di Adriano Cespi
Centrodestra in alto mare. Candidatura a sindaco lontana da arrivare. Almeno stando alle schermaglie in corso all’interno della coalizione. Meglio dire, all’interno di Forza Italia, vista l’impossibilità del partito di Berlusconi, a livello locale, di trovare l’unità su un nome da portare al tavolo con Lega e Fratelli d’Italia. Schermaglie, ma chiamiamole anche guerre intestine, che, di fatto, paralizzano l’intero rassemblement. E se i vertici regionali sembrano mostrare estrema tranquillità, la base ascolana dei due principali partiti, Lega e Forza Italia, evidenzia un certo nervosismo. Nelle Marche, infatti, chiusa la partita a Pesaro con la candidatura del segretario comunale di Fratelli d’Italia, Nicola Baiocchi, ed a Fano con la candidatura di Lucia Tarsi sostenuta dalla Lega, manca solo la candidatura di Ascoli a completare il puzzle. Insomma, una situazione confusa quella del capoluogo piceno. Dove la Lega, in qualità di primo partito della coalizione: 15,9% (ma, soprattutto, con dei sondaggi nazionali che la porterebbero al 31%), per voce del suo commissario regionale, Paolo Arrigoni, rivendica a sé il sindaco (nella persona del commissario provinciale, Andrea Antonini); e Forza Italia, in forza dei voti ottenuti alle comunali del 2014 dalle liste civiche dei propri esponenti più autorevoli, gli assessori al Personale, Giovanni Silvestri, ed all’Urbanistica, Luigi Lattanzi (14% in due), e dal simbolo alle ultime politiche del marzo 2018 (11,8%), rilancia per sé la candidatura. Se poi in questa piazza delle nebbie aggiungiamo la volontà del vice presidente del Consiglio regionale, Piero Celani (altro uomo forte di Forza Italia) di presentarsi con una sua lista, lo scenario da opaco diventa completamente nero.
SCENARIO CONFUSO O STRATEGIA FORZISTA? – Ma una domanda sorte spontanea: il quadro è davvero così confuso, oppure dietro questa facciata a tinte grigie c’è una vera e propria strategia? Una strategia disegnata dagli stessi vertici regionali del partito di Berlusconi per uscire “morbidamente” dalla partita. In sostanza, secondo quanto emergerebbe da fonti ben informate interne allo stesso centrodestra, davanti all’impossibilità (per via dei veti incrociati delle varie correnti forziste ascolane alle tre candidature più papabili quella di Celani, quella di Silvestri, e quella di Lattanzi) di individuare un candidato unico, il coordinatore regionale, Marcello Fiori, ed il senatore, Andrea Cangini, che formano la cabina di regia azzurra, starebbero dilatando i tempi del confronto per poi arrivare (tra questo fine settimana e l’inizio della prossima) ad Ascoli, sedersi intorno al tavolo col commissario regionale della, Lega, il senatore Paolo Arrigoni, e col segretario regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Acquaroli, e dare l’ok alla candidatura leghista di Andrea Antonini. Un po’ come avvenne alle ultime elezioni politiche del 4 marzo 2018 quando, dopo un lungo braccio di ferro, Forza Italia, proprio il giorno prima della scadenza dei termini, accettò la candidatura all’uninominale per la Camera dei Deputati dell’esponente di Fratelli d’Italia, Marco Fioravanti. Lettura fantasiosa o ricostruzione veritiera? Fonti ben informate del centrodestra propenderebbero per la seconda ipotesi.
LE CORRENTI ASCOLANE IN LOTTA – Del resto, tornando alle guerre interne a Forza Italia ascolana, non si riesce a capire come gli stessi esponenti locali possano riuscire a trovare un accordo. Sempre secondo indiscrezioni Silvestri mai darebbe l’ok a Celani (visto il trattamento ricevuto alle ultime elezioni regionali quando si vide soffiare, all’ultimo momento, la sua candidatura a consigliere) e viceversa Celani nei confronti di Silvestri; lo stesso Celani difficilmente riceverebbe l’ok dalla corrente che fa capo al sindaco Guido Castelli (di cui il vice sindaco Donatella Ferretti è autorevole esponente, un po’ meno l’assessore allo Sport, Massimiliano Brugni, che, dopo essere stato messo da parte per la corsa all’Arengo, si sarebbe allontanato dal sindaco); e Lattanzi, col suo 7% circa alle ultime amministrative del 2014, dovrebbe convincere Silvestri a farsi da parte. Silvestri che, con la sua lista, centrò lo stesso risultato di Lattanzi (7%). Come far quadrare il cerchio? La soluzione potrebbe essere, quindi, quella di un sì forzista alla candidatura a sindaco di Antonini, in cambio magari del vice sindaco e di assessorati di peso da consegnare agli esponenti azzurri più votati. Ovvio: tutto questo in un’ottica di centrodestra unito. E di un Celani organico alla coalizione e non in lotta (attraverso la sua lista civica) con essa.