglie affidatarie ed ai minori affidati, dall’altro fa doppiamente bene alle tasche del Comune di San Benedetto del Tronto che aumenta la quota di rimborso regionale e stimola l’affido familiare rispetto all’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare.


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