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Massimo Tamburri (Cinquestelle):
«Ascoli sarà la nuova Matera
Progetto Carbon,
edilizia privata da azzerare»

ASCOLI - Cronache Picene dà il via agli appuntamenti con i candidati sindaco. Lo fa attraverso un’intervista al potenziale primo cittadino sui principali temi che interessano gli ascolani. Iniziamo con l’esponente pentastellato
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Massimo Tamburri (Foto Andrea Vagnoni)

di Adriano Cespi

Progetto Carbon da rivedere con le cubature destinate all’edilizia privata da azzerare, patrimonio artistico e culturale cittadino al servizio del turismo e dell’occupazione, burocrazia zero per favorire la nascita di nuove imprese: sono solo alcuni dei punti sui quali il candidato sindaco del M5S, Massimo Tamburri, incentrerà la sua campagna elettorale per il voto amministrativo del 26 maggio. «Noi siamo per la concretezza – puntualizza l’esponente pentastellato – per la trasparenza amministrativa. Con noi non ci saranno promesse ai singoli e favori, non ci saranno più contratti “sbagliati” a vantaggio dei privati. E ancora niente intimidazioni o minacce, niente interesse personale per le poltrone, niente incompetenza al potere solo perché si maneggiano voti». Il M5S, dopo aver portato in città il ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, sta ora cercando di far venire ad Ascoli anche il vice premier, Luigi Di Maio.

Tamburri, il M5S è al governo del Paese. Ritiene che possiate farcela ad arrivare anche al governo della città dopo 20 anni di amministrazioni di centrodestra?

«Certo, come gruppo del Movimento di Ascoli siamo cresciuti in 5 anni di opposizione con 2 portavoce in consiglio comunale, abbiamo capito cosa serve per migliorare l’amministrazione della nostra città, siamo più conosciuti, e siamo gli stessi che hanno organizzato a livello provinciale le ultime elezioni politiche, col risultato clamoroso di un senatore e due deputati eletti, e il 37% in città. Tra l’altro i nostri parlamentari hanno già imparato come fare rete e essere utili anche per il proprio territorio. E anche personalmente sto lavorando per migliorare ulteriormente l’organizzazione e l’efficacia di questa rete. Un’occasione unica, nel momento della ricostruzione. Lasciarla agli sciacalli sarebbe un’imperdonabile pietra tombale per la nostra città».

Qualcuno sostiene che in questi 5 anni di consiliatura non abbiate fatto un’opposizione dura nei confronti dell’amministrazione Castelli: cosa risponde?

«Chi sostiene una cosa del genere non ha mai visto un consiglio comunale in questi 5 anni! La critica all’amministrazione Castelli è stata costante e pesante, e perlopiù abbastanza solitaria, su moltissimi temi, dal Prg ai vari contratti coi privati (a partire da Ecoinnova), dalla vendita di Piceno Gas alla gravissima assenza di programmazione, di manutenzioni: una delle ultime, forse “piccola” ma molto significativa, è stata un’interrogazione sul magazzino del gazebo del trenino “regalato” (per estensione arbitraria del contratto) a Giocamondo a piazza Arringo, nell’ex-biblioteca, un segno evidente della scarsa consapevolezza dell’attuale amministrazione sul valore del nostro patrimonio, che fa capire come mai non sia mai stato utilizzato adeguatamente per il benessere nei cittadini. Stiamo invece aspettando risposte sulle assunzioni a tempo indeterminato senza concorso. Un dato sulla nostra attività in consiglio comunale: in 5 anni, in 2 consiglieri su 32, abbiamo prodotto oltre il 30% degli atti consiliari, impegnandoci di fatto per 10. Siamo abituati a dare priorità ai fatti».

Quali sono i 3 punti che caratterizzano il vostro programma amministrativo?

«In primis la serietà e l’equità del “metodo 5 stelle”, che garantisce un’amministrazione più efficiente, una revisione di tutti i contratti con i privati, la fine dei regali agli amici, e quindi migliori servizi e minori costi per i cittadini. E poi attività di prevenzione, programmazione e controllo, come purtroppo le altre forze politiche hanno dimostrato di non saper fare. Basta con servizi pagati ma non controllati, avrà fine l’atteggiamento timido rispetto ad aggressioni ambientali come per esempio le puzze nauseabonde che ammorbano i cittadini di Villa Sant’Antonio, saranno affrontati i problemi di sicurezza degli edifici e di protezione civile che ci fanno trovare impreparati nelle emergenze, ecc. Come secondo punto c’è la professionalità garantita dagli assessori esterni, che sono stati e saranno scelti non per i voti che portano ma per le competenze che metteranno al servizio della città (per esempio con una sanità comunale per supplire alle carenze della sanità regionale, e finalmente un piano professionale di marketing territoriale per cominciare a utilizzare il nostro patrimonio artistico e architettonico in modo produttivo). Infine il terzo punto mira a rivitalizzare il senso di comunità in quartieri e frazioni, con delle “case di quartiere” che, grazie ai tanti servizi presenti, potranno ingrandire e rafforzare i centri di aggregazione già presenti e diventare un punto di riferimento per il vicinato, funzionando anche come punto di ascolto che permetterà ai cittadini di segnalare problemi e decidere quali progetti di quartiere realizzare».

Tamburri, Ascoli ha un tasso di disoccupazione del 14,5%, il doppio della media regionale, che si attesta al 7,7%. E, negli ultimi cinque anni, 526 ascolani sono dovuti emigrare all’estero in cerca di lavoro. Come pensate di riuscire a creare nuove opportunità occupazionali?

«L’azione principale che un’Amministrazione comunale può fare è mettere a regime il patrimonio artistico e architettonico del territorio, come purtroppo non è mai stato fatto, per assenza di professionalità adeguate e volontà politica. Oltre alle competenze specifiche presenti in giunta, a partire dalla mia esperienza ventennale nel marketing aziendale, collaboreremo con professionisti del calibro di quelli che hanno rilanciato Matera. Ci piace lavorare con i migliori, e Ascoli lo merita. Poi, per favorire l’imprenditoria locale, abbiamo in mente anche una semplificazione della burocrazia, e attività di stimolo e supporto alle start-up. Le stesse “case di quartiere”, frequentate da tante persone per i tanti servizi offerti, rivitalizzeranno zone al momento desertificate creando anche opportunità commerciali».

Tra il ministro Bonisoli e l’onorevole Rachele Silvestri (Foto Edo)

Parliamo dell’area Carbon: la nomina del commissario Vadalà, che dovrà occuparsi della gestione dei fondi per la bonifica della vasca di prima pioggia, è ancora ferma sul tavolo del premier Conte. E senza quella nomina l’intero piano di riqualificazione della zona rimane bloccato: ha notizie in proposito?

«Siamo in contatto costante con la Presidenza del Consiglio, ancora non ci sono novità, cerchiamo di essere efficaci come nel caso dei fondi arrivati per la crisi idrica e per rendere quello del Pescara il primo acquedotto anti-sismico d’Italia. La bonifica dell’area Carbon è bloccata da anni, finalmente la sbloccheremo».

Cosa pensa dell’attuale progetto Carbon?

«E’ sicuramente positivo che finalmente, dopo un enorme e gravissimo ritardo, dovuto anche a una politica che non ha l’interesse pubblico come priorità, ci siamo avvicinati all’inizio della bonifica dell’area, che rimane cruciale per qualsiasi cosa ci si voglia fare, e la ricapitalizzazione di Restart è un buon segnale in tal senso, di serietà nelle intenzioni dell’azienda, dopo anni in cui le sensazioni erano diverse. Noi saremo comunque vigili sugli aspetti di salute pubblica, che sono la priorità. Del progetto, troviamo sbagliata l’idea di farci 1.000 appartamenti, perché un nuovo quartiere in quella zona presenterebbe gravi problemi urbanistici, e anche a livello immobiliare a me è sempre sembrato poco realistico. In attesa del commissario, stiamo già cercando la strada per trovare altri fondi pubblici per la bonifica, in modo da abbassare drasticamente, idealmente azzerare, la cubatura destinata all’edilizia privata, e poter ripensare il progetto completamente al servizio della città».

Con il ministro Bonisoli (Foto Edo)

Una settimana fa è venuto ad Ascoli il ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, che ha parlato della candidatura di Piazza del Popolo a patrimonio dell’umanità nella lista Unesco. Arriveranno altri esponenti di Governo? Ad esempio Luigi Di Maio?

«Una precisazione: siamo stati noi a parlare al ministro, dopo averlo “rapito” e portato sulla terrazza del Meletti per vederla al meglio, dell’idea di candidare Piazza del Popolo come patrimonio dell’umanità, operazione meno complicata che per il centro storico nel suo complesso. Il ministro ci ha garantito supporto, ma servono un progetto serio e un’unione d’intenti in città che con le altre forze politiche non si sono mai viste neanche da lontano. Loro fanno amici e nemici, dividono la città. Riguardo ai personaggi nazionali speriamo di riuscire a far tornare anche Di Maio, ma stiamo cercando di fare anche eventi centrati su temi specifici, più utili e interessanti. Sabato 4 maggio, per dire, il nostro portavoce alla Camera Fabio Berardini ci farà un corso veloce sul bilancio e la programmazione finanziaria, pensato innanzitutto per i nostri candidati consiglieri ma aperto a tutti i cittadini che sono interessati. Sì, perdiamo 4 ore di corsa alla ricerca del voto».

I sondaggi, a livello nazionale, danno il M5S al 22% contro il 32% raggiunto alle politiche del 2018. Qui ad Ascoli questo calo voi lo percepite?

«Ho lavorato troppi anni nella ricerca di marketing per dare troppo valore a sondaggi pubblicati. Nel contatto quotidiano con le persone c’è una percezione molto diversa da quella che emerge dalla maggior parte di tv e giornali: comprensione delle difficoltà, apprezzamento dei risultati ottenuti, incoraggiamento. Poi è anche vero che, a livello qualitativo, di contenuti, c’è una serie di editori che hanno interessi privati in contrasto con la politica del M5s sulla gestione dei beni pubblici, per cui ci attaccano sistematicamente, in maniera ormai grottesca. A livello quantitativo invece c’è una legge basilare del marketing che dice che la percentuale di esposizione di un prodotto nei media rispetto ai concorrenti è in relazione diretta alla percentuale di vendite nel mercato: banalmente, più sei visibile più vendi. Considerato che il M5s, nonostante sia al governo, ha una visibilità minore rispetto al suo peso elettorale, si può dire che con un sistema mediatico normale prenderemmo molti più voti».

Tamburri, da 1 a 10: quanto le piace questa alleanza con la Lega a livello di governo centrale?

«Non è un’alleanza, è un accordo su un programma: eventualmente ragionerei su un’alleanza dopo aver avuto prova di potermi fidare, vedremo. Sulla convivenza il mio voto attuale è 6, ma mi piace valutare esperienze compiute, vedremo alla fine, non mancheranno le situazioni difficili in cui “pesarsi”. Sono stato tra i favorevoli all’accordo con la Lega, oltre che per il fatto che considero necessario governare per finalmente far evolvere il nostro Paese – e non c’erano alternative -, anche per le loro posizioni economiche e la presenza di figure come Bagnai, su temi fondamentali a livello nazionale. Poi considero quest’esperienza un’occasione importantissima che abbiamo offerto alla Lega, un’occasione di smarcarsi da alleati impresentabili, e di riscatto, potendo dimostrare serietà e voglia di migliorare l’Italia, dopo più di una pagina oscura nella loro storia. Per ora stanno usando l’occasione solo per prendere più voti. Ci sta, ma non basta».

Alla “Scuccetta” (Foto Vagnoni)

Centrodestra, Fronte civico e moderato, Centrosinistra, Ascolto e Partecipazione, Casapound: di questi schieramenti quale considera il più vicino ai valori del M5S?

«Tra quelli che conosco abbastanza, che poi sono quelli che corrispondono ai partiti tradizionali, e cioè i primi 3, assolutamente nessuno. Facciamo un altro sport. Niente promesse ai singoli, niente favori, niente contratti “sbagliati” a favore dei privati, niente intimidazioni o minacce, niente interesse personale per le poltrone, niente incompetenza al potere solo perché maneggia voti. Devo continuare? Sulle “estreme”, destra e sinistra: di solito mi piace confrontarmi con loro, anche se magari non sono d’accordo su varie posizioni e presupposti, però ci trovo un fondo di verità, di “credere in quel che si dice”, di dare un peso alle parole, che nelle forze politiche di centro-destra e sinistra è ormai veramente molto raro, e si tratta della base della possibilità di una reale comunicazione».

Fioravanti, Celani, Frenquellucci, Nardini, Ferretti: se lei non fosse impegnato in politica col M5S, a chi darebbe il suo voto? Faccia un solo nome.

«Se non esistesse il M5s temo che sarei da anni tra gli astensionisti, e forse ancora all’estero. Ho smesso di credere alle favole».


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