Si accende anche in città il dibattito politico sul referendum indetto dal Comune di Valle Castellana per far esprimere la popolazione sul passaggio nelle Marche. Dopo l’intervento del sindaco di Maltignano, Armando Falcioni, che aveva rimarcato la “freddezza” riscontrata nel versante piceno circa l’iniziativa referendaria, anche i consiglieri comunali del Pd, Francesco Ameli, Pietro Frenquellucci e Angelo Procaccini, chiedono il sostegno della destra ascolana punzecchiando il sindaco Fioravanti. «Siamo fortemente convinti -affermano- che debbano essere messe in atto tutte le azioni affinché possa svolgersi con esito positivo, il referendum sul passaggio di Valle Castellana nelle Marche. L’iniziativa dei vallecastellanesi, se condivisa con entusiasmo dal lato ascolano, potrebbe aprire nuove prospettive per altre zone confinanti dell’Abruzzo, e sempre orientate verso il capoluogo piceno, come quella della Val Vibrata, portatrice di ben altri numeri sia dal punto di vista economico che da quello dei residenti. Si tratta però di avere la capacità di guardare avanti, di saper elaborare una strategia, di saper colloquiare con le controparti».
Il Pd va all’attacco del sindaco Marco Fioravanti. «Il silenzio dell’amministrazione Fioravanti -affermano i consiglieri- nei confronti delle aspirazioni di Valle Castellana non è un buon biglietto da visita per il futuro. La mancanza di una delega al ruolo di Ascoli come comune guida di un territorio ampio e articolato era già sintomo di una rinuncia clamorosa a svolgere questa funzione nei prossimi cinque anni in cui la destra cittadina guiderà l’Arengo. Il fatto che di fronte al referendum che potrebbe ufficializzare la richiesta di passare ad Ascoli da parte del comune di Valle Castellana, ci sia un silenzio imbarazzante dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Fioravanti supera, però, ogni più preoccupante previsione. Una mancanza di visione complessiva dello sviluppo del territorio, che non può più guardare al nord fermano per i motivi storici e politici che tutti conoscono, fa sì che all’iniziativa del piccolo comune abruzzese, da sempre orientato verso la nostra città, la risposta sia stata un rumoroso silenzio. Niente, nemmeno una riflessione, neanche da parte dell’assessore con delega al Cotuge, Massimiliano Brugni, che – come qualcuno ha sottolineato dimostrando un’inadeguatezza di fondo ad analizzare la vera portata dell’iniziativa abruzzese – potrebbe vedere ancora più complessa la gestione del consorzio dei Monti Gemelli. Non può essere certo questa la ragione dell’assenza della risposta ascolana all’appello che viene dal comune vicino che dimostra un desiderio e una spinta forti e anche controtendenza rispetto alle defezioni registrate nel tempo nel nord delle Marche». Ameli e Procaccini aggiungono:
«Altrettanto inconsistente -dicono- sia dal punto di vista politico che amministrativo, è l’eccezione che vorrebbe fare qualcuno legata all’esiguo numero di residenti e alla importante vastità del territorio che il comune di Valle Castellana porterebbe in dote all’Ascolano. A pochi metri da noi c’è una comunità che chiede e cerca nuove prospettive, nuovi rapporti, il riconoscimento di legami umani, economici e ambientali indiscutibili. E a palazzo Arengo la risposta è il silenzio. Dall’amministrazione ascolana -concludono- nemmeno un segnale, un commento, una riflessione politica: dica il sindaco Fioravanti se, dopo 20 anni di amministrazione di centrodestra, la nostra città è in grado di accogliere un vicino; dica Fioravanti se nei suoi progetti di sviluppo e di ripresa, con le multinazionali che dovrebbero venire ad investire in città, c’è anche la possibilità di aprire le porte del futuro ai cittadini di Valle Castellana; dica il sindaco Fioravanti se nella sua visione di sviluppo del turismo uno straordinario patrimonio ambientale e naturalistico come quello del comune vicino è così inutile e, in prospettiva, indifferente».
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