«Sono stata tenuta in una stanza della ditta per tutta la mattinata e per tutto il pomeriggio senza poter bere un bicchiere d’acqua perchè mi volevano far firmare la lettera di dimissioni dal posto di lavoro. Ma quel lavoro mi serviva per poter pagare l’affitto ed aiutare mia madre malata».
E’ stata l’odissea raccontata al Tribunale di Ascoli, davanti al giudice Barbara Pomponi, da una ex caporalmaggiore dell’Esercito finita poi a lavorare in una ditta ascolana. A processo sono finiti il titolare e altre due persone presenti in azienda il 28 agosto 2017.
La giovane, difesa dagli avvocati Christian Lucidi e Roberta Fabiani, ha raccontato anche di battute a sfondo sessuale fatte sia durante l’alterco che in altre circostanze. La lite proseguì anche nel pomeriggio, fino a quando la donna non riuscì a chiamare le forze dell’ordine per raccontare e denunciare l’accaduto.
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