L’avvocato penalista Orlando Ruggieri, nato a San Benedetto 61 anni fa, torna alla carica in vista della tornata di maggio. E’ stato già sindaco del suo paese dal 1994 al 2004, poi parlamentare per la Margherita e l’Ulivo. E’ sposato e ha due figli.
Ruggieri, ha messo in piedi una lista di nomi? Sono facce vecchie o nuove?
«No. Ho messo in piedi un bel gruppo di giovani e meno giovani, appassionati ad un progetto ambizioso: pensare Monteprandone inserita e, anzi, promotrice, di una città di 200.000 abitanti, comprendente l’intera provincia e i territori del vicino Abruzzo. Il tutto caratterizzato da nuove progettualità rivolte a uno sviluppo ecosostenibile, al buon vivere e alla rigenerazione urbana, che getti le basi per un polo di eccellenza nel nostro territorio. Al momento, per rispetto in primis al mio partito con il quale a breve sarà attivato un percorso di confronto programmatico e anche per rispetto di tutte le altre forze politiche, sociali, parrocchie, mondo dello sport e della cultura, che intendo coinvolgere, preferisco approfondire alcune tematiche rimaste fino ad ora in ombra. Al momento non mi appassiona per niente salire sulla “giostra” dei nomi papabili in lista, intendendo concentrarmi, invece, sulle cose da proporre e da fare. Non è nel mio stile andare a confrontarmi con i cittadini e partiti senza una idea di città delineata, magari con un pacchetto preconfezionato di nomi, magari con qualche casella mancante da riempire a seconda delle forze coinvolte».
Come va la mediazione con il Pd?
«Con il Pd non vi è alcun bisogno di mediazione, perché, come ho già detto e come ho sempre auspicato, è stato delineato un percorso con gli iscritti, all’interno del quale si parlerà della buona amministrazione di questi anni, di donne e uomini che si sono impegnati e hanno sviluppato esperienze importanti con riscontri evidenti e positivi nella citta e di dee e progetti nuovi da portare avanti, auspicabilmente, da parte mia, anche con le altre forze presenti nel nostro territorio. Tutta roba, insomma, che si mette in campo alla vigilia di ogni elezioni, almeno nel mio partito. Quindi, al momento non abbiamo bisogno di “anime sante del Purgatorio” che si mettano in moto o si sentano investite di ruoli mai dati, alla salvifica ricerca di composizioni di divisioni inventate, mai avvenute o tutt’ora esistenti. Anzi, a questo proposito, faccio rilevare un dato politico che ritengo importante e cioè, la maggioranza più alta in provincia ottenuta dalla mozione Giachetti nei circoli, da me presentata domenica scorsa e che, grazie a questo voto “bulgaro”, ha eletto 5 su 6 delegati alla Convenzione Provinciale, tra cui anche attuali amministratori».
Come si spiega il suo passaggio da “cacciatore” al visionario della sostenibilità?
«Mi ritengo un uomo che vive di passioni a cui non piace rinnegare nulla di ciò che ha vissuto e vive, appunto, con passione. Le due questioni non sono antitetiche e nel mio operare politico non lo sono mai state e non mi hanno certo condizionato. Ricordo che da “cacciatore”, per esempio, nei primi anni del mio sindacato, ho creato il primo polmone di verde a Centobuchi (Parco della Conoscenza) e sono stato tra i fondatori, sempre da sindaco, di Picenambiente, felice intuizione di collaborazione Pubblico- Privato, nella realtà consolidata e importante delservizio della raccolta dei rifiuti nel nostro territorio. Ritengo che ogni energia positiva debba andare incontro a sistemi di rigenerazione urbana e a progetti di ecosostenibilità che consentano alle future generazioni di vivere una maggiore e più consapevole qualità della propria esistenza».
A chi obietta che il suo programma è fantascientifico, cosa risponde?
«Finora ho preferito non replicare a qualche estemporaneità espressa nei miei confronti da Romano Speca che, nella spasmodica ricerca di una candidatura a sindaco, l’unica a garantirgli una poltrona, stante la sua congenita e risaputa “inconsistenza elettorale”, vuole cercare argomenti per contrapporsi a me che, a quanto pare, sono l’unico che non lo ha cercato o a cui si è presentato. Speca è liberissimo di trovare tutti gli argomenti possibili, personali e non, per cercare di trovare motivi di confronto con il sottoscritto che, lo dico sinceramente, “sogna” di avere un “competitor” come lui alle prossime elezioni, ma non posso accettare che lui svilisca e si prenda gioco del lavoro dei giovani della Società dei Poeti Estinti, che, lo debbo ribadire, senza alcuna aspettativa di candidatura o altro, hanno dato e danno il loro appassionato apporto all’ideazione di una Città che sviluppi alcune eccellenze nel territorio. Forse perché preso dal suo “tour delle 7 chiese” che lo ha portato a proporsi indistintamente, senza uno straccio di idea (tant’è che goffamente ora tenta di ruffianeggiare o sposare progetti in itinere e opere di questa Amministrazione) o, tantomeno, programma, a chi è all’opposizione (M5S e Sinistra), a chi è in maggioranza (Pd) e persino a chi vorrebbe proporre una lista civica, non si è accorto che la bozza del mio programma parla di cose molto concrete. Si tratta di cose che, tra l’altro, dovrebbero essere molto vicine al suo “sentire” ambientalista, come il miglioramento della mobilità locale, la diffusione di mezzi elettrici nel trasporto urbano, la copertura integrale della banda larga, un sistema di pulitura di fossi e scarpate, la promozione della diffusione di cultura e prodotti equo solidali e delle tipicità locali, l’implementazione della filiera corta per i nostri prodotti, ricerca di nuova imprenditorialità sensibile alla Green e Blue Economy, intercettazione di nuovi flussi turistici rivolti alle nuove generazioni, come quelle dei Millennials e Generazione Zeta, implementazione della rete di piste ciclopedonali che si raccordino con parti del nostro territorio…. E mi fermo qui, perché, davvero c’è da vergognarsi per tanta ignoranza e pressapochismo, sbattuta in faccia a giovani che intendono migliorare, con proposte concrete la qualità della vita della nostra gente».
Cosa la muove a candidarsi ancora alla guida di Monteprandone, dopo l’esperienza parlamentare?
«Mi candido non certamente per appagare la morbosità di Romano Speca, che, senza un minimo di rispetto si chiede, nascondendosi ipocritamente dietro “in molti si chiedono”, cosa io cerchi ancora. Mi muove niente più e niente meno di quello che dicevo sopra. Una grande passione per la politica e la voglia, concedo pure agli avversari, la presunzione, di lasciare un piccolo segno nella storia della nostra città. Da sempre ritengo, infatti, che il sindaco sia il ruolo più coinvolgente e appassionante per chi ama persone e cose del nostro territorio».
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