di Franco De Marco
Ovazione per il baritono georgiano Misha Kiria nelle vesti di un Sir John Falstaff particolarmente dotato vocalmente (che volume!) e anche pieno di grazia, sì di grazia, – di solito è il contrario per gli habituée del ruolo – nei movimenti. Applausi scroscianti per tutti gli altri interpreti. Va in archivio, nel teatro Ventidio Basso, un Falstaff molto piacevole, frizzantino, che conclude una fortunatissima stagione, sul piano artistico, della Fondazione Rete Lirica delle Marche seppur meno fortunata per quanto riguarda il numero degli spettatori almeno ad Ascoli. E già si pensa alla stagione 2019-2020: i titoli sicuri sono Turandot e Carmen, ancora da definire L’italiana in Algeri.
Per questo Falstaff, firmato dal regista Roberto Catalano, i biglietti staccati sono stati poco meno di 500, qualcosina in più di “Cosi fan tutte” e decisamente meglio del “Trovatore”, gli altri titoli della stagione, tutti connotati da voci giovani ma molto belle, originalità di allestimento e generale freschezza. Sul perché, nella stagione 2018-209, il Ventidio Basso non sia riuscito mai a fare il pieno o quasi, contrariamente alle stagioni precedenti, bisogna continuare a riflettere. Questa volta, comunque, per quanto riguarda la pubblicità (anche due stendardi sulla facciata del Massimo, miracolo!) qualcosa di più si è visto. E certamente può dare risultati positivi, a medio e lungo termine, il coinvolgimento delle scuole che anche per Falstaff hanno visto una nutrita squadra del Coro Ventidio Basso fare con generosità lezioni speciali di avvicinamento alla lirica.
Se gli ascolani sono stati in questa stagione freddini (per la città i prezzi, pur con gli sconti previsti, sono troppo alti?) c’è tuttavia un segnale molto positivo. Alla recita di sabato sera nel teatro Ventidio Basso, infatti, era presente una ventina di melomani, provenienti dalla Germania, organizzati dall’agenzia Rainer Beck che da molti anni, ad esempio, porta gli appassionati di lirica allo Sferisterio di Macerata. Questa volta i tedeschi hanno scelto Ascoli sia per lo spettacolo lirico sia per la bellezza della città che, in effetti, li ha fatti subito innamorare. Insomma è stato avviato un rapporto, facilitato da Luciano Messi sovrintendente di Macerata Opera Festival e direttore della Fondazione Rete Lirica delle Marche, che nel tempo potrebbe incrementarsi. Ecco la strada da seguire. E Ascoli, oltre alla lirica, può offrire una città d’arte come nessun’altra almeno nelle Marche. Per la cronaca tra il pubblico c’era anche un nutrito gruppo proveniente dall’Abruzzo (Pineto) e da San Benedetto (i fan al seguito di Giuseppina Piunti).
Torniamo al Falstaff in scena sabato sera che giovedi (anteprima giovani) e sabato approderà nel Teatro dell’Aquila di Fermo. Ha giganteggiato in tutti i sensi, come detto, il baritono Misha Kiria. Il ruolo è proprio il suo. Gran voce, facilità in tutti i registri, forte presenza scenica. Che vogliamo di più? Si è fatta notare per i colori e per la facilità negli acuti il soprano Maria Laura Iacobellis (Nannetta) così come è molto piaciuta l’altro soprano Sarah Tisba (Alice). Bene, a completare il gruppo femminile, Daniela Innamorati (Quickly) e la beniamina di casa Giuseppina Piunti (Meg) alla quale non mancano bravura ed esperienza scenica. Tra gli uomini si è fatto notare soprattutto il tenore Matteo Roma (Fenton) ma anche gli altri tutti all’altezza. L’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, diretta dal maestro Francesco Cilluffo, è partita un po’ tropo forte, vittima della buca del Massimo, coprendo le voci, poi si è ripresa. Un allestimento corale ben riuscito e con un’ambientazione fuori dagli schemi (lettone, trenino della vita, lettini da spiaggia e tennis per la bella vita, eccetera) per una lettura dell’opera certamente non banale e stereotipata.
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