di Franco De Marco
La sorpresa della giornata ascolana di Matteo Salvini, circondato da una marea di folla, per tirare l’ultima volata nel ballottaggio di domenica prossima a Marco Fioravanti, è l’incontro, nel Duomo, con il vescovo Giovanni D’Ercole. Dopo il passaggio al mercato di via Recanati, la visita privata, che era stata annunciata ma non svelata, è nella Cattedrale di Sant’Emidio con il prelato. Il leader della Lega è accompagnato da Marco Fioravanti, dal sindaco uscente Guido Castelli e dal commissario provinciale della Lega Andrea Antonini (per l’occasione in giacca e cravatta al contrario dei più accaldati sotto un sole agostano). Tra il leader della Lega e il vescovo è però un faccia a faccia senza testimoni. “Extra omnes”, commenta il primo cittadino uscente. Che cosa si dicono? Matteo Salvini ha parole di apprezzamento per mons. Giovanni D’Ercole: «Voi sì che siete fortunati ad avere un vescovo che ha a cuore la città. Amico della sua comunità. A differenza di qualcun altro che parla lingue strane. Qui c’è qualcuno che ci tiene davvero alla sua città». Nella campagna elettorale entra dunque anche questo incontro seppur definito “privato” che “privato” non è.
Quasi una “riconciliazione” con i rappresentanti della Chiesa dopo le polemiche sul rosario sventolato durante i comizi, sul cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio che ha riattaccato la corrente elettrica in un edificio occupato abusivamente a Roma e le critiche anche alla posizione del Papa in riferimento all’accoglienza dei migranti. Ad Ascoli il leader del Carroccio trova un vescovo con il quale evidentemente condivide alcune valutazioni. «L’ho ringraziato – dice parlando con i giornalisti – e sono contento delle parole e del conforto che mi ha dato. Sono sicuro che stiamo difendendo i valori che stanno a cuore a me e a lui al di là delle polemiche sollevate da pochi. II cattolici poi voteranno non in base alla propaganda ma con la testa, il cuore e i fatti. Non è l’unico il vescovo, per fortuna, che ha a cuore certi tempi e battaglie». Uscito dal Duomo tra una folla che lo applaude, si sposta di lato e giù raffica di selfie su selfie come farà per tutta la mattinata ascolana: almeno 600 tra le varie postazioni. Il selfie come strumento di comunicazione e condivisione con il popolo del Carroccio.
Il modello Ascoli, con Lega e Fratelli d’Italia, senza Forza Italia, sarà un modello per tutta Italia? «No. – risponde il leader della Lega – Ogni storia e a sè. Questo è un modello per Ascoli. Per la Regione Marche abbiamo le idee chiare. Certamente la sinistra ha fallito. Ragioneremo con tutto il centrodestra». Non chiude dunque la porta alla ripresa del dialogo con il partito di Silvio Berlusconi. Il sindaco uscente Guido Castelli può essere il candidato giusto del centrodestra alle regionali del prossimo anno? «Non fatemi fare nomi. – risponde Matteo Salvini – Farei un torto a chiunque venisse citato o non citato. Prepariamo la squadra e il progetto. I nomi poi arriveranno alla fine». E’ d’accordo con Marco Fioravanti che si impegnato affinchè si possa ottenere dall’Ue una deroga alle norme sulla concorrenza per far lavorare le imprese locali nella ricostruzione? «Assolutamente d’accordo. E’ uno dei temi di ricontrattazione delle regole con l’Unione Europea. Difendere le aziende del territorio non è un diritto ma un dovere. Quindi andremo fino in fondo».
E’ un Matteo Salvini molto concentrato che ripete i positivi risultati alla lotta alla criminalità e agli sbarchi dei migranti. Il suo endorsement verso Marco Fioravanti è anche verso l’Amministrazione uscente di Ascoli. «C’è una squadra che ha amministrato bene e spero che venga confermata. – dice – Ci sono altri (evidente il riferimento all’altro candidato Piero Celani, ndr) che preferiscono inciuciare, strizzare l’occhio a sinistra o nascondersi dietro liste strane. Se chiedi i voti del centrosinistra dillo. Non c’è nulla di male. L’unico centrodestra è il nostro».
«Domenica si riparte da 0 a 0. – continua – C’è il golden gol. Dimentichiamoci tutti i voti che abbiamo preso domenica l’altra. I numeri dicono che di solito al ballottaggio va la metà della gente. Vi chiedo di utilizzare questi quattro giorni per scaldare testa e cuori perché poi lunedì è tardi per il rimpianto. Bussiamo a tutte le porte e suoniamo tutti i campanelli. Abbiamo un sindaco che ha perso per 4 voti. Un altro che ha vinto per 5. Ragazzi, ad Ascoli può anche essere che il voto di un uomo o di una donna sia decisivo. Chi non sceglie ha già perso. Chi non vota è complice. Qui c’è una buona Amministrazione ma si può sempre migliorare. Se si sono fatti passi avanti perché tornare indietro?». Matteo Salvini illustra anche i risultati ottenuti dal suo Governo: «Meno criminalità, sbarchi di migranti diminuiti del 90%, più telecamere per la sicurezza, più assunzioni di forze dell’ordine. Un’ascolana poco fa mi ha detto: grazie che ci hai liberato dalla Fornero e io sono potuta andare in pensione. Con lo sbloccacantieri che approveremo domani sarà più facile lanche la ricostruzione post terremoto nelle Marche».
Dal palco allestito nel Chiostro di San Francesco – dove si è svolto anche un pranzo nazionalpopolare a base di porchetta – Marco Fioravanti lancia uno degli ultimi appelli: «Vogliamo ripartire dagli ultimi. Il mio impegno sarà prima di tutto per i disabili e per i più deboli. Con l’abbattimento delle barriere architettoniche. Abbiamo raccolto ben 7.000 firme di cittadini contro la chiusura dell’ospedale Mazzoni: non permetteremo che la città perda questo servizio primario. Vi dò la mia parola». Disabili e ospedale: questi i punti salienti del discorso del candidato sindaco di Lega, Fratelli d’Italia e 8 liste. Prima di lui prende la parola l’on. Giorgia Latini («Noi vogliamo andare avanti con Marco Fioravanti e non tornare indietro»). Segue Guido Castelli che illustra tre motivi per i quali votare il rappresentante di Fratelli d’Italia: «Perchè è giovane, perché ha dimostrato come presidente del Consiglio grandi capacità, perché con lui siamo sicuri non sarà tolto ad Ascoli l’ospedale Mazzoni». Andrea Antonini apre il comizio consegnando simpaticamente a Matteo Salvini le credenziali per il Cammino di Santiago di Compostela. Chissà se il leader della Lega, con tutto quello che ha da fare, tra impegni di Governo e giri per tutta Italia, vestirà anche la felpa del pellegrino.
Ultimissima battuta leggera del leader della Lega. Risponde così ad una domanda calcistica sulle sorti del Milan del quale è supertifoso. Che ne pensa del nuovo allenatore Marco Giampaolo? «Sono ottimista per natura. Si può sempre fare meglio. Chiedo almeno di vincere un derby cosa che non ci capita da anni e di avere un gioco. Non dipende solo dall’allenatore. Dipende anche dalla squadra che mette in campo la società. Speriamo che investano bene e non male come in passato».
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