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Ospedale unico, M5S attacca il Pd:
«Per la città è un progetto devastante»

ASCOLI - Il candidato sindaco Tamburri si scaglia contro Fioravanti e Celani, ma soprattutto contro il Pd di Frenquellucci e Casini. Il dottor Pancotti: «Assurdo che per una chemioterapia molti ascolani debbano venire in Abruzzo». Dito puntato anche sul progetto della struttura di Pagliare
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Il dottor Amedeo Pancotti, il candidato sindaco Massimo Tamburri e Giacokmo Manni

di Adriano Cespi

«Da una parte ci sono, una Destra, quella di Marco Fioravanti, e un centrodestra, quello di Piero Celani, che si gettano addosso quintalate di fango per coprire le proprie responsabililità per il degrado in cui, da almeno vent’anni, versa Ascoli. Dall’altro un Pd che come unica linea programmatica ha lo smantellamento dell’ospedale “Mazzoni” e, quindi, la responsabilità economica ed occupazionale di questo folle progetto».

Massimo Tamburri (Foto Vagnoni)

Massimo Tamburri, candidato sindaco del M5S, affiancato dall’assessore in pectore, Amedeo Pancotti, e dal consigliere comunale uscente, Giacomo Manni, imbraccia la sciabola e inizia a menar fendenti contro chi, da decenni, amministra il capoluogo piceno e la Regione Marche. «Mentre nel primo caso i danni provocati alla città da 20 anni di cattiva amministrazione di centrodestra sono evidenti – attacca Tamburri – nel secondo caso i danni provocati al sistema sanitario ascolano da una scellerata politica di centrosinistra li vediamo in un ospedale sempre più abbandonato a se stesso e in un piano di smantellamento che raggiungerà l’apice con la costruzione dell’ospedale unico a Pagliare». E’ la “sanità ascolana morente”, l’argomento principe affrontato, nel corso di una conferenza stampa, dai tre esponenti pentastellati. «Mentre ad Ascoli abbiamo un Pd che col suo candidato sindaco Pietro Frenquellucci parla di “buone notizie” – rilancia Tamburri – dall’altra abbiamo un Pd marchigiano che come buone notizie ci regala il decadimento graduale del nostro nosocomio. Eloquente il “regalone” del progetto dell’ospedale unico che, se dovesse davvero essere realizzato, costerà ad Ascoli moltissimo in termini economici ed occupazionali. Il trasferimento a Pagliare di quelle che sono le cure primarie e le emergenze, infatti, non potrà che impoverire il Mazzoni fino alla definitiva chiusura. A scapito delle tante attività commerciali di Monticelli che ruotano intorno all’ospedale e, soprattutto, dei cittadini anziani, meno abbienti, e dell’area montana, che dovranno sobbarcarsi chilometri e chilometri in più per visitare i parenti malati, per ricoveri da effettuare, e per ambulatori e reparti da raggiungere».

Il dottor Amedeo Pancotti (Foto Simone Corradetti)

«SEMPRE PIU’ ASCOLANI VENGONO A CURARSI A TERAMO»

Ma se quello di Tamburri è un attacco diretto alla politica sanitaria Dem, l’intervento di Pancotti, primario del reparto di Oncologia all’ospedale di Teramo, si trasforma in un vero e proprio cazzotto in faccia nei confronti del presidente della Regione, Luca Ceriscioli e, soprattutto, per il vice presidente, l’ascolana Anna Casini. «Io lavoro a Teramo – dice Pancotti – e sono sempre di più gli ascolani che vengono nel nostro ospedale per fare la chemioterapia. E’ assurdo che un malato oncologico debba sobbarcarsi 70 chilometri al giorno perché nella propria città, Ascoli, l’ospedale non è dotato degli strumenti adatti. Questa è la dimostrazione evidente del depauperamento subìto dal “Mazzoni”, altro che ospedale di eccellenza. E non voglio nemmeno pensare a quello che potrà accadere con la realizzazione della struttura unica. Quanti anni passeranno prima che sarà costruita? Magari tra il fallimento di un’impresa ed un altro. E in questo periodo il “Mazzoni” cosa diventerà? Le prestazioni sanitarie che livello di eccellenza potranno vantare? Ma poi, mi domando, come si fa ad anteporre l’interesse per un’opera prettamente muraria a quello della persona?! Mi riferisco, naturalmente, ai tanti anziani ed a quei cittadini dei comuni montani che per raggiungere il luogo di cura dovranno sobbarcarsi altri chilometri di strada in più. E sappiamo bene in che condizioni sono le arterie stradali dell’entroterra».

L’ospedale “Mazzoni” (Foto Vagnoni)

«OSPEDALE UNICO DEVASTANTE PER MONTICELLI»

Rilancia la polemica Manni: «Questi signori, sto parlando dei politici del Pd, hanno un disegno chiaro in testa: chiudere il nostro ospedale. Senza rendersi minimanente conto della devastante ricaduta economica che questa operazione potrà avere sulla città e, in particolare, sul quartiere di Monticelli: quante attività chiuderanno senza la presenza del nosocomio? Non dimentichiamo che il Mazzoni è la prima azienda ascolana in termini di posti di lavoro e di servizi affidati all’esterno. E poi vorrei sapere da questi signori, cosa faremo poi di questo mega complesso una volta chiuso? Spero proprio che gli ascolani il 26 maggio sapranno cosa fare e si ricorderanno di chi vuole il bene della città e di chi invece no». Ma la stoccata finale arriva sui 38 milioni in più stanziati nel bilancio 2019 della Regione Marche a favore dell’Asur, di cui 6 milioni per l’Area Vasta 5 (Ascoli-San Benedetto): soldi che potranno servire per mantenere inalterato il numero di dipendenti e, magari, per assumerne qualcuno in più, tra stabilizzazioni e concorsi pubblici. «Certo, tutto questo grazie al nostro ministro alla salute, Giulia Grillo, che ha rimosso quel vincolo, fissato dai passati governi nazionali, che prevedeva una riduzione di spesa sul personale dell’1,4%».


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