di Luca Capponi
Quante volte, nel momento in cui credevamo di essere arrivati lì lì per coronare il sogno siamo stati sbalzati giù fino a veder andare tutto in frantumi? Molte, troppe. D’altronde la storia dell’uomo è fatta di ascese e cadute, di ripartenze e rivincite insperate. Un po’ quello che sta accadendo a un ragazzo ascolano, Riccardo Rossi, che con il nome d’arte PelleOssa si sta imponendo nel mondo dei creativi: tatuaggi (soprattutto), ma anche quadri e linee di abbigliamento, contatti e lavori con gli studi di Berlino, Barcellona, Los Angeles, disegni su commissione per vip e personaggi dello sport. Eppure…
Riccardo Rossi, alias PelleOssa
Eppure in origine la storia di Riccardo, classe 1997, era un’altra. E’ lui stesso a raccontarla, non senza emozione. «Sono stato per 12 anni un motociclista professionista -ricorda-. Ho fatto 3 anni di campionato italiano assieme al fratello di Valentino Rossi ed altri nomi molto importanti, purtroppo però nel momento fatidico della carriera ho avuto un grave incidente che mi ha costretto a restare fermo su di un letto per un anno intero e lontano dal motociclismo per due anni consecutivi». Un incidente mica da poco: Riccardo è volato giù da un dirupo mentre percorreva una pista di cross, riportando la frattura di 5 vertebre, tra cui una esplosa, e la lacerazione del nervo sciatico. In due parole, carriera finita. Momenti duri, durissimi, anche dal punto di vista psicologico. Ma non solo. Riccardo sembra cedere anche dal punto di vista fisico.
La rosa, fine e delicata, uno dei cavalli di battaglia di PelleOssa
«Il nome PelleOssa -spiega- deriva dalla cattiva esperienza avvenuta con il mio corpo appena uscito dall’ospedale, legata all’anoressia e alle problematiche dell’alimentazione. Per due anni i medici non riuscivano a capire perché non assimilassi cibo e non riprendessi la forma fisica. I primi mesi pesavo 40 chili, dopo un anno ne pesavo ancora meno di 50, mi sono ripreso completamente l’anno scorso. Due mesi fa mi sono tatuato il logo PelleOssa nel fondo schiena dove mi sono operato. Tutto quello che faccio mi descrive e rappresenta, anche il mio stile legato alle cose fini e delicate».
La nuova vita di Riccardo arriva dunque durante la convalescenza, nel momento più buio, quando non c’era apparentemente altra via. «Lì ho capito che la mia strada era differente e che avevo scoperto una parte di me sconosciuta, più sensibile e propensa all’arte -prosegue-. Nonostante avessi un padre pittore mi sono avvicinato a questo mondo da neofita iniziando a dipingere, poi disegnando una linea d’abbigliamento ed infine con i tatuaggi. La cosa che mi ha portato a continuare fino a lavorare con personaggi importanti è vedere la felicità delle persone mentre porto la mia creatività sul loro corpo per sempre, una cosa che mi faceva stare bene, e soprattutto lo stile di vita richiesto dal mestiere, sicuramente il viaggiare in continuazione e la conoscenza di mondi molto creativi».
Un lavoro più grande
Riccardo, infatti, una residenza fissa non ce l’ha. La sua strada si è ramificata, tra studi ed atelier internazionali. «Attualmente -dice il ragazzo- sto gestendo delle trattative europee ed extraeuropee. Giro molte città, sono appena tornato da un mese di tour; ho fatto Londra, Berlino e successivamente sono stato in Svizzera per un mese intero. Ho lavorato per tre mesi con Fabrizio Corona, le cose andavano molto bene, lavoravo per il suo franchising di tatuaggi. Ma in un secondo momento ho preferito chiudere i rapporti con lo staff che gestiva la società anche se adesso però è tutto ok, sono appena tornato da una riunione avvenuta con la mia manager proprio dentro gli uffici di Corona. Ora si parla di Los Angeles, una meta che fa gola a molti, sono in trattativa con molti studi per bilanciare il tiro giusto. Sono studi particolari, sto cercando la situazione che più si avvicina al mio stile».
Cupido in azione
Uno stile che, spesso, si interfaccia anche con le richieste dei potenziali tatuati, da gente comune fino a vip, cantanti, piloti del mondiale, fashion blogger, youtuber. «Mi capita di realizzare molti tatuaggi particolari -conclude Riccardo-. Uno degli ultimi è stato il comune cartello “Attenti al cane” su un polpaccio, spesso mi interesso a questi tatuaggi particolari. Il più grande mai realizzato è un progetto che sto portando avanti con un ragazzo di 22 anni, al quale sto completando tutto il corpo con un disegno quasi completamente in “Free Hand”. Il più piccolo mai realizzato, invece, è stata una piuma alta meno di 3 centimetri con dei dettagli realistici all’interno. Adoro i particolari, ma sopratutto i tatuaggi di piccole dimensioni, mi piace mettermi alla prova cercando di realizzare ogni giorno delle cose sempre più strane. Sicuramente il tatuaggio che va per la maggiore sono le rose. Ho delle richieste pazzesche sulle rose, spesso le realizzo interamente a mano libera, adoro le rose con le particolarità, al loro interno cerco sempre la delicatezza in ogni lavoro che eseguo».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati