di Giorgio Tabani
«Le terre appenniniche, come Ascoli o L’Aquila, hanno bisogno di difensori del territorio: Marco è la persona giusta per svolgere questa funzione». Così Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila dal 2017, con un passato in Alleanza Nazionale e in Casapound, mentre oggi milita in Fratelli d’Italia. Marco è Marco Fioravanti, il candidato sindaco di Fratelli d’Italia e di una parte del centrodestra ascolano. L’occasione è una conferenza stampa di mercoledì 15 maggio svoltasi nella sede elettorale di via Trento e Trieste, a cui partecipa anche il parlamentare Francesco Acquaroli, ex sindaco di Potenza Picena e attualmente nell’esecutivo nazionale di FdI responsabile del Coordinamento dei comuni.
Acquaroli torna più volte sull’esigenza di fare fronte comune: «Noi ci salviamo solo se le Amministrazioni fanno rete». Da membro della Commissione parlamentare per le questioni regionali, il deputato marchigiano ha parlato della questione del regionalismo differenziato: «Facile parlare per i presidenti delle regioni del nord! Hanno 10 milioni di abitanti, vari aeroporti, alta velocità ferroviaria e così via… Come possono competere regioni come le Marche, l’Abruzzo o il Molise? Se vogliamo smetterla di essere figli di terre minori, l’unica soluzione è stare insieme e avere delle guide forti e salde come sarà quella di Marco». Non manca un accenno ad Ascoli: «Si tratta di un capoluogo con ricchezze di ogni genere, dall’enogastronomia all’arte, fino alla posizione geografica a metà fra mare e monti. Finora ha retto ma ora bisogna ripensare il modello e in un’epoca di globalizzazione si può fare solo ripartendo dalle sue specificità e dal suo valore aggiunto».
Lo stesso Fioravanti ha sottolineato che il motivo della presenza di Biondi e Acquaroli stava nella volontà di portare in città un modello che si è dimostrato già vincente altrove. «La nostra città sta vivendo una fase post-terremoto molto complessa in cui è in gioco la sua stessa sopravvivenza. L’Aquila è un esempio di grandissimo successo a cui ispirarsi». Per il presidente uscente del Consiglio comunale, accanto alla ricostruzione occorre pensare al lavoro: «A questo proposito stiamo agendo di concerto con i parlamentari del territorio per riuscire ad avere una norma che permetta di evitare le gare europee facendo lavorare le nostre imprese e i nostri lavoratori».
Sulla stessa linea Biondi, che ha parlato della sua esperienza di amministratore locale prima a Villa Sant’Angelo e poi nel capoluogo abruzzese: «Non bastano gli involucri, occorre dare ragioni alle persone per tornare ad abitare i centri danneggiati e ai commercianti e agli imprenditori motivi per investire». Per un vero rilancio occorrono fondi e per ottenerli e gestirli, secondo l’esponente di FdI occorrono alcune qualità: «Coraggio, competenza, dedizione, disponibilità all’ascolto. Tutte qualità che Marco possiede e che mi sono state necessarie per ottenere 320 milioni di euro per ridare ossigeno economico alla mia città ma anche per affrontare un colosso come Toto holding sulla questione della chiusura del traforo del Gran Sasso».
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