Tra le tante attrazioni che Grottammare offre a residenti e turisti durante l’estate, da un paio di giorni ce n’è una in più. Anche se ideata con tutt’altra intenzione. O almeno si presume. A delimitazione dell’attraversamento che collega il lungomare con il centralissimo corso Mazzini, l’isola pedonale e cuore del passeggio serale, troneggiano due grandi composizioni di piante in vaso dalla forma piuttosto inquietante. L’arbusto è stato tagliato in modo da voler simboleggiare, probabilmente, un gelato rovesciato (altro non potrebbe essere!), con il cono che si erge su tre sfere poste alla base. Di queste però se ne vedono solo due alla volta, mentre il cono svetta senza pudore.
L’Edward mani di forbice di turno infatti non ha tenuto conto che la sua opera d’arte topiaria appare nella sua interezza solo da una visione aerea. Mentre i numerosi passanti si trovano di fronte un inequivocabile simbolo fallico che, dopo il primo momento di stupore, strappa quanto meno una risata. I commenti che seguono, poi, sono i più disparati. Qualcuno osa già definire la scultura arborea come il “nuovo simbolo di Grottammare”.
Non è la prima volta che il decoro urbano rasenta l’oltraggio al pudore, nella totale buona fede sia di chi lo realizza che di chi lo paga. Nel Natale 2017 hanno fatto un gran parlare di sé le luminarie del lungomare di Civitanova Marche, che poste intorno al fusto delle palme disegnavano qualcosa di ben distante dallo spirito natalizio.
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