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“Cabaret amoremio!”, il “milanbarese”
Fratellini vince e convince

GROTTAMMARE - Una vittoria annunciata, e doppia, quella del ventriloquo e dei suoi pupazzi animati. La serata conclusiva ha visto sul palco del Kursaal gli otto finalisti alzare l’asticella della comicità, e quasi tutti hanno riscattato l’esibizione di venerdì sera. Momento amarcord ed emozione per l’esibizione di un Mago Silvan senza tempo, a cui è andata l’Arancia d’Oro alla carriera
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di Epifanio Pierantozzi 

Vittoria senza appello, quella di Andrea Fratellini alla XXXV edizione di “Cabaret Amoremio!”. Una esibizione, la sua, che ha convinto sia il pubblico che i giornalisti. Così come la consegna del premio alla carriera, l’Arancia d’Oro, al Mago Silvan. Per la verità Silvan e il cabaret sono un po’ “distanti”, ma se c’è in Italia una persona capace di incantare gli spettatori da oltre 70 anni questo è proprio lui: l’82enne veneziano Aldo Savoldello.

La vittoria di Fratellini (foto Luigi Ianni)

Torniamo così alla seconda e ultima serata di Cabaret. Detto che sul palco il napoletano Salvatore Gisonna ha tenuto testa al vincitore, così come sono cresciuti un po’ tutti gli altri comici rispetto al venerdì sera, proviamo a conoscere Andrea Fratellini, milanese di nascita e barese di seconda generazione. 
«Ho 46 anni -racconta- e vengo da Milano, figlio di un pugliese di Bari emigrato per lavoro. Ormai da cinque anni calco i palcoscenici per lavoro, avendo perso il mio. Era assistente di volo a Meridiana, ma sono rimasto a terra a seguito di una ristrutturazione che ha visto oltre mille licenziamenti. Come si dice: si è chiusa una porta e si è aperto un portone. Ho scoperto, circa 13 anni fa, che il ventriloquo attirava molto i bambini (e non solo, ndr) grazie a una madre che solo muovendo e facendo parlare un pupazzo riusciva a comunicare con il figlio, ricoverato in pediatria. Infatti all’epoca, quando ero a terra dal lavoro, frequentavo gli ospedali, reparto pediatria, per farli ridere. Proprio vedendo questa madre, che solo così riusciva a comunicare con il figlio ricoverato, ho avuto l’intuizione e così è nato Zio Tore. Fino al licenziamento quello di ventriloquo è stato un “secondo lavoro”, ma poi ne ho fatto la mia professione». Fino alla vittoria a “Cabaret, amoremio!”, che fa molto curriculum e non dispiace per l’assegno di mille euro. 

Mago Silvan riceve l’Arancia d’Oro (foto Ianni)

Detto che le “storie di sabbia” hanno confermato la bravura di Stefania Bruno, a livello artistico ed emozionale, in attesa del conteggio dei voti per il verdetto finale sul palco è salito il Mago Sivan, con un frammento del suo tour che porta in giro per l’Italia alla bella età di 82 anni. Fascino, magia ed eleganza sono le cifre di un illusionista, prestidigitatore e showman senza tempo. Altro che Arancia d’Oro, ci sarebbe voluto tutto l’aranceto. 
Chiudiamo con lo stato di salute della comicità in Italia: non è una grande stagione. Mancano nuove idee e grandi personaggi, ma di questi ne nasce uno ogni lustro, se va bene. Certo, se togli la politica – dove ormai è difficile far ridere più della realtà e che ogni giorno richiede una battuta nuova e diversa -, rimane ben poco su cui sghignazzare. Certo, rimane il “politicamente scorretto”, ma solo affrontando l’argomento con intelligenza e lievità si riuscirebbe a solcare i palcoscenici senza incappare nelle ire di chi non riesce a far ridere, figurarsi a sorridere.
Infine Maurizio Battista. Vero animale da palcoscenico, ma un po’ ripetitivo. Forse non gli hanno spiegato che non pochi spettatori della prima serata erano presenti anche ieri sera. Alla precisa domanda se sarà il direttore artistico anche della prossima edizione non si è sbilanciato. 

“Cabaret amoremio!”: poco di nuovo  nel mondo della risata


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