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Il Comitato di Valle Castellana insiste:
«Vogliamo passare con Ascoli»

REFERENDUM - Il presidente Biagio Caponi: «Crediamo fortemente che il passaggio nel territorio marchigiano possa portare notevoli vantaggi verso la popolazione del nostro territorio. I tempi sono maturi e chiediamo al Comune di indire la consultazione popolare»
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Valle Castellana torna alla carica per trasferirsi nelle Marche. Un trasloco da sempre chiesto, ma mai concretizzatosi nemmeno con un referendum tra la popolazione nonostante il via libera, quasi un anno fa, dal Consiglio comunale. Ora è stato da poco ricostituito il nuovo “Comitato per il Referendum Valle Castellana nelle Marche”, con la nomina a presidente di Biagio Caponi. «Nella stessa assemblea -informa lo stesso presidente- sono stati nominate tutte le cariche e gli organismi direttivi del comitato ed infine è stato approvato lo Statuto del Comitato. Successivamente presso il Comune di Valle Castellana in data 9 maggio (Protocollo 3376) è stata formalmente richiesta la pubblicazione dello Statuto e del verbale di assemblea sull’albo pretorio online del Comune, in modo tale da avere una congrua pubblicità per le finalità di trasparenza. L’intento del Comitato è quello di sensibilizzare l’Amministrazione comunale e quindi di promuovere l’istituzione del Referendum per il passaggio del Comune di Valle Castellana nelle Marche. Tale Comitato è stato ricostituito sulla base del vecchio comitato che già aveva provato con una raccolta firme effettuata nel 2013 a richiedere il Referendum all’Amministrazione dell’epoca. Il passaggio nelle Marche, del territorio di Valle Castellana è una necessità sentita dalla popolazione sin dai tempi post-unitari. Infatti in ricerche effettuate presso l’Archivio Comunale sono state ritrovate 3 delibere comunali sull’argomento. La prima del 13 dicembre 1891, la seconda del 4 marzo 1948 ed infine una terza del 14 marzo 1965»
IL TERRITORIO – Quali sono questi motivi? Caponi parte dalla collocazione geografica. «Valle Castellana -ricorda- è un comune di montagna che presenta un vasto territorio (132 kmq circa) con oltre 45 frazioni confinante con ben due regioni (Lazio e Marche) si trova nella valle del fiume Castellano affluente del Tronto nel quale sfocia nella città di Ascoli. Infatti il Capoluogo dista da Ascoli Piceno solo 18 km mentre dalla città di Teramo circa 40 km di strada situata in buona parte ad una altitudine di oltre 1000 metri sul livello del mare. Tale collocazione geografica ha significato per gran parte del territorio comunale una continuità economica e culturale con il territorio ascolano. Ad esempio dal 1870 al 1903 il Castellano è stato sfruttato per il trasporto di legname verso la città di Ascoli (fluitazione). Tutt’oggi la gran parte della popolazione residente lavora e studia nel Piceno. A dimostrazione di ciò ci sono diverse corse giornaliere di autobus verso la città di Ascoli, mentre si ha un’unica corsa giornaliera che dal Capoluogo, tralasciando buona parte del territorio comunale, va verso la città di Teramo».

I RAPPORTI ISTITUZIONALI – Come secondo aspetto sottolinea il rapporto con le Istituzioni. «La continuità territoriale -dice sempre il presidente del Comitato- del Comune di Valle Castellana con quello di Ascoli Piceno è dimostrata anche dal fatto che il Tribunale competente e la Diocesi per il nostro territorio sono quelli di Ascoli Piceno, mentre la corte di Appello è quella di Ancona. Inoltre uno dei problemi maggiormente sentiti dalla popolazione è quello della Sanità Pubblica. Le problematiche nascono per la distanza del nostro comune verso le strutture abruzzesi. Quindi per il recepimento di diverse prestazioni del Servizio sanitario, i cittadini sono costretti ad effettuare lunghi viaggi, sempre che abbiano disponibilità di mezzi propri. Quasi sempre i cittadini del nostro Comune per le prestazioni specialistiche si rivolgono, quando questo è possibile, alle strutture sanitarie ascolane, ciò comporta un aggravio per le casse della Sanità abruzzese che si trova a pagare le “trasferte regionali”. Uno dei tanti problemi relativi a tale questione, è quello del 118 che se chiamato dal territorio comunale viene mandato da Teramo, con un naturale prolungamento dei tempi di soccorso rispetto ad un’eventuale ambulanza proveniente dal territorio ascolano. A dimostrazione di ciò il Comune di Valle Castellana con delibera di Consiglio n.8 del 8 marzo 2019 ha dato mandato al sindaco per risolvere tale problema del Servizio di Emergenza del 118 tramite l’attivazione di procedure per la stipula di una convenzione per tale servizio tra la Asl di Teramo e quella di Ascoli».

Il sindaco Camillo D’Angelo

LA POPOLAZIONE – «Un’ulteriore dimostrazione -dice sempre il presidente- del legame de nostro territorio con quello ascolano e della Vallata del Tronto è data dal continuo processo di spostamento della residenza dei nostri cittadini verso tali territori. Tale situazione è stata accentuata a seguito dei tragici eventi sismici del 2016 e 2017 e dell’emergenza neve del 2017 dove la gran parte della popolazione sfollata si è trasferita verso il Piceno». A Valle Castellana inoltre si ricevono solo canali radio e tv delle Marche, così dicesi dei giornali locali. Anche la squadra di calcio in passato fu inserita dalla Federazione Italiana Gioco Calcio in un girone marchigiano.

L’APPELLO – «Il ricostituito Comitato -sottolinea Caponi- crede fortemente che il passaggio nel territorio marchigiano possa portare notevoli vantaggi verso la popolazione del nostro territorio. A tale scopo il Comitato richiede all’attuale Amministrazione del Comune di Valle Castellana di avviare tutte le procedure per l’indizione del Referendum (ai sensi dell’art. 132, comma 2, della Costituzione e della legge n. 352/1970). Il Comitato tiene altresì a precisare che l’indizione del Referendum era parte del programma elettorale della lista civica “Montagna e Futuro” ovvero la lista vincente le elezioni comunali e che ha eletto a sindaco l’ingegner Camillo D’Angelo e che detiene la maggioranza dei Consiglieri comunali. Sono passati -conclude- circa due anni dall’insediamento della l’attuale maggioranza, i tempi sono maturi per l’indizione del referendum, “le promesse vanno mantenute” e siamo disponibili ad un incontro con il sindaco e tutto il gruppo di maggioranza per stabilire i tempi e i modi per l’indizione del referendum»


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