di Maria Nerina Galiè
Luciano Moretti, Tiziana Principi e Flavio Paride Postacchini. E’ questa la terna nella quale Cesare Milani, al vertice di Area Vasta 5, dovrà “pescare” per individuare il nuovo direttore del Dipartimento di emergenza, urgenza e accettazione (Dea), al posto di Massimo Loria. La carica avrà durata di tre anni e dovrà sovrintendere le sette unità operative i cui direttori facevano parte della rosa dei candidati. Erano infatti in lizza per questo ambito posto i direttori di pronto soccorso e reparto di medicina d’urgenza che sono Gianfilippo Renzi per il “Mazzoni” di Ascoli e Giuseppina Petrelli del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto; i direttori di Anestesia e Rianimazione di Ascoli, Giorgio Forlini, e di San Benedetto, Tiziana Principi; il direttore di Cardiologia del “Mazzoni” Luciano Moretti; il direttore della Cardiologia a indirizzo riabilitativo del “Madonna del Soccorso”, Vito Maurizio Parato; Flavio Paride Postacchini, direttore della Centrale operativa del 118, di stanza ad Ascoli ma competente sul territorio compreso nell’Area Vasta 5 e 4, quindi sulle province di Ascoli e Fermo.
I sette primari, insieme ad alcuni rappresentanti di medici ed infermieri, si sono riuniti martedì 12 marzo per concordare i tre “papabili” che ora sono Moretti, Principi e Postacchini, appunto. Solo uno sarà direttore del Dea per scelta fiduciaria, quindi a totale discrezione, di Cesare Milani. La lista verrà consegnata con i nomi in ordine alfabetico e non secondo una graduatoria basata su un’esito elettorale, poiché non c’è stata votazione. Il comitato infatti si è limitato ad approvare all’unanimità la lista già composta dagli stessi membri.
«Il direttore del Dea – ha commentato il dottor Postacchini – governa una strategia, non deve essere in alcun modo legato al posto. Nessuna divisione tra Ascoli e San Benedetto, dunque, né formale né sostanziale. Il Dipartimento è unico così come la sua gestione». Il modello organizzativo che si adotta, ha spiegato nella sostanza il direttore del 118, è quello anglosassone dell’hub e spoke, mozzo e raggi della ruota di bicicletta, dove i ruoli vengono però modulati secondo l’esigenza. «Per hub – ha precisato – si intende il centro di eccellenza per quella particolare patologia che si sta trattando, mentre gli spoke sono le tappe intermedie, diverse a seconda del caso. Il Centro di primo livello per i traumi ora è il Torrette di Ancona, per gli infarti l’ospedale ascolano e per gli ictus quello di San Benedetto». «E’ chiaro – ha aggiunto – che avere tutti i centri di primo livello in unico presidio ospedaliero, come dovrebbe essere l’ospedale unico, sarà un grosso vantaggio. Soprattutto per il paziente che risulta sempre più multipatologico. Fattore questo legato all’innalzamento dell’età della popolazione».
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