I montanari, come ama ripetere il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci, sono gente “tosta” abituata a vivere in un contesto ambientale già duro (per il clima e l’asperità dei luoghi). Dimostrano di essere ancora più “tosti” quando nemmeno il terribile sisma iniziato nell’agosto del 2016 riesce li riesce a spezzare. E’ il caso ad esempio di Giovanni Palaferri, un giovane agricoltore, che a Spelonga, frazione di Arquata, ha deciso di avviare la sua azienda agricola. A quota 1000 metri, sui pascoli verdi dei Monti della Laga, Palaferri alleva bovini di razza marchigiana allo stato semi brado, oltre 25 capi di ovini, ed ha una piccola produzione di “marroni” castagne. «La mia azienda nasce a marzo del 2016 con non poche difficoltà per avviarla perché ho dovuto iniziare da zero visto che la mia famiglia si occupava di tutt’altro – spiega l’agricoltore Giovanni Palaferri titolare dell’omonima azienda -. Prima di svolgere questa attività ho lavorato molto all’estero occupandomi di altro, ed è stato questo distacco dalla mia terra che mi ha fatto legare sempre di più al posto dove sono cresciuto». L’amore e la passione per la natura e l’allevamento le ha ereditate da suo nonno, proprio per questo ha deciso di avviare questa attività agricola a Spelonga solo pochi mesi prima dei tragici eventi del terremoto. Grazie alla Fondazione Ottavio Sgariglia Dalmonte ha potuto accedere al Microcredito che gli ha permesso di poter acquistare strumenti utili per la sua attività. «Per avviare la mia azienda agricola – aggiunge – ho dovuto utilizzare tutti i risparmi, che avevo accantonato negli anni, nell’acquisto di bovini, di un trattore usato e per prendere in affitto delle terre, ma ancora non ho tutta l’attrezzatura necessaria. Purtroppo le sequenze sismiche e l’abbondante nevicata mi hanno creato ulteriori problemi perdendo due fabbricati anche se piccoli e vecchi, che utilizzavo per la rimessa di fieno. Comunque, nonostante tutto, vado avanti cercando di raggiunge quello che è il mio obbiettivo, ovvero continuare a vivere in questi splendidi luoghi e cercare se mi è possibile anche di migliorarli».
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