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Miasmi del depuratore,
fascicolo in Procura
Dopo gli interventi
“puzza” sotto controllo

ASCOLI - Secondo i primi dati diffusi dal Consind i problemi sarebbero stati risolti dopo le modifiche attuate a dicembre. Ma il comitato Aria pulita vuole certezze, e per ora non molla la presa.«Non ci pronunciamo sull’andamento delle indagini e confidiamo nell’operato della magistratura. Prendiamo atto dei primi dati, rassicuranti ma parziali, del monitoraggio dell’aria nella zona del depuratore, in attesa che i controlli vengano ripetuti con le stesse modalità nel periodo estivo»
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La manifestazione di protesta contro i cattivi odori

di Claudio Felicetti

I miasmi nauseabondi che hanno ammorbato per mesi la popolazione di Villa Sant’Antonio e Castel di Lama provenivano inequivocabilmente dal depuratore consortile di Campolungo. L’ulteriore e autorevole conferma, dopo quella dell’Arpam, arriva dalla sezione Forestale dei Carabinieri, che dopo aver svolto le indagini ha trasmesso il fascicolo alla Procura. La denuncia contro ignoti era partita verso la fine del 2017 da alcuni attivisti del comitato civico “Aria pulita”, che in precedenza avevano inviato numerose segnalazioni all’Arpam e al Comune di Castel di Lama. I militari della Forestale hanno acquisito la documentazione e i risultati dei sopralluoghi dei tecnici Arpam nell’impianto, e poi sentito le testimonianze di alcuni residenti. Lo stesso sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio, aveva girato alla Procura le segnalazioni giunte in municipio. Ora, proprietario e gestore dell’impianto, rispettivamente Piceno Consind e Picena Depur, dovranno rispondere del cattivo funzionamento del depuratore, anche se nel frattempo sono state eseguite le modifiche tecniche espressamente richieste dalla Provincia. E, stando ai primi dati diffusi dal Consind, i problemi sarebbero stati risolti. Ma il comitato Aria pulita vuole certezze, e per ora non molla la presa.

«La concentrazione degli inquinanti in aria rientra nei limiti fissati dalla normativa vigente». Questo il responso di un primo monitoraggio delle emissioni in atmosfera provenienti dal depuratore consortile, effettuato dallo studio dell’ingegnere Giorgio Domizi di Macerata in collaborazione con la società Mitambiente. I controlli hanno riguardato il periodo che va dal 18 dicembre 2018 al 7 gennaio 2019, proprio in concomitanza con la realizzazione degli interventi di miglioramento dell’impianto (che hanno comportato la chiusura e pulizia della vasca EQ2) prescritti dalla Provincia a Consind e Picena Depur, a seguito dei sopralluoghi dei tecnici Arpam effettuati nella scorsa estate.

La relazione concerne «l’analisi delle emissioni in atmosfera e la valutazione previsionale della concentrazione di inquinanti che dette emissioni possono determinare in corrispondenza dei recettori posti nelle vicinanze del sito».  In particolare, lo studio ha analizzato, mediante l’utilizzo di un modello previsionale, “l’impatto atmosferico derivante dalla gestione dell’impianto di depurazione con particolare riferimento alle emissioni odorigene, ammoniaca e acido solfidrico”. Inequivocabili le conclusioni dell’ingegner Domizi: «L’impatto odorigeno determinato dall’impianto di depurazione risulta accettabile»

La Provincia, comunque, resta ancora in attesa di ricevere dall’Arpam i risultati dei campionamenti in ingresso all’impianto e i controlli delle acque reflue e dei sedimenti della vasca EQ2. 

«Non ci pronunciamo sull’andamento delle indagini – commentano gli esponenti del comitato Aria pulita – e confidiamo nell’operato della magistratura. Prendiamo atto dei primi dati, rassicuranti ma parziali, del monitoraggio dell’aria nella zona del depuratore, in attesa che i controlli vengano ripetuti con le stesse modalità nel periodo estivo. Comunque, non toglieremo i teli da finestre e balconi finché non avremo delle certezze. In primo luogo, aspettiamo di conoscere dall’Arpam i risultati delle analisi sui materiali dei reflui nella vasca EQ2; inoltre, la concomitanza del funzionamento a regime ridotto sia del depuratore di Campolungo, sia di quello di Marino del Tronto (in attesa del responso del Tar al ricorso del gestore Uniproject contro il diniego della Provincia al rilascio dell’Aia, ndr), ci induce alla cautela sul corretto funzionamento di entrambi gli impianti. Terremo ancora alta l’attenzione e chiederemo ulteriori monitoraggi».

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