di Luca Capponi
Prefigurare uno scenario da mistery, alla fin fine, non era stata un’idea così azzardata. Al centro dell’intrigo, ora il termine sembra quanto mai appropriato, un affresco rinvenuto nella antica chiesetta Madonna delle Grazie di Castel Trosino. Prima ricompare, poi scompare ed ora…magicamente ricompare. Da una parte alcuni residenti del luogo inviperiti, e pronti a scrivere alla Soprintendenza, dall’altra chi ha seguito i lavori di ripristino post sisma che smentisce: «L’affresco non è mai stato ricoperto, è ancora lì». «Non si tratta della stessa opera» ribattono i residenti.
«Ma come ha fatto a scomparire un dipinto che è lì da cinquecento anni e che con grande attenzione, sensibilità, accortezza e impegno abbiamo rimesso in luce dopo tanto tempo? -si domanda l’architetto Valerio Borzacchini, che ha seguito i lavori in loco- Certo, sono solo 39 anni che mi occupo di restauri e beni culturali, l’esperienza è poca e forse mi è sfuggito o forse qualcuno in un momento di disturbo mentale lo ha di nuovo ricoperto».
Borzacchini ha seguito i lavori come progettista e direttore della messa in sicurezza dopo il sisma, lavori che sono terminati lo scorso mese di agosto 2018, uno dei primi di tutta la Diocesi. «L’affresco cinquecentesco del Santo Vescovo è ancora lì dove dipinto da centinaia di anni e dove riscoperto, pensate non si è mai mosso, né mani occulte lo hanno ricoperto e ora attende solo un provvidenziale restauro -continua-. Questi “solerti” ed “attenti” “abitanti di Castel Trosino” che sostengono la scomparsa dell’affresco e che si sono così brillantemente mossi chiedendo spiegazioni alla Diocesi ed addirittura denunciato la cosa alla competente Soprintendenza, da quanto tempo non entrano nella loro recuperata chiesetta? Sicuramente da otto mesi, perché se lo avessero fatto avrebbero visto l’affresco lì in bella vista».
Borzacchini prosegue nella sua disamina. «Ma allora, per quale ragione questi “abitanti di Castel Trosino” che da mesi portano avanti polemiche di ogni tipo, animano litigi, agiscono e montano queste falsità? -continua- Che cosa vogliono ottenere con tutto il clamore che hanno fatto? Chi volevano colpire? Nel frattempo un immediato risultato lo hanno raggiunto. C’era chi si era offerto di donare il restauro del dipinto per la prossima festa parrocchiale della chiesa ma, visto quello che sta accadendo e l’inaffidabilità di questa comunità, si sta chiedendo se soprassedere. Peccato che questo splendido luogo dal passato storico importante, che ha vissuto in anni recenti importanti iniziative turistico culturali che gli hanno dato lustro e notorietà locale e nazionale e che oggi a causa di alcuni “stolti” abitanti, stia svilendo in questo modo, non manifestando più le energie giuste per un futuro di qualità, peccato».
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