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Il dottor Walter Siquini si congeda
dal “Madonna del Soccorso”

SAN BENEDETTO - Dall'1 luglio sarà a Macerata. «Voglio ringraziare il dottor Milani, i miei collghi di reparto, tutti i collaboratori per questi anni intensi e ricchi di soddisfazioni. Senza di loro non sarebbe stato possibile effettuare tutto ciò che abbiamo fatto». Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di concorso per la sua sostituzione. A fine giugno l'inaugurazione dell'Hospice
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Massimo Esposito, il direttore Cesare Milani, il dottor Walter Siquini e il dottor Viviani

di Benedetto Marinangeli

E’ il giorno dei congedi al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Ancora un mese ed il dottor Walter Siquini, 53 anni, di Castignano, dirigente del reparto di Chirurgia passerà all’ospedale di Macerata, dove prenderà servizio il prossimo 1 luglio. «Una perdita importante per l’ospedale di San Benedetto – dice Cesare Milani direttore generale di Area Vasta 5 – perché ci priviamo di una professionalità di rilievo».

Il dottor Walter Siquini

Ma il “Madonna del Soccorso” non resterà sprovvisto a lungo di un dirigente di Chirurgia. Infatti come spiega Cesare Milani «è stato già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non solo il concorso relativo al primario di questa specialità ma anche di quello di Ortopedia. Inoltre a breve usciranno quelli per Oncologia, Neurologia, Nefrologia e Pneumologia. Il nostro obiettivo è quello di mantenere elevato il livello delle specialità dell’ospedale di San Benedetto».

Milani, poi, annuncia un’altra novità. «Entro la fine di giugno inaugureremo l’Hospice che permetterà alle persone che prestano assistenza di utilizzare una struttura che servirà per essere vicini ai propri cari. Per il completamento dei lavori mancano una quindicina di giorni e quindi contiamo di aprirlo entro il mese di giugno. Vogliamo implementare al massimo l’ospedale di San Benedetto ed in tal senso si inquadrano anche i lavori di efficientamento energetico in corso di svolgimento».

“Voglio ringraziare – è il dottor Walter Siquini che parla – il dottor Milani, i miei collaboratori e tutti coloro che in questi otto anni mi sono stati vicino. Senza di loro non sarebbe stato possibile effettuare tutto ciò che abbiamo fatto. Ringrazio anche i colleghi degli altri reparti per la collaborazione e l’amicizia dimostratami. Insieme a loro  abbiamo raggiunto l’ obiettivo di curare bene i nostri pazienti».

Il dottor Siquini coglie anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Quando è stato ufficializzato il mio trasferimento a Macerata, ho letto alcune notizie prive di fondamento. Innanzitutto, nella mia scala di valori la famiglia occupa il primo posto. Mia moglie e le mie figlie vivono a Jesi ed ogni giorno parto alle 6 per tornare alle 9 di sera. Senza contare che per un paio di giorni mi fermo a casa di mio padre a San Benedetto. Macerata dista da Jesi 35 minuti di auto e ciò mi permetterà di essere più presente con la mia famiglia».

E poi c’è anche un motivo prettamente tecnico. «A Macerata – spiega Siquini – la Chirurgia è ad indirizzo oncologico, specialità che già da studente ho seguito grazie al mio maestro il professor Landi. Per questa specialità sono necessari macchinari specifici come l’endoscopia operativa e la radiologia interventistica, cose di cui l’ospedale di San Benedetto è sprovvisto. A Macerata, poi, ritroverò sei colleghi che sono cresciuti con me con il professor Landi».

Ed infine il dottor Siquini smentisce qualsiasi attrito con la dottoressa Giulietta Capocasa e il dottor Milani. «Non è assolutamente vero che sia entrato in contrasto con i due direttori generali che si sono succeduti. Grazie alla Capocasa – dice – la sala operatoria è aperta tutti i giorni, mentre con Milani sono subito entrato in sintonia. Inoltre è infondata anche la notizia secondo la quale avrei partecipato al concorso di Macerata perché mi è stata sbarrata la strada per diventare il dirigente generale di chirurgia. Una carica nobilissima, ma alla mia età voglio ancora dedicarmi ai pazienti ed al reparto. Allo stesso tempo è falsa anche l’indiscrezione secondo cui abbia avuto dei problemi nel reparto con colleghi e collaboratori. In questi anni –conclude Siquini- ho cercato con tutto me stesso di aiutare le persone in difficoltà. E spero di esserci riuscito».


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