di Adriano Cespi
Che un ministro sia anche un politico è un fatto scontato. Che possa essere vicino ad un partito piuttosto che ad un altro è altrettanto normale. Quello che, però, non dovrebbe essere per niente abituale è vedere un ministro in duplice veste: istituzionale prima e partitica un minuto dopo. E’ quanto, invece, accadrà, domani, col ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti durante la sua visita ad Ascoli. Su carta intestata della Prefettura, infatti, in questi giorni, sono arrivati gli inviti (vedi foto sotto) ai sindaci del territorio ascolano a partecipare, alle 11,30, a Palazzo dei Capitani, ad un incontro istituzionale, con l’esponente di governo. Il responsabile dell’Istruzione affronterà temi importanti per Ascoli come l’aspetto legato agli edifici scolastici e al sisma e ne discuterà proprio coi primi cittadini dell’area del cratere. Insomma, un ruolo istituzionale alto quello che andrà a rivestire.
Che stride, però, col successivo appuntamento che attende, sempre in città, il ministro. Alle 12,30, e cioè appena terminato l’incontro coi sindaci, di fretta e furia Bussetti correrà in via Trieste, nella sede elettorale del candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Marco Fioravanti, per partecipare insieme a lui, anzi a suo supporto, a una conferenza stampa. Insomma, smessi gli abiti istituzionali, il ministro sarà pronto ad indossare quelli prettamente partitici, a sostegno di Fioravanti, come un qualsiasi segretario di partito. E, invece, Bussetti è ministro (in quota Lega) di un Governo, venuto ad Ascoli da ministro dell’Istruzione, in visita ufficiale, e non privata. E un ministro dovrebbe sapere che quando si ricoprono certi incarichi, rappresentativi di una nazione intera, a prevalere non deve essere l’appartenenza ideologica, ma la sensibilità istituzionale. Che impone una certa forma, quella di non partecipare, ad esempio, a manifestazioni partitiche come una conferenza stampa a supporto di un candidato sindaco.
Certo, potrà controbattere qualcuno: anche il ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, il 19 aprile scorso, arrivò ad Ascoli e partecipò ad una conferenza stampa a supporto del candidato sindaco del M5S, Massimo Tamburri. Ma attenzione, lo fece in veste privata, non istituzionale. Non furono recapitati inviti a sindaci su carta intestata della Prefettura o del Ministero, né promossi incontri o visite alle scuole. Solo un giretto per piazza, un’occhiata al Caffè Meletti, e poi, da esponente vicino al M5S, via di corsa nella sede elettorale a parlare coi cronisti. Nessun sindaco si risentì, nessun politico ebbe nulla da ridire. Come, invece, potrebbe succedere domani. Quando magari, secondo indiscrezioni provenienti da ambienti politici ascolani, qualche sindaco, per protesta, potrà decidere di disertare l’incontro.
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