E’ un politico di lungo corso Luigi Lattanzi. Nato nelle Circoscrizioni, quando ancora c’erano questi organi amministrativi, per giungere in Comune alla guida di un assessorato, Lavori Pubblici e Urbanistica, dove è stato per 15 anni: dal 2004 al 2009, con Piero Celani sindaco, e dal 2009 al 2019 con Guido Castelli primo cittadino. Funzionario del Consorzio d’industrializzazione dal 1976 al 2017, quando è andato in pensione, Lattanzi viene eletto per la prima volta consigliere della Circoscrizione di Porta Solestà nel 1985, per rimanerci fino al 1990 e diventarne, successivamente, presidente dal 1990 al 1995, sempre in quota Dc. Dal 1995 al 1999 viene, poi, eletto consigliere comunale di minoranza per l’Udc, quindi dal 1999 al 2004 consigliere comunale di maggioranza e presidente della commissione bilancio sempre per l’Udc. Ma è nel 2004 che la sua carriera decolla, quando col sindaco Celani viene nominato assessore, incarico ricoperto fino ad oggi nell’Amministrazione Castelli. Lasciato l’Udc, Lattanzi passa prima al Pdl per poi accasarsi definitivamente a Forza Italia. Ma alle elezioni del 26 maggio si presenterà con la sua lista civica “Pensiero Popolare Piceno” con la quale alle ultime amministrative del 2014 è stato eletto in Consiglio comunale facendo registrare il record di preferenze: 763.
Lattanzi, perché ha scelto la lista “Pensiero Popolare Piceno” a sostegno del candidato sindaco Piero Celani?
«Il motivo è solo politico. Perché, dopo che Ascoli ha avuto per anni un sindaco di destra, e cioè Guido Castelli, ritengo necessario, per la natura stessa degli ascolani che è chiaramente moderata, che il prossimo primo cittadino sia un moderato. Per questo ho sposato la causa di Celani: un uomo moderato in una città moderata. Pensiero politico, peraltro, al quale io appartengo da sempre e, dunque, affine a quello di Piero».
Qual è la sua “mission” se sarà eletto consigliere comunale?
«Il mio obiettivo principale è quello di portare ad Ascoli nuove attività produttiva perché considero quello dell’occupazione il tema principale. A seguito della chiusura delle multinazionali in zona industriale, infatti, molti ascolani si sono ritrovati senza lavoro. Sempre in ottica occupazionale ritengo necessario, anche, far decollare al più presto la bonifica dell’area Carbon, visto che non ci sono più ostacoli di natura burocratica. Prima parte l’intervento di bonifica prima si possono cominciare a creare nuovi posti di lavoro. C’è poi da far partire tutta una serie di riqualificazioni urbanistiche come ad esempio in zona Tofare con nuova viabilità e verde pubblico, oppure al Pennile dove è prevista la costruzione di 52 alloggi di edilizia residenziale pubblica, e nelle frazioni. Interventi che devono essere fatti anche nel centro storico attraverso l’eliminazione, almeno parziale, dei varchi e la riacquisizione dei parcheggi dalla Saba che permetterà al Comune di gestire direttamente la sosta cittadina senza più dipendere dal privato. Ma è sul turismo stanziale che dobbiamo puntare, anche attraverso una serie di eventi capaci di richiamare vacanzieri, ma non quelli del mordi e fuggi che abbiamo oggi. Bensì interessati a restare ad Ascoli per più giorni. Una cosa è certa: per ridare credibilità alla politica è fondamentale che il Palazzo, intendo il Comune, torni ad essere vicino ai cittadini. Perché negli ultimi anni, non certo per colpa degli assessori, l’amministrazione si è distaccata dal resto della città».