di Gianluca Ginella
I figli di Sarchiè denunciati per stalking dalla moglie di Giuseppe Farina, l’uomo che uccise loro padre con la complicità del figlio Salvatore, oggi Jennifer e Yuri sono stati assolti al Tribunale di Catania per non aver commesso il fatto.
Il 18 giugno del 2014 un uomo non rientrò nella sua casa di San Benedetto. Ad attenderlo c’erano la moglie, Ave Palestini, e i figli Jennifer e Yuri. Non l’avrebbero mai più visto perché quel giorno l’uomo, Pietro Sarchiè, commerciante di pesce di San Benedetto, era stato ucciso a Sellano di Pioraco durante il giro per la consegna ai clienti. Qualcuno gli sparò per poi nascondere il corpo in una fossa scavata in località Valle dei Grilli, a San Severino, di fronte ad una chiesetta sconsacrata. Per quell’omicidio sono stati condannati padre e figlio, Giuseppe e Salvatore Farina. Il padre, Giuseppe, all’ergastolo, il figlio, Salvatore, a 20 anni. Sentenze passate in giudicato il 29 maggio 2018. La figlia Jennifer e il figlio Yuri per la rabbia legata al delitto avevano scritto dei messaggi alla moglie di Giuseppe Farina, madre di Salvatore. La donna in seguito li ha denunciati per stalking e i due ragazzi sono finiti sotto accusa al tribunale di Catania dove la moglie di Farina si era trasferita.
Oggi entrambi i ragazzi sono stati assolti con formula piena: il fatto non sussiste. Sono assistiti dagli avvocati Nicodemo Gentile e Alessia Modesti. I fatti che venivano loro contestati sono avvenuti nel 2015 e 2016. «Avevano inviato una serie di messaggi alla moglie di Farina, ed erano degli sfoghi, un po’ duri, per la situazione. Dicevano: “Ci sarà giustizia”, “la giustizia trionferà”, “Marciranno in prigione” – spiega l’avvocato Gentile –. La moglie di Giuseppe Farina ha fatto una denuncia e il fatto è stato qualificato come stalking perché per la procura di Catania, che ha proceduto perché è lì che è stato letto l’ultimo messaggio, contenevano minacce. E inoltre ha detto che quei messaggi le avevano causato un trauma e per via di quelli ha cambiato la residenza ed è andata a vivere a Catania. Abbiamo dimostrato che non si trattava di messaggi molesti ma di uno sfogo – continua Gentile -, seppure carico e forte, ma che non integrava nessun tipo di minaccia e soprattutto non era vero che la signora aveva subito un trauma a causa di quegli scritti e che il trasferimento a Catania era avvenuto per altri motivi». Il pm oggi ha chiesto la condanna a 4 mesi. Al processo la moglie di Farina si era costituita parte civile. Il Tribunale ha assolto entrambi i figli di Sarchié con formula piena: «il fatto non sussiste».
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