di Benedetto Marinangeli
La sconfitta con il Ravenna, la seconda consecutiva, non deve lasciare strascichi nella Samb. Dopo Monza ecco i romagnoli. Doveva essere la gara del rilancio ma così non è stato. Anche l’atteggiamento tattico di Roselli era indirizzato in tal senso. Infatti i rossoblù con il tridente Di Massimo-Stanco-Calderini è stato subito propositivo in campo con un Ravenna esclusivamente chiuso nella propria trequarti e pronto a sfruttare le ripartenze.
Certo, le occasioni da rete, seppure poche, ci sono state ma bisogna anche dire che il portiere ospite non è che abbia dovuto effettuare dei così grandi interventi. Anzi a parte un colpo di testa di Cecchini, per il resto è stato salvato dalla scarsa mira degli avanti rossoblù. Di Massimo ha avuto due chiare occasioni da rete, una per tempo, non finalizzate con il giovane attaccante che però è stato sempre nel vivo del match.
Così come Calderini praticamente imprendibile quando parte i progressione e che, nel primo tempo, ha costretto Eleuteri ad un lavoro prettamente difensivo. Poi, però, ecco le sostituzioni che hanno cambiato volto alla Samb. Fuori Di Massimo e Calderini, dentro Russotto ed Ilari. Eleuteri ha preso coraggio ed ha iniziato a spingere sulla corsia destra e proprio da un suo cross è nato il gol vittoria del Ravenna. Sarà un caso? Probabilmente si anche perché nel calcio non c’è una riprova ed è facile parlare con il senno di poi. Anche se a parte l’occasione di Signori al secondo di recupero, la difesa romagnola non ha corso seri pericoli.
LO SFOGO DI FEDELI – Dopo domeniche di tranquillità, il patron ieri sera è esploso. Come un vulcano, la lava è uscita fuori copiosa. Ne ha avute per tutti. Dai calciatori fino all’ imprenditoria locale accusata di essere distante dalla Samb. Ma alcune considerazioni vanno fatte. Senza nulla togliere a Fedeli per il gravoso impegno economico fatto in questi quattro anni per il club rossoblù, bisogna anche dire che il patron non è che abbia fatto poi molto per farsi apprezzare in città. Certo quando arrivano i risultati tutto sembra roseo. E’ invece quando le cose non girano per il verso giusto che si misura il gradimento o meno della piazza.
Un dato di fatto eloquente è che la Samb può contare su uno zoccolo duro di 2.500 spettatori compresi gli abbonati. Se si vanno a comparare con gli undicimila con il Cosenza rappresentano un granello di sabbia. Però si tratta sempre della quarta società con il maggior numero di presenze allo stadio del girone B, dopo Vicenza, Triestina e Ternana. Cosa dovrebbero dire gli altri presidenti? Ed allora come spiegare questa disaffezione nei confronti della società? Perché è di questo che si deve parlare e non di mancato entusiasmo nei confronti della squadra. Certamente gli errori commessi questa estate sono evidenti a tutti, ma c’è qualcos’altro.
La conferma viene anche dalle sponsorizzazioni, di numero inferiore rispetto alle passate stagioni. Senza gettare la croce addosso all’ ufficio marketing che ha fatto ciò che ha potuto, numerose ditte che lo scorso anno avevano abbinato il loro marchio alla Samb hanno risposto picche alle sollecitazioni degli addetti ai lavori. Perché non si è cercato di fidelizzare queste aziende con una politica maggiormente inclusiva? Cosa accadrà se martedì prossimo la Samb non dovesse fare risultato ad Imola? Risposte che solo Fedeli può dare.
Archiviato il Ravenna, ora l’obiettivo è fissato sulla trasferta di Imola. I rossoblù se la vedranno con la terza della classe, una formazione in continua ascesa e che ieri ha sconfitto per 3-2 il Gubbio in terra umbra. L’autentica rivelazione del girone B. La gara di andata fu quella della svolta dopo il lungo periodo di crisi con la speranza che Rapisarda e compagni che ci proveranno in tutti i modi per tornare a casa con un risultato positivo.
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