di Martina Oddi
Nato nel 1968 a Appignano, presto trasferitosi a Offida, sposato ma senza prole. Impiegato nell’amministrazione della Vinea, in particolare nella creazione degli eventi, si sente offidano al 100%. Le sue appartenenze politiche hanno sempre gravitato nel centrosinistra e, dopo aver militato nel Pd per 25 anni, si è appena congedato dal ruolo che svolgeva da tre anni mezzo per il suo partito, quello di segretario del Circolo comunale, per scendere in campo per le comunali del 26 maggio, con la benedizione di Valerio Lucciarini, sindaco uscente al secondo mandato. Con “Offida Solidarietà e Democrazia” dipinge una realtà molto ampia e vitale, vivace e articolata di cui si sente «responsabile con il progetto civico, che nasce da una scelta condivisa».
Come siete riusciti a compattare il centrosinistra, frammentato un po’ ovunque? Un’eredità di Lucciarini o una cultura politica tutta offidana?
«Offida Solidarietà e Democrazia ha una storia che nasce nel ’95 con riferimento già allora ai valori del centrosinistra. Si è strutturata negli anni ed è riuscita di fatto a stare insieme durante tutto il percorso con tutti i sindaci che si sono succeduti. Credo sia una prerogativa della nostra comunità, le soluzioni sono state sempre trovate nel quotidiano e nell’Amministrazione che traduceva gli indirizzi politici per concretizzarli in indirizzi amministrativi, attraverso un governo condiviso, in cui i problemi e le opportunità vengono calati nella comunità oltre i discorsi ideologici. Le forze di coalizione si sono trovate a ottobre, hanno rilanciato sia Rifondazione che MpD, con un’intesa che si fonda sulle cose da fare: ci dovremmo confrontare sul programma ovviamente. La lista è a buon punto, si tratta di una compagine civica, con le persone di valore che ci vogliono mettere la faccia; una composizione che riparte dalle figure amministrative giovani con esperienze importanti, un valore aggiunto per tutto il gruppo, che è giusto vengano premiate per aver lavorato bene».
Cerca delle aperture o è sicuro dei suoi numeri?
«I numeri sono i cittadini, non pensiamo nelle comunali ai numeri ma ai concittadini. Noi mettiamo al centro i cittadini che si vogliono impegnare».
Come si delinea la strategia elettorale finalizzata anche ad arrivare ai delusi e ai fuoriusciti delle ultime politiche?
«Il nostro punto di forza sono i Forum aperti, caratterizzati su tematiche all’insegna del motto “partecipazione e futuro”. La nostra proposta sarà costruita con tutti i cittadini, con una capacità doverosa di fare sintesi. Infatti credo che sia importante una politica fatta guardando negli occhi le persone, una vera attitudine all’ascolto, di cura della persona. Io mi metto a disposizione con molta umiltà, non certo su un piedistallo».
Quali sono le idee forti del suo programma, ci sarà continuità con Lucciarini o ha lancerà nuovi spunti e aprirà a nuovi spazi?
«Offida è una realtà molto strutturata, anche grazie alle associazioni culturali e sportive, al turismo vivo come dicono dati in crescita: una solida base per cercare le configurazioni per migliorarci. I forum aperti non sono certo una novità ma hanno una caratteristica: la possibilità di redigere un programma configurato tenendo presente che negli anni le esigenze possono cambiare e serve elasticità operativa. Sopratutto con l’attuale politica nazionale a caduta sugli enti locali. Offida dispone di servizi e di un’ urbanistica consolidati e forti, non lo dico con supponenza e non nutro ambizioni per un progetto di ampio respiro, i progetti più ambiziosi sono quelli su cui stiamo già lavorando come l’accoglienza turistica. Un settore cresciuto tanto, dobbiamo lavorare sulla capacità di ricettività territoriale e migliorare il migliorabile».
Quali sono i timori del favorito alla metà della campagna elettorale?
«Con la massima umiltà non abbiamo timori, ma nutriamo rispetto, in un confronto democratico che richiede rispetto reciproco, come da mio appello sulla stampa. Ho il dovere della responsabilizzazione e della consapevolezza verso il ruolo a cui sono chiamato a rispondere, potendo contare su un’apertura totale e un’assoluta condivisione e apprezzamento della gran parte della città. Lo dico con umiltà».
Cosa potrebbe dare a Offida che già non ha?
«Non penso che un singolo può dare da solo qualcosa a una città così ricca dal punto di vista sociale e economico. Non mi piace la politica che promette. No alle promesse in campagna elettorale, sì a corrispondere in modo adeguato. E noi ce la metteremo tutta confrontandoci con una sfida ambiziosa che richiede mediazione e compromesso».
Quali sarebbero i primi interventi e le priorità una volta sindaco?
«Ho avuto la fortuna amministrativa di essere consigliere comunale di maggioranza prima con D’Angelo. Poi con il primo Lucciarini ho avuto il Bilancio e il Sociale: è stata un’esperienza che mi ha dato tanto. Oggi la priorità, in continuità, è l’attenzione ai temi del disagio sociale, delle fragilità da risolvere per far star meglio tutta la comunità. Lucciarini ha messo a sistema i finanziamenti per ricostruzione e la riconversione dopo il sisma e questi progetti già approvati meriteranno un’attenzione particolare, e l’operatività sarà l’aspetto cruciale. Sono tanti, a partire dalla scuola, come il nuovo campus comprensivo di tutte le scuole offidane, per provare a costruire con una tecnologia sicura e diversificare i progetti formativi extra scolastici. Per alzare l’asticella rispetto ai semplici tempi scuola e continuare a proporre sempre progetti paralleli finalizzati a tessere l’ossatura per crescita dei giovani cittadini».
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