di Luca Capponi
(foto di Andrea Vagnoni)
E’ anche grazie a questa infrastruttura se si è potuto far fronte alla recente crisi idrica dovuta a sisma e siccità che tanti disagi ha creato a migliaia di persone, soprattutto nelle ore notturne. Ed è sempre grazie a quanto realizzato a Castel Trosino che, in futuro, potranno essere affrontati con altro piglio eventi calamitosi in grado di causare l’interruzione del flusso idrico. Non a caso c’è chi, come il sindaco Guido Castelli, ha parlato di “sindrome di Tallacano“, riferendosi al grande guasto che alla fine del 2007 lasciò le cento torri a secco.
Giornata storica per tutta la città di Ascoli, dunque, quella del 18 maggio, con l’inaugurazione ufficiale dell’impianto di soccorso di cui la città, come pochi altri centri d’Italia, era sprovvista. Ovvia quindi la soddisfazione prima di tutto della Ciip e del suo presidente Giacinto Alati, per un’opera nata in una decina di anni fa per un costo di 3,5 milioni di euro circa e una portata finora autorizzata di 50 litri al secondo (ma il potenziale è maggiore e potrà eventualmente crescere col tempo).
A ribadire l’importanza dell’evento anche la presenza di autorità militari, civili e religiose che non sono volute mancare; qui la lista è lunga, dallo stesso Castelli fino al vicepresidente della Regione Anna Casini, passando per gli onorevoli Roberto Cataldi e Mauro Coltorti del Movimento 5 Stelle, per i candidati sindaco Pietro Frenquellucci, Piero Celani e Massimo Tamburri, il presidente della Camera di Commercio Gino Sabatini, quello di Confindustria Simone Mariani e per il tenente colonnello dei Carabinieri Pompeo Quagliozzi.
I primi ad essere ringraziati, però, sono altri, come spiega un raggiante Alati: «Mi riferisco ai dipendenti, ai tecnici ed agli operai della Ciip, che hanno lavorato ogni giorno e in ogni condizione affinché si arrivasse a questo risultato. Come spesso accade durante le inaugurazioni queste figure restano defilate, perciò voglio ricordare il loro grande impegno». Al varo erano presenti anche alcuni rappresentanti del Tennacola, partecipata che gestisce il servizio idrico tra Fermo e Macerata e con cui ha ribadito Alati che «il progetto di interconnessione dei vari acquedotti va avanti, a opera finita sarà un vanto per tutto il territorio»
L’impianto di soccorso, nello specifico, è alimentato dall’acquifero della dorsale carbonatica della Montagna dei Fiori, e composto da tre pozzi di produzione, due dei quali alimentati da pompe elettrosommerse della potenza di 220 e 185 Kw.
«Appena insediato sindaco, una delle primissime cose che chiesi alla Ciip fu di proprio di dotare la città di un impianto di soccorso -ricorda Castelli- Ci furono tante incertezze, c’erano soluzioni alternative, tra cui potabilizzare l’acqua del Tronto, sarebbe stata però secondo noi una sconfitta, non all’altezza di qualità della nostra acqua. Fortunatamente Alati ha recuperato il progetto dell’impianto di soccorso, che ci ha consentito di rimetterci in moto durante la crisi idrica».
«Oggi è un giorno di festa, i miei complimenti vanno soprattutto alla Ciip -spiega la Casini-. L’acqua è un bene comune, sembrerà retorico ricordarlo ma dobbiamo preservarla e trattarla con rispetto. La nostra, poi, è di qualità ottima, invito tutti a berla e a farlo nel vetro, in modo da evitare anche la dispersione di plastica, sempre più dannosa per l’ambiente».
Prima del taglio ufficiale del nastro, con tanto di benedizione di don Emidio Rossi, è stato presentato il bel libro “Fonti storiche – Indagine sulle fontane nei 59 comuni della Ciip” realizzato da Marco Corradi dopo un grande lavoro di ricerca. Trattasi del secondo volume voluto dal consorzio dopo “Storie di acque e acquedotti nelle province di Fermo e Ascoli”.
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